Ancora, Ancora, Ancora

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Alessandro uscì dalla doccia, avvolto solo dal suo asciugamano bianco che teneva stretto alla vita. La sua pelle era umida e morbida con delle gocce d'acqua che ancora scivolavano lungo il suo petto muscoloso. Si passò una mano tra i capelli bagnati, cercando di dare un po' di ordine alla chioma scura, tornando a passo lento al letto, dove Riccardo era seduto. «Rieccomi» l'altro si girò subito verso il più grande rimanendo a bocca aperta nel trovare un corpo così definito che sembrava essere stato scolpito nel marmo «Ti hanno mai detto che somigli al David di Michelangelo?» Alessandro sorrise lasciando che il suo viso prendesse un colore rossastro «Non esageriamo, Riccà. Sono solo un po' allenato» rispose, mentre la sua pelle ancora umida brillava sotto la luce del sole che filtrava dalla finestra. Riccardo cercò di nascondere la sua imbarazzante reazione, cercando di focalizzarsi sulla conversazione. «Da solo tra la gente, come il David a Firenze» canticchiò il più grande notando la reazione dell'altro «Vuoi un'autografo?» Entrambi si ritrovarono a ridere e la tensione si allentò per qualche istante. Riccardo, come Alessandro, era visibilmente più rilassato e si avvicinò a lui con un sorriso, ma non appena gli si avvicinò, la vista del suo corpo scolpito e del calore che emanava, fece sentire a Riccardo un senso di inadeguatezza che lo fece arrossire. Alessandro lo notò e sorrise a sua volta. Si voltò verso Riccardo, sorpreso dalla sua improvvisa uscita «Chi era?» chiese, cercando di nascondere la sua preoccupazione «Non lo so, ma sembrava molto preoccupato e arrabbiato» rispose Riccardo, cercando di mantenere un tono neutro. Alessandro sentì un nodo alla gola, immaginando potesse essere Luca, il suo fidanzato. Si sentì in colpa per non aver risposto alle sue chiamate, sapeva di dover affrontare la situazione prima o poi, ma non ora. Quando lèsse la chiamata Alessandro decise di mentire consapevolmente. Riccardo scappava sempre da lui e se avesse saputo di essere fidanzato, probabilmente, sarebbe andato via per sempre. Si era ripromesso di dirgli la verità, ma non ora, non adesso. «Pensavo fosse Gugu» disse Riccardo sedendosi di fianco il più grande «Mi ha solo scritto, però non ho solo lui come amico eh, c'è filippo, c'è francesco, marcello, elia...non ingelosirti» concluse con un sorriso così furbo sulle labbra da renderlo odioso persino a degli occhi che non riuscirebbero a vederlo mai come tale. «Non ho nulla di cui ingelosirmi, ho tutto ciò che voglio» disse convinto guardando il tramonto fuori il balcone «Se lo dici tu» disse infine il più grande. Riccardo decise di uscire fuori il balcone della stanza per ammirare il tramonto, immerso nei suoi pensieri. Alessandro lo osservò di nascosto, ammirando la bellezza del suo profilo contro la luce calda del sole che si abbassava all'orizzonte. Non aveva mai notato quanto fosse bello Riccardo, come i suoi occhi castani si illuminassero al tramonto e come i suoi capelli ricci sembrassero essere tutt'uno con quel cielo.
Riccardo prese dalla tasca un pacchetto di sigarette insieme al suo accendino preferito. «Guarda Ale» disse Riccardo facendo cenno ad Alessandro di avvicinarsi e l'altro fece come detto, posizionandosi proprio di fianco senza dire una parola. «Mi é rimasta l'ultima sigaretta, quella del desiderio» Riccardo si voltò verso di lui, sorridendo leggermente e Alessandro si perse in quegli occhi, sentendo il suo cuore aumentare i battiti. Per la prima volta si rese conto di volere altro, di desiderare quelle labbra. «Cosa desideri?» chiese il più grande osservando quelle labbra «Non si dice» rispose il piccolo continuando a fumare «E tu? Cosa desideri?» continuò espellendo il fumo. Il tempo sembrava essersi fermato con solo il fruscio delle foglie tra le loro parole. Dopo un po' Riccardo si avvicinò ad Alessandro con un sorriso tranquillo. «Allora?» chiese scrutandolo per bene e spegnendo la sigaretta. Alessandro sentì un brivido lungo la schiena, ma non riuscì a rispondere, sentendosi in balia di quegli occhi sul suo corpo. «Non desideri nulla?» insistette Riccardo, avvicinandosi sempre di più. Alessandro lo guardò negli occhi, senza riuscire a trovare le parole giuste. Il suo desiderio era intenso come quel sole che stava tramontando davanti a loro: desiderava quelle labbra sulle sue.
All'improvviso Riccardo distolse lo sguardo dalle labbra dell'altro tornando a guardare fuori «Non é bellissimo?» indicando il cielo infuocato. «Sì, lo è» rispose Alessandro, senza staccare mai il suo sguardo dal viso dell'altro. Rimasero lì, in silenzio, ad ammirare il tramonto insieme che finalmente si tuffò sotto l'orizzonte, lasciando il cielo colorato di rosso e arancione. Il piccolo dopo un po' si voltò verso Alessandro e questa volta la vicinanza tra i due fece brutti scherzi. Riccardo si irrigidì di colpo, portandolo a fare qualche passo indietro, ma Alessandro, ormai stufo di vederlo andar via, lo bloccò, dolcemente, avvicinandolo di nuovo a se «Basta, ti prego basta» sussurrò piano sulle labbra dell'altro «Non sopporto di vederti scappare da me, ancora, ancora e ancora» Fu un attimo, ma quel gesto provocò una scintilla in Riccardo. Si accorse all'improvviso di quanto avesse bisogno di Alessandro, di stare con lui, di vederlo sorridere ogni giorno. Era come se tutto ciò che aveva cercato fino a quel momento si fosse manifestato in un unico momento. Alessandro si avvicinò sempre di più, parola dopo parola, facendo scontrare le loro labbra in un bacio dolce, sofferto e atteso. Riccardo rimase immobile, con gli occhi chiusi e il cuore che batteva all'impazzata mentre ricambiava quel bacio desiderato e sofferto. Il piccolo si sentì sopraffatto dalle emozioni e si abbandonò al bacio del più grande. Tutte le loro paure sembrarono sparite, lasciandosi andare completamente e stringendosi l'un l'altro in un abbraccio, approfittando di quell'attimo di felicità. Il bacio durò qualche istante, ma sembrò durare una vita. Quando si separarono, entrambi rimasero senza fiato, con gli occhi che brillavano di felicità. «Cazzo...scusa Richi, non volevo, sono stato un'idiota» ripeté più volte Alessandro con le mani in faccia, mentre Riccardo rimase in silenzio passandosi due dita sulle labbra. «Tranquillo, però ora devo davvero andarmene» Iniziò a raccogliere le sue cose mentre lo sguardo di alessandro continuava a bruciargli sulla pelle senza dire nulla. Sapeva di aver sbagliato e di aver mandato tutto a puttane, ma si limitò a fare un cenno con la testa, come per fargli capire che aveva capito. Riccardo prese il suo zaino e si avviò verso la porta, consapevole che tutto fosse cambiato e che forse non sarebbe mai più tornato come prima. Si voltò ancora una volta verso Alessandro, cercando di trattenere le lacrime che stavano per cedere sul viso. «Ciao» disse con un filo di voce spezzato, prima di uscire dalla stanza. Alessandro lo guardò andare, sentendo un vuoto, dentro di sé, crescere man mano.

Alessandro si sdraiò sul letto lasciandosi completamente andare alle emozioni. No Pianse, pianse tanto, il ricordo della notte passata con Riccardo, e di quel bacio, era limpido nella sua mente. Non riusciva più a comprendere cosa gli passasse per la testa. Riccardo gli piaceva? o voleva solo scappare da Luca? Era andato contro l'unica cosa che si era sempre ripromesso di non fare: tradire il proprio ragazzo. Si sentiva una merda, aveva bisogno di parlare con qualcuno, magari di ricevere un abbraccio, ma l'unica cosa che poté fare fu prendere il telefono, ignorare le varie chiamate e messaggi e scrivere al suo amico Gugu con le mani tremanti -Ho baciato Riccardo, lui ha ricambiato, ma è andato via subito dopo, sono convinto stesse per piangere. Sono un coglione, non so più cosa fare.- Il suo amico, stranamente, rispose quasi subito -Ecco perché sei sparito. Perché saresti coglione? Ti rispondi da solo quando mi dici che ha ricambiato il bacio. Capiscilo però, all'improvviso un ragazzo lo bacia, é confuso e ci sta, stai tranquillo- Alessandro lèsse quel messaggio un paio di volte: Riccardo aveva veramente ricambiato il bacio, ma se fosse stato solo una risposta istintiva? Alessandro si riempì la testa di queste domande ottenendo un mal di testa non indifferente. Era stanco, stanco di pensare e stanco di dover lottare per ottenere qualcosa dalle persone. Quel mal di testa e questi pensieri lo stavano distruggendo. «Sono diventato come te» disse tra sé e sé continuando a piangere. Alessandro si sentì perso e confuso, soprattutto un peso per chiunque gli fosse accanto. Non sapeva più quale fosse la giusta direzione da prendere. Era travolto da un mix di emozioni contrastanti: la felicità per aver baciato Riccardo, la delusione per aver tradito Luca, la paura di non sapere cosa fare ora e la frustrazione di non riuscire a capire i propri sentimenti.

La situazione sembrò calmarsi dopo una decina di minuti. Il respiro di Alessandro si fece tranquillo e lacrime cessarono di scendere. Era ancora disteso nel suo letto quando il telefono riprese a squillare. Il solo risuono di quella suoneria fece sudare freddo il moro, con la paura che dietro quella chiamata potesse esserci Luca o peggio Riccardo. Quando prese il telefono metà delle paranoie andarono via, era Michelangelo. Si sorprese nel leggere quel nome, ma allo stesso tempo no, essendo migliore amico di Riccardo. Alessandro accettò la chiamata rimanendo in un religioso silenzio «Ale? Pronto?» iniziò a dire Michelangelo un paio di volte prima di ricevere risposta «Si, sono qui, dimmi» rispose Alessandro con voce spezzata «Senti so di aver trattato abbastanza male Riccardo, ma puoi dirgli che mi ero solo spaventato?» sentire il nome di Riccardo fece sobbalzare il cuore del più grande. «Sì, ma non siamo più insieme, é andato via» rispose con una voce che, ad ogni parola, sembrava spezzarsi sempre di più. «Ah, ok...tutto bene Ale?» e furono proprio queste parole a lasciar andare il più grande in un pianto liberatorio. Il più grande odiava farsi vedere così: Vulnerabile, ma piangere gli parve l'unica cosa semplice da fare. «Dove sei? Che succede? Vengo lì?» queste parole spaventarono Alessandro, non voleva vedersi con nessuno in quel momento e odiava l'idea di farsi vedere così da qualcuno. «No Michi, va tutto bene, é solo un periodo strano, sai con Luca, l'album...» rispose, infine, Alessandro asciugandosi le lacrime e Michelangelo sembrò credere a queste parole, oppure fece finta di crederci. Preso dall'imbarazzo, decise di chiudere la chiamata, senza dire nulla, lasciandosi andare in quel immenso letto, che aveva ingabbiato il profumo di entrambi. Era stanco, distrutto e deluso, probabilmente non si sarebbe mai più fidato di se stesso, ma avrebbe baciato quelle labbra ancora mille volte, le avrebbe baciate ancora, ancora, ancora.

Volevo fossi MioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora