Prologo

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A scuola arrivò l'iscrizione per i posti di lavoro e per chi era riuscito, il modulo di iscrizione per l'università

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A scuola arrivò l'iscrizione per i posti di lavoro e per chi era riuscito, il modulo di iscrizione per l'università.
Jungkook era finito nella fascia media di posti di lavori: in realtà a lui non importava nemmeno più di tanto continuare gli studi anche se mia madre e Jin lo invogliavano a seguirmi con l'obiettivo dell'Università. Diceva sempre che io ero portato per studiare mentre lui, preferiva andare a lavorare, non essere più dipendente dal fratello che continuava a crescere lui e suo figlio: Io capitai tra i fortunati ad aver ottenuto la borsa di studio per l'università di Seul, neanche i figli dei più benestanti riuscirono ad ottenere un risultato così alto; ancora ricordo lo sguardo pieno di orgoglio di mio padre, le sue mani sporche di lavoro e dignità toccavano la lettera con sopra il simbolo dell'Università, lèggeva quella lettera ad alta voce, quasi voleva urlare al mondo che con i suoi stenti era riuscito a far entrare all'università suo figlio, che poteva diventare qualcuno, uscire da quella zona poco onesta, avere un futuro dignitoso. Mia madre commossa se ne stava accanto a lui, un po' preoccupata per me che dovevo frequentate da pendolare, svegliarmi la mattina presto per seguire le lezioni: la borsa di studio ricopriva solo i costi annuali, l'iscrizione toccava pagarla da per se non avevo ottenuto il posto ai collegi.
Sarei entrato nella facoltà di lettere , il mio obiettivo era quello di diventare un professore di filosofia, oppure proseguire con la carriera giornalistica in un master: anche se non volevo farlo notare, i miei occhi erano pieni di emozioni alla sola idea che ero riuscito a concretizzare il mio obbiettivo o per lo meno ci ero vicino.
Tutti i miei amici si congratularono con me, Yoongi che prese l'officina del padre e dello zio, Hobi era finito in fabbrica insieme a Jungkook, era un'azienda che produceva metallo per il consumo elettronico, e così tutte le mattina, all'alba, io mi alzavo per andare in università cercando di non perdere l'unico tram che passava per Hanok e arrivare in città, e lui mi stampava un bacio per andare a lavorare, ritornando la sera tardi.
È così non eravamo più dei ragazzi adolescenti, nessuno più andava al parchetto tutti i giorni, il lavoro, la vita che aveva assunto altri ritmi, ci portava a incontrarci casualmente, e non eravamo mai tutti, qualcuno finiva sul tardi, altri rincasavano un ora prima, ma noi rimanevamo sempre insieme, anche se avevamo preso strade diverse, io ritornavo sempre da lui, nessuno letto condiviso, nemmeno l'intimità del sonno avevano preso il posto di qualcuno altro. Ed io lo guardavo mentre diventava sempre più uomo, baciavo il suo corpo sporco di cenere, le sue mani che prima erano morbide ora erano ruvide per via del lavoro: e il suo sguardo, appagato nel vedermi studiare la notte per gli esami, il suo sostegno era la mia forza nell'andare avanti.
Anche se davanti a noi si stava aprendo un mondo nuovo, pieno di responsabilità e le persone si aspettavano una maturità da noi, dovevamo adattarci a quello che saremo stati, trovare il nostro posto nel mondo, capire chi eravamo, ma niente e nessuno, nemmeno Hanok, ci poteva dividerci.

Mille inverni - TaekookWhere stories live. Discover now