2- CORINNA

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Dopo aver fatto una doccia rigenerante, esco dal box doccia con un asciugamano che mi copre il corpo mentre i capelli gocciolano per tutto il pavimento del bagno. Sbuffo, infastidita per questa situazione in cui mi sono cacciata da sola. Mio padre sarà preoccupato per me e spero che abbia già mandato qualcuno a cercarmi. Anche se non ho bisogno di aiuto, in qualche modo riuscirò a trovare da sola come fuggire dal mio rapitore. Con un asciugamano pulisco lo specchio, appannato dal vapore e appena scorgo il mio viso mi viene da prenderlo a testate. I miei occhi azzurri una volta erano pieni di gioia, ma adesso sono tetri come le occhiaie che li circondano. Maledetto bestione! Con questi pensieri mi asciugo velocemente mentre cerco di domare la chioma ribelle dei miei ricci neri. Esco dal bagno nuda mentre penso a cosa posso mettermi, visto che nella cabina armadio ci sono solo vestiti da uomo. Trovo ad aspettarmi sul letto un vestito lungo rosso rubino, della biancheria intima in pizzo rosso e delle scarpe col tacco alto. Faccio una smorfia di disgusto, guardando quel vestito che non mi rispecchia per niente. Tiro un respiro frustrato perché mi devo rassegnare a metterlo, se non voglio andare a cena nuda. Penso che il bestione ne sarebbe compiaciuto se mi presentassi nuda alla sua tavola, di certo mangerebbe me e non la sua cena. Mi sale un brivido lungo la schiena solo al pensiero di essere mangiata da lui e non nel senso eccitante del termine. Mi rassegno ad indossare quel vestito che mi fascia le curve alla perfezione, sembra quasi fatto su misura per me. Mi arriva fino ai piedi e oltre, visto che sono una nana tascabile e se non fosse per i tacchi alti che mi danno qualche centimetro in più inciamperei nelle pieghe della gonna. Mi d'ho un'ultima sistemata alla matassa ribelle dei miei ricci mentre bussano alla porta. Entra un energumeno biondo, con gli occhi celesti e un sorriso da mercante. Lo riconosco dall'odore, è l'altro lupo che mi voleva attaccare nel bosco. Mi metto in guardia e lo fisso minacciosa. «Ehilà, sono Colin il beta di Darden. Devo scusarmi per il mio comportamento inappropriato nel bosco.» mi dice mogio e con il pentimento negli occhi. Mi rilasso, al contrario del bestione Colin si sa scusare a dovere e il mio istinto mi dice che è sincero. «Tranquillo, è tutto passato. Io sono Corinna ma puoi chiamarmi Cory» gli dico sorridendo mentre lui ricambia raggiante. «Va bene Cory. Allora ti faccio strada» mi risponde sempre con il sorriso mentre mi indica la porta aperta. Annuisco in risposta ed inizio ad incamminarmi accanto a lui. Mi guardo in giro per il corridoio lugubre, ricoperto di affreschi spaventosi che mi fanno salire dei brividi lungo la schiena. Colin mi guarda sorridendo mentre cerca di adeguare la sua falcata alla mia camminata incerta su quei trampoli di tacchi. Cerco una via d'uscita disperatamente quando scendiamo le enormi scalinate in marmo nero che portano al primo piano, ma l'unica uscita è sorvegliata da quattro guardie che mi guardano minacciosamente. «Ti avverto che se provi solo a pensare di scappare Darden te la farà pagare cara» mi minaccia Colin appena giriamo a sinistra rispetto al portone e lasciamo dietro le guardie. Ci immergiamo in un lungo corridoio con soffitti alti e finestre lunghe e strette che fanno arrivare poca luce all'interno. «Non sono così stupida da tentare una fuga in questo momento Colin» gli dico sorridendo angelica mentre nel mio cervello inizia già ad esserci un piano. Colin annuisce, distratto a guardare la porta infondo al corridoio. Mi guardo in giro curiosa e sono sempre più convinta di essere imprigionata in un castello. Quando arriviamo davanti al portone si iniziano a sentire voci di persone che chiacchierano allegre, ecco perché non c'era in giro nessuno. Sono tutti dietro questa porta. Il panico inizia ad avere la meglio, sarò giudicata e derisa da tutto il branco del bestione. Mi blocco a fissare la porta mentre Colin mi guarda incerto su come comportarsi. Faccio un respiro profondo, mi devo concentrare per tirare fuori la grinta e il coraggio che ho sempre avuto. Forza Corinna, tira fuori gli attributi che hai sempre avuto! Faccio un cenno a Colin, mi guarda per assicurarsi che io sia pronta e quando vede il mio sguardo risoluto, apre le pesanti porte. Tutte le teste dei presenti si girano nella nostra direzione, la sala è enorme con tavoli lunghi in legno e in fondo rialzato da tre gradini un altro tavolo dove c'è seduto Darden e ai suoi lati ci sono due sedie libere e all'estrema destra c'è una donna minuta che guarda Colin con un sorriso raggiante. Mi faccio coraggio e avanzo lungo la navata centrale mentre gli sguardi dei commensali seguono ogni mio passo, le donne mi scrutano con invidia mentre gli uomini con desiderio, ma io li ignoro perché il mio sguardo è concentrato sul bestione. Con i suoi occhi lilla che mi guardano famelici tutto il corpo. Arrivo all'inizio dei gradini e lo guardo con aria di sfida, con il sopracciglio alzato e le braccia incrociate al petto. Cala un silenzio di tomba su tutti i presenti mentre nell'aria permane il potere di Darden e l'aspettativa di come si comporterà con me. Sul suo viso spunta un sorriso per niente rassicurante e che mi fa quasi pentire di averlo sfidato così apertamente davanti a tutti. Quasi perché sono pur sempre figlia di un Alpha e futura erede, non sono abituata a farmi mettere i bastoni tra le ruote da un bruto prepotente come il bestione. Anche se con quello sguardo mi fa salire i brividi di eccitazione che fatico a frenare, ma devo darmi una calmata si tratta del mio rapitore. E anche del tuo compagno Cory! Mi ricorda una vocina fastidiosa che caccio dalla mia mente in fretta e furia. Prego la dea Mani che mi faccia fuggire sana e salva da questo bestione. «Bene ragazzina, accomodati pure al mio fianco» mi dice autoritario e sfidandomi con gli occhi a contraddirlo davanti al suo branco. Oh, povero bestione, non sa in che guaio si è cacciato. Penso diabolica mentre mi spunta un sorriso accattivante sulle labbra. «La ragazzina ha un nome e preferisco morire affamata che stare al tuo fianco» gli dico irritata per il brutto soprannome che mi ha affibbiato mentre lascio trasparire il mio potere e il mio lupo smania nell'uscire per sfidarlo. Il bestione mi guarda digrignando i denti e fulminandomi con lo sguardo, mentre Colin lo raggiunge ghignando di soppiatto e si siede al suo fianco. «Allora illuminami con il tuo nome, ragazzina» mi dice con tono sarcastico e rimarcando su quello stupido soprannome. Ora mi sta facendo veramente incazzare e di brutto. «Sono Corinna Black, figlia dell'Alpha dei BlackFlame» gli rispondo ghignando soddisfatta e con un tono di voce alto per farmi sentire da tutto il suo branco. Colin si irrigidisce sulla sedia e mi guarda con gli occhi sbarrati mentre la donna vicino a lui si mette una mano sulla bocca. Tutta la sala trasalisce, sentendo il nome del mio branco e io sorrido compiaciuta. Darden non è per niente contento e mi guarda in modo strano mentre so per certo che sta valutando cosa farne di me. Bene, bene. Di certo non si aspettava che fossi la figlia del suo nemico e con questo sono riuscita a sorprenderlo. 1 a 0 per Corinna. Esulto interiormente mentre al di fuori sono impassibile, forse con solo un sorrisetto di derisione. «Bene Corinna, benvenuta nel tuo nuovo branco i Wild Storm» mi dice con un sorriso sinistro in volto e capisco che mi ha fottuta in pieno. Non gli interessa chi io sia, mi vuole ad ogni costo anche se così facendo si mette contro il mio branco. «Non farò mai parte del tuo branco Darden, mettitelo bene in testa» gli dico ringhiando mentre inizio a tremare per la rabbia. «Oh certo che ne farai parte e soprattutto diventerai la mia compagna, che ti piaccia o no ragazzina» mi dice in tono autoritario mentre mi guarda dall'alto in basso. «Mai! Preferisco marcire in una cella per sempre!» gli dico urlando, ormai sono incazzata nera e non mi interessa un fico secco delle ripercussioni che subirò. Il bestione si alza dalla sedia in uno scatto mentre picchia i pugni sul tavolo, il suono si propaga in tutta la stanza e mi mette i brividi. Ci manca poco che spacca il tavolo in due. Mi raggiunge con passo felino mentre i suoi occhi diventano completamenti rossi dalla rabbia. Maledizione, mi sono messa nei guai fino al collo. «Donna devi portarmi rispetto come tuo compagno e soprattutto devi portare rispetto al tuo nuovo branco» mi dice ad un palmo dal naso mentre il suo sguardo assassino mi perfora il cranio. Mi irrigidisco per la sua vicinanza, il mio istinto vorrebbe saltargli addosso e baciarlo fino allo sfinimento, ma il mio cervello mi ricorda che è il mio nemico e che vorrei solo accoltellarlo. «Tu non sarai mai il mio compagno e soprattutto il mio branco sono i BlackFlame» lo minaccio annullando ogni distanza. Lo guardo in cagnesco mentre gli tengo testa e giuro finché avrò vita che non mi lascerò mai calpestare da lui. Lo sento imprecare in una lingua a me sconosciuta, potrebbe sembrare in norvegese o svedese ma non ne sarei così sicura. «Ragazzina tu sei nei guai seri» mi dice in tono minaccioso prima di caricarmi sulla spalla come un sacco di patate. Lancio un urlo per la sorpresa, non mi aspettavo questo gesto da lui. «Lasciami andare, maledetto!» gli urlo contro mentre mi dimeno dalla sua presa e inizio a tirargli pugni sulla schiena. Nella sala scoppia una risata generale per la scena che stiamo offrendo al suo branco, lo ammetto, visto da fuori deve essere molto esilarante. Per tutto il tragitto lo riempio di insulti e botte mentre lui li incassa senza difficoltà mentre cammina imperterrito. Arriviamo alle scale e mi sento sballotta da una parte all'altra, penso che se avessi mangiato avrei vomitato tutto. «Sta buona, ragazzina» mi dice grugnendo mentre mi sistema meglio sulla sua spalla e io lancio un gemito di dolore. «Mai» gli rispondo continuando a tempestarlo di pugni e improperi contro di lui. «Allora l'hai voluto tu» mi dice malefico prima di morsicarmi violentemente il mio povero culo. Lancio un urlo di dolore e se possibile lo picchio ancora con più violenza e alla fine riesco a raggiungere anch'io la sua chiappa destra che mordo con rabbia. «Ora basta!» urla infuriato mentre apre la porta della camera dove mi aveva tenuto rinchiusa e mi butta sul letto. Cado in malo modo sul materasso lanciando un grugnito. «Hai iniziato tu maledetto!» gli dico alzandomi dal letto e andandoli incontro come una furia. «Io? Sei tu che hai iniziato a picchiarmi e insultarmi» mi dice incazzato nero e abbassandosi alla mia altezza, che ammettiamolo è quasi quaranta centimetri in meno. «Non dire baggianate!» gli dico con sguardo infuocato. «Tu ora rimarrai qui, finché non imparerai le buone maniere. E penso che con il tuo caratterino resterai rinchiusa qui per sempre» mi dice con un ghigno malefico mentre si alza in tutta la sua stazza imponente. Esce di fretta, sbattendosi la porta dietro di sé e chiudendola a chiave. Maledetto bastardo! Te la farò pagare, anche se fosse l'ultima cosa che farò nella mia vita. La pagherai cara Darden! Penso, inveendo contro di lui finché non ho voce e mi accascio sul pavimento, distrutta e con la speranza di fuggire che sfuma sotto le mie dita. Scuoto la testa per i miei pensieri negativi e giuro a me stessa di trovare un modo per fuggire e di fargliela pagare al bestione. So essere molto vendicativa.


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Ciao bella gente :)

volevo avvertirvi che i capitoli li pubblicherò una volta  alla settimana/ogni due settimane, 

Fatemi sapere cosa ne pensate ;)

Bacii


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⏰ Última actualización: May 05, 2023 ⏰

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CORINNA-tra le fauci del mio peggior nemico (My alpha serie I)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora