Capitolo Trentanove

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But I set fire to the rain
Watched it pour as I touched your face
Well, it burned while I cried
'Cause I heard it screaming out your name
Your name

(Set fire to the rain – Adele)

Fu un attimo passare dal frequentare le lezioni a fingere che non esistessero. Felix aveva praticamente trasferito la sua residenza dall'amico ed ignorava con tranquillità qualsiasi cosa, a parte ovviamente le serate nei locali che aveva iniziato a frequentare. Dopo la prima sera, aveva evitato di fumare, ma trovava invece un certo livello di alcool nel sangue molto liberatorio. Erik era impegnato a studiare per alcuni esami e trascorreva le giornate in biblioteca o nell'alloggio di alcuni colleghi di corso. Felix sospettava stesse evitando Annalisa, che passava almeno una volta al giorno a cercarlo. Per sua sfortuna, la ragazza trovava sempre solo Felix in condizioni non propriamente ottimali per una risposta coerente. Se non era in bagno per la nausea, era sdraiato sul pavimento, decisamente fresco e confortevole a suo parere. Le prime volte, aveva fissato Annalisa con un'espressione corrucciata ma ora si limitava a ridacchiare quando la vedeva, guadagnandosi dei coloriti insulti dalla giovane. Era divertente, si disse Felix. Per qualche secondo, almeno.

Di ritorno da un esame, Erik si decise finalmente a tornare nella sua stanza e trovò l'amico sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Lo squadrò con aria severa, esordendo: "Ci vorrà ancora molto prima che torni tra i vivi?". Il tono triste dell'amico lo fece sospirare. "Sono stanco, Erik" sussurrò, senza capire come potesse essere così esausto senza fare praticamente nulla. "I ragazzi mi hanno detto che avete ballato sui tavoli, stanotte, così vi hanno cacciato dal locale" continuò Erik, sedendosi sul bordo del letto. "Potrebbe essere successo" ammise Felix, annuendo con aria seria: "Anche se proprio non mi ricordo un cazzo". "Ascolta" il tono di Erik era stranamente serio: "Non puoi andare avanti così, Felix. Non so cosa fare per aiutarti, amico. Non capisco nemmeno se hai il cuore a pezzi perché ti sei innamorato o semplicemente sei in fase di negazione, rispetto ad un cambiamento nella tua sessualità. Cristo, parlo come una specie di psicologo, ora". Felix non rispose, si sentiva in colpa perché sapeva che il suo amico era preoccupato per lui. "Mi dispiace, Erik", Felix parlò a voce bassa sedendosi sul letto, poi aggiunse: "Credo che me ne andrò, voglio lasciare l'università. Non sono buono a niente, questa è la verità.". "Non prendere decisioni affrettate" lo ammonì Erik.

IO, TE E GLI ALTRIWhere stories live. Discover now