18. ALLERTA

153 10 0
                                    

 Sonia non tornava alla Morgan da quando si era rimessa con Arthur. A pranzo non la vedevo più e mi telefonava di rado. Non ero offesa, anzi: stavano recuperando il tempo perduto, ed ero contenta che fosse troppo occupata per chiamarmi. Inoltre, quando mi telefonava da casa di Arth, era strano sentire Charles in sottofondo, e a dire la verità ero un po' invidiosa che, a differenza di me, potesse trascorrere del tempo con lui.

Io e Lando ci frequentavamo sempre più e mi faceva egoisticamente piacere che fosse solo come me. Andavamo a lezione, mangiavamo, studiavamo insieme; persino Denise si abituò ad averlo attorno.

Mentre fumava davanti alla Morgan, sentii le mie dita intorpidirsi per il gelo.

«Per darti sostegno morale finirò congelata... Non pensi mai di smettere? Fallo per me!» domandai.

Lando scoppiò a ridere. «Ti voglio bene, Sofia, davvero. Ma no, non smetterò.»

«Sofia?»

Mi girai verso il marciapiede e vidi Potter avvicinarsi con le mani in tasca, le labbra secche e il naso rosso. Sorrisi quando fece finta di portarsi una sigaretta alle labbra ed espirò uno sbuffo di condensa.

«In questo modo risparmieresti un sacco di soldi, Lando», osservò sorridendo.

«Perché oggi ce l'hanno tutti con me per il fumo?» replicò seccato.

«Che c'è Potter?» domandai.

Lui pescò due biglietti dalla tasca. «È uscito quel nuovo film sul Vietnam. L'altro giorno hai detto che volevi vederlo e ho pensato di prendere due biglietti per stasera.»

«Niente pressioni», commentò Lando.

«Posso andarci con Brad, se sei occupata», ribatté con un'alzata di spalle.

«Quindi non è un appuntamento?» indagai.

«No, solo un gesto d'amicizia.»

«Abbiamo visto com'è andata l'ultima volta», lo schernì Lando.

«Sta' zitto!» risposi ridacchiando. «È una bella idea, Potter, grazie.»

Lui s'illuminò. «Prima ti va di mangiare una pizza o qualcos'altro? Non mi piace quello che vendono al cinema.»

«La pizza va benissimo», risposi con un cenno.

«Il film è alle nove, quindi passo a prenderti verso le sei e mezzo?»

Annuii e Potter se ne andò salutandomi.

«Oddio», esclamò Lando. «Sei una masochista, Sofia. Sai che Charles non sarà contento quando lo verrà a sapere.»

«Lo hai sentito: non è un appuntamento. E non posso vivere in base all'umore di Charles. Lui non mi ha interpellata prima di portarsi a casa Megan.»

«Te la sei proprio legata al dito, eh?»

«Già.»

Ci sedemmo a un tavolo d'angolo e mi sfregai le mani guantate per scaldarmi. Non potei fare a meno di notare che era lo stesso a cui ci eravamo seduti io e Charles la prima sera in cui eravamo usciti. Sorrisi a quel pensiero.

«Che c'è di divertente?» sondò Potter.

«Niente, è solo che mi piace questo posto. Mi ricorda bei momenti.»

«Porti il braccialetto», osservò.

Guardai i diamanti luccicare sul polso. «Ti ho detto che mi piaceva.»

La cameriera ci porse i menu e prese l'ordine delle bevande. Potter mi aggiornò sui suoi progressi per il test di ammissione a medicina. Quando la cameriera portò le birre, non aveva quasi ripreso fiato. Sembrava nervoso e mi chiesi se, al di là di quanto aveva detto, non lo considerasse un vero appuntamento.

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercWhere stories live. Discover now