❝ 04 ❞

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capitolo quattro — ogni persona è importante, ogni vita è essenziale.


Quella notte Avery l'aveva passata a fianco di Jasper. Il ragazzo era vivo, ma aveva difficoltà a respirare e aveva passato la notte a gemere. Le ferite erano infette e Clarke stava facendo il possibile.

L'unico momento in cui Avery si allontanò dal ragazzo negli ultimi tre giorni era stata quella mattina per prendere un po' di acqua pulita e perché Monty gliel'aveva imposto.

Octavia era andata a trovarla varie volte e le aveva raccontato di quello che era successo in sua assenze: aveva pomiciato con Atom, Bellamy lo aveva scoperto e l'aveva appeso a un albero per l'intera notte.

Al momento stava aiutando Octavia a raccogliere vari materiali e si era fermata a guardare Bellamy e il suo gruppetto. Il maggiore dei Blake stava cercando di insegnare ai suoi scagnozzi come lanciare un coltello. Murphy ci provava continuamente e continuamente falliva.

Un po' per dimostrare il suo potere, un po' per divertimento Avery prese il suo coltello e lo tirò contro il tronco, sfiorando Murphy.

Il ragazzo si voltò di scatto e guardò Avery sorpreso e spaventato. "Potevi uccidermi."

"Purtroppo respiri ancora" rispose la ragazza sfacciata, raggiungendo il gruppo. Octavia lo osservò togliere il coltello dal tronco e rivolgersi a Murphy.

"Minaccia un'altra volta di uccidere Jasper e sarà questo coltello a colpirti nel petto. E nessuno si preoccuperà per te come per Jasper."

Avery se ne andò scontrandosi di proposito contro Bellamy, il quale stava capendo di averla completamente sottovalutata.

"Potresti venire con noi."

"Dove?" chiese Avery voltandosi. Era stato uno dei ragazzi, Jones, a parlare.

"A caccia."

"Non se ne parla" obiettò Bellamy.

"Allora ci sto" affermò Avery sorridendo compiaciuta vedendo l'espressione contraria di Bellamy.

La lealtà dei Cento stava vacillando: c'era chi stava con Bellamy e chi stava con Avery, chi voleva uccidere Jasper e chi voleva salvarlo. Non c'erano vie di mezzo. Il Re che faceva il volere del suo popolo o la Regina che voleva che tutto il popolo sopravvivesse.

Altre grida da parte di Jasper richiamarono l'attenzione di Avery. La ragazza se ne andò prima che Bellamy o qualcun altro potesse dirle qualcosa. Doveva avvisare Monty che avrebbe lasciato il campo per un po'.

Avery non si ritirava quando diceva che avrebbe fatto qualcosa.

Salendo la scaletta della navicella e arrivando all'ultimo piano, Avery vide Clarke intenta a pulire le ferite di Jasper. Anche Monty, Finn e Wells erano lì.

"Miglioramenti?" domandò Avery sedendosi accanto all'amico e spostandogli una ciocca di capelli sudati dalla fronte.

"No, la ferita è infetta."

"Puoi fare qualcosa, Clarke?"

La bionda alzò la testa e annuì lentamente. Mentre ordinò a Wells e a Finn di tenerlo fermo, prese un coltello e lo scaldò sul fuoco che avevano acceso per riscaldare Jasper.

"Non ci piacerà vero?" chiese Monty parlando anche per Avery.

"L'unico modo è esportare la pelle infetta."

Clarke aspettò guardando Avery e Monty, la decisione spettava a loro. La rossa sia avvicinò al ragazzo, gli sussurrò che sarebbe andato tutto bene e poi guardò Clarke. Alla bionda non servì che Avery parlasse e cominciò il suo lavoro.

Jasper iniziò a urlare per il dolore e poco dopo arrivò anche Octavia seguita da Bellamy.

"Avery, cosa fai? Così lo ammazza!"

"Gli sta salvando la vita" controbatté la rossa.

"Non può."

Avery, che non aveva spostato lo sguardo da Jasper, alzò la testa incontrando gli occhi di Bellamy.

"Tu che ci fai qui? Vattene" le parole uscirono dalla bocca di Avery con un tono che si poteva definire quasi pieno di odio. "Non l'abbiamo riportato qui per lasciarlo morire."

"È spacciato. Se non lo capisci sei un'illusa. Ci sta facendo impazzire tut-"

"Mi dispiace che Jasper sia un problema per te, Bellamy. Ma questa non è l'Arca. Ogni persona è importante, ogni vita è essenziale" sbottò Avery sentendo la rabbia crescere.

"Perché non lo guardi bene? È una causa persa."

Avery lo guardò bene, ma differenza di Bellamy non vedeva una causa persa. Vedeva un combattente che lottava per la sua vita e che sarebbe sopravvissuto.

"Avery" la richiamò Clarke "Ho passato la vita a guardare mia madre curare le persone. Se dico che c'è speranza, c'è speranza."

"Non si tratta di speranza, ma di coraggio" si intromise nuovamente Bellamy, "Tu non hai la forza di fare scelte difficili, io sì. Sta così da tre giorni. Se non migliora entro domani lo ucciderò io stesso."

Nessuno osò parlare vedendo Avery alzarsi in piedi e mettersi tra Bellamy e l'uscita.

"Forse è meglio che andiamo a caccia e che tu ti sfoga. Se vorrai uccidere Jasper dovrai prima uccidere me."

Si spostò facendo capire a Bellamy di scendere e lui per non peggiorare la situazione decise di fare come le diceva. Prima di scendere Avery guardò ognuno dei presenti e si soffermò su Monty.

"Proteggi nostro fratello, Monty."

Solo dopo che il ragazzo dai tratti asiatici annuì, Avery scese giù e raggiunse il gruppo di caccia vicino alla tenda di Bellamy.

Sarebbero stati sei: Avery, Bellamy, Atom, Jones e altre due ragazze. Ognuno di loro stava prendendo un arma e Avery prese soltanto qualche coltello in più. Si trovava bene con quell'arma, perché aveva una mira molto buona.

Quando tutti furono pronti il gruppo cominciò ad addentrarsi nel bosco. Avery si trovò a stare davanti a tutti, ma fu presto raggiunta da Blake.

"Restami vicino."

"Come hai visto lavoro meglio da sola."

"Non era una richiesta" Bellamy prese la ragazza dal braccio, fermandola. "Tu stai nel gruppo con me e Atom."

"D'accordo, mio Re" fu la risposta che Avery gli diede mostrando la sua sfacciataggine nei suoi confronti, per poi liberarsi dalla sua presa.

Se Bellamy voleva tenere sotto controllo Avery avrebbe dovuto prima sudare parecchio.

THEIR QUEEN , b. blake¹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora