Capitolo Ventinove

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But there's a side to you
That I never knew, never knew
All the things you'd say
They were never true, never true
And the games you play
You would always win, always win

(Set fire to the rain – Adele)

Avevano raggiunto la loro camera in silenzio, una strana tensione nell'aria. Appena entrati, Felix si schiarì la voce e si diresse verso la valigia alla ricerca del proprio pigiama, spiegando velocemente: "Vado a cambiarmi in bagno, se vuoi tu puoi usare la camera", Noah rispose in tono neutro: "Nessun problema, di solito dormo nudo o, al massimo, in boxer". Felix si immobilizzò, ricordandosi di essersi svegliato affianco ad un Noah decisamente nudo, poco tempo prima. "Preferirei" disse, schiarendosi di nuovo la voce: "Preferirei che indossassi almeno i boxer". Il più grande si avvicinò, fermandosi affianco a lui e fissandolo in viso, con un sorriso decisamente compiaciuto: "Come vuoi". "Bene!" esclamò a voce decisamente troppo alta Felix, riuscendo finalmente a trovare il suo pigiama, con il logo di un'università americana. Poi, si affrettò verso il bagno. Se la prese comoda, volendo evitare di trovare l'altro mezzo nudo in mezzo alla stanza. Sperò che si infilasse sotto le coperte, evitando una situazione imbarazzante. Ma perché doveva sentirsi così in imbarazzo? Con Erik non aveva questi problemi e gli era capitato, in palestra o ai campeggi estivi, di dividere spogliatoio o docce con altri ragazzi, Ora, perché era tutto diverso? Forse, perché Noah era attraente oppure perché aveva iniziato a chiedersi come sarebbe stato fare sesso con un ragazzo? Perché si erano baciati? Felix, sempre più confuso, sospirò, rassegnandosi a dover tornare in camera visto che doveva essere trascorsa almeno mezz'ora. Quando entrò, si chiuse la porta alle spalle con cautela, cercando di non disturbare gli altri abitanti della casa. La camera era quasi totalmente buia: le imposte chiuse, solo la lampada su un comodino accesa. Noah era già a letto, voltato di lato e Felix ne fu sollevato e si affrettò ad infilarsi nella sua parte del letto. Si sdraiò supino, tirandosi il lenzuolo sotto il mento e chiese a bassa voce: "Posso spegnere la luce?". Noah, di cui vedeva solo la schiena visto che era girato dall'altro lato, rispose in un sussurro: "Certo, buonanotte". Felix spense la luce e si rilassò, chiudendo gli occhi.

Era notte fonda, il giovane Felix socchiuse gli occhi, confuso. Cercò di orientarsi nel buio quasi completo, si rese conto di essersi mosso nel sonno infatti si trovava decisamente dall'altra parte del letto e con la testa appoggiata al torace dell'altro ragazzo, che pure doveva essersi voltato nel corso della notte. Cercò di non farsi prendere dal panico, doveva solo muoversi molto lentamente e tornare dal suo lato senza svegliare Noah, poteva farcela. Mentre rifletteva su come procedere, sentì il braccio del più grande circondarlo e la sua voce bassa e assonnata chiedere: "Tutto bene, tesoro? Ti serve qualcosa?". Il suo respiro affannoso doveva averlo svegliato, si disse Felix, cercando di ignorare il contatto con il braccio nudo ed il torace altrettanto nudo di Noah. Restando immobile e provando a respirare normalmente, rispose: "T-tutto bene". La sua voce tremava leggermente, mentre si accorgeva di un movimento del più grande che aveva allargato leggermente le gambe in modo che il ginocchio di Felix strusciasse contro la sua coscia. Ovviamente, anch'essa nuda. "Noah" Felix cercò di assumere un tono autoritario, di rimprovero, ma la sua voce uscì stridula ed acuta. 

IO, TE E GLI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora