Chapter 3

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(e dopo mesi, sono tornata!)

Tornata la calma sia nella mia mente che nel mio corpo, finimmo di mangiare e andammo a sparecchiare. La cosa che mi fece stare bene era il loro saper coinvolgere, una cosa che amavo terribilmente provare indirettamente tramite un personaggio di un libro, il saper coinvolgere, includere una nuova persona in un gruppo già consolidato. Ci spingemmo, ridevamo, stavamo bene. Io stavo bene, dopo che non lo stavo da tanto. Stavo comunque attento a non sforzarmi troppo, sapendo che non avrei mai retto uno sforzo eccessivo, ma mi divertii in ogni caso.
Salimmo sull'aereo e incredibilmente mi ritrovai vicino a Joshua. Continuavo a trovare in lui un ragazzo tranquillo, amabile, gentile. Ma prima che voi pensiate male, vi spiego...
Per amabile intendo l'aggettivo inglese "lovely", una cosa adorabile. Ecco, Joshua è una persona adorabile. Amo la sua compagnia, unica veramente presente del gruppo in quel momento, dato che per tutto il tempo del viaggio Grog e Xela non hanno fatto altro che baciarsi.
Sono una coppia molto carina e particolare: Grog dai capelli mossi e corti il giusto per coprire le orecchie di un colore castano scuro, leggermente più scuro del mio, età ormai 20 e passa, poco più alto di me, quindi come dice Xela, basso, occhi verdi smeraldo con leggere sfumature nere e una linea del viso molto delicata, che alleggeriva tanti il viso. È l'esatto contrario di Xela, un ragazzo un po' ribelle d'aspetto, con i capelli lunghi, legati una piccola treccia dietro e tutti verdi acceso, come se qualcuno gli avesse versato un barattolo di vernice verde sui capelli, nonostante ci sia una ricrescita del suo colore naturale, il nero. Occhi color ambra con sfumature invece tendenti al color castagna che lo facevano sembrare quasi un gatto. È un ragazzo molto carico, che di addice alla sua giovane età, ovvero 24 anni. Anche lui seguiva una linea molto dura di viso, ma la cosa veniva smorzata dal suo stile di vestiti, molto moderno e alternativo, con grandi catene, felpe corte, scure e larghe e jeans più stretti, quasi a sigaretta.
Per tutto il viaggio parlai con il ragazzo accanto a me, Jo, che mi raccontò con era finito con loro.
"Jo, senti, ma come sei finito con loro? Insomma, loro sono grandi e tu sei più piccolo. Inoltre, non siete parenti" chiesi con il mio solito toni da bimbo mai cresciuto, un bambino timido e insicuro, ma curioso.
"Bella domanda! Allora, io sono andato con loro in vacanza a causa del mio migliore amico, un pazzo, che sarebbe fratello di Xela. Avrebbe dovuto stare con noi fino ad oggi, ma visto che già lavora, non so come visto che è un pericolo ambulante, ha avuto un problema ed è dovuto tornare giù a Palermo" rispose dolcemente Joshua, regalandomi uno dei suoi tanti sorrisi. Annuii e poco dopo presi le mie cuffie, la mia musica scaricata e porsi una cuffia a Joshua, che accetto e iniziammo ad ascoltare musica per 1 ora, parlando del più e del meno.
Poco prima di arrivare però, il ragazzo si addormentò e io ne approfittai per prendere un libro. Era un libro universitario che avevo preso a causa del mio disturbo e dal quale non riuscivo a staccarmi: parlava della storia del design, una cosa con il quale i miei studi non hanno nulla a che fare, visto che vorrei laurearmi in lettere moderne per poi fare giornalismo. Ma niente da fare, mi sono appassionato a design e ora mi sto studiando la sua storia.
Però, straordinariamente la mia testa non riusciva a concentrarsi sulla lettura e entrati in quella fase che in inglese si chiama "Space out", fissare il vuoto, non connettere con la realtà, perdermi in un mondo che solo noi comprendiamo (e con noi intendi persone che vanno in overthinking, il pensare troppo in modo ossessivo) e avere un flusso di pensieri continui.
Iniziai a pensare a come sarebbe la mia vita se mai mi innamorassi di qualcuno. Fino a quel momento avevo avuto solo cotte momentanee, celebrità, cantanti. Non lo so onestamente come potrebbe essere. Non penso di essermi mai innamorato veramente, quindi sarebbe difficile capire quando ci cadrò, se mai cadrò nella bella, dolce e calda trappola dell'amore...eccome, me lo descrivono tutti come semplice capirlo. Sapete no? Le farfalle, la non fame, la debolezza emotiva, il rossore, il calore che ti dà questo sentimento, la gelosia, la confusione, i sorrisi a vuoto, la voglia di sprizzare gioia da tutte le parti, di saltare, di muoverti, voler vedere quella persona, volerla sentirla...a me spaventano queste cose. A me spaventano, perché non le ho mai provate e questa cosa per un ragazzo di 4a liceo è imbarazzante, ma è così. Sono ancora così puro, come dice mio padre, che mi ci vorrebbe qualcuno che mi tirasse fuori dalla mia innocentezza di pensiero.
Qualcuno come Xela, ribelle ma dolce e gentile, ma allo stesso tempo un po' stronzo, che mi insegni come reagire alla vita, come diventare grande.
Diventare grande è una cosa che mi ha sempre terrorizzato e continua a farlo, essendo stato cresciuto sotto una campana di vetro a causa dei miei innumerevoli problemi. Ho paura di ciò che mi attende dopo le superiori e questo è uno dei tanti pensieri ossessivi che mi accompagna nella mia vita da sempre.

Una volta arrivati nel cielo della Sicilia, quando sotto di noi iniziò a essere visibile il nostro bellissimo mare, il comandante ci avvisò di rimettere la cintura di sicurezza perché stavamo atterrando. Siccome Joshua dormiva gliela rimisi io, anche se con qualche difficoltà, essendo accanto a me. Iniziai a sentire intanto la discesa che stava avvenendo, sentendo come se stessimo scendo con l'ascensore, non sentendomi il sedile sotto di me e nel panico che la cosa mi creava, presi la mano di Joshua e la strinsi, involontariamente.
Quello si svegliò piano, ricambiando la mia stretta di mano, accatezzandomrla piano, come per calmarmi.
E dio mio.
Cosa non partii dentro di me.

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⏰ Last updated: Jun 21, 2023 ⏰

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