Chapter twenty seven

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Al mio risveglio, mi sentivo un po' indolenzita e stordita.
Sentivo la testa pesante, una strana sensazione nel mio corpo, ma qualcosa che mi faceva stare meglio era il fatto che sentivo quel profumo che amavo tanto.

Aprì gli occhi assonnata, ero nella mia camera, mi rigirai fra le coperte stiracchiandomi, notai che fossi ancora con il vestito di ieri sera, e una giacca nera e grande a me sconosciuta addosso che odorava di buono.

Aspetta un secondo..

Perché non avevo le mie mutande addosso?!

Spalancai gli occhi con la mano in bocca quando mi vennero delle scene di ieri sera in mente.

Lui mi ha vista nuda, mi ha toccata!
Mi sentì bruciare come non mai, mi chiusi a riccio nel letto e rimasi li a pensare e a pensare sotto shock, l'ho fatto veramente?
Poi perché avevo in mente delle immagini con un coltello?!?
Ho davvero permesso che mi toccasse?! No, ero ubriaca, era stato lui ad ingannarmi...

Mi vennero le lacrime scioccata, dovevo fargli male, vendicarmi, invece guarda cosa è successo.
Non capivo nemmeno perché non mi aveva presa e portata via, non era ciò che voleva?
Mi alzai e andai subito a farmi un bagno, avevo le gambe strane, indolenzite e avevo zero voglia di andare a scuola oggi, sarei rimasta a casa.

Dissi a Jenny, la cameriera, di non venire per aiutarmi e che avrei fatto tutto da sola, ero piena di succhiotti santo cielo, pure sul seno!
Non potevo farmi vedere in questo stato.

Il mio rossore in viso non era nemmeno scomparso, anzi.
Misi delle creme per alleviare un po' il dolore e feci la mia
skin care per rilassarmi un po', quando finì andai a vestirmi, misi una tuta grigia abbinata per coprire tutto e feci una treccia al volo.

Ora era il momento di uscire dalla mia stanza, mi feci coraggio.

I miei sospetti verso "Mattias" erano sempre stati veri, ecco perché mi ricordava Azron e mi era cosi famigliare, lui era realmente Azron, ma sotto copertura, era sempre stato accanto a me, sotto il mio naso per più di una settimana, che ingenua che sono.

Mi avvicinai a lui appena uscì e lo fulminai, mi guardai intorno prima di avvinghiarmi su di lui arrabbiata "S-sei tutto matto!" mi lamentai e sentì la sua risata, si scansò da me per le botte che gli stavo dando "Ieri sera lo eri più di me" ghignò e portò la sua mano sul mio collo abbassando la felpa, sfiorando il suo capolavoro sulla mia pelle.

"Ho fatto un bel lavoro, peccato che tu li nasconda, e da come ti tremano le gambe si vede che ti ho dato un bel e intenso orgasmo" disse ridacchiando e mi sentì bruciare "N-non puoi toccarmi, mi hai vista- ieri non ero in me- t-tu-" balbettai e mi stavo inceppando male.

"Io?" mi incitò "Ti voglio fuori da casa mia! Stai certo che ti ritroverai fuori a calci da me!" gli puntai il dito e cercai di allontanarmi "Non penso" disse "Ti sei preso gioco di me ieri e non ero sobria!" borbottai e mi strinse di più "Eri abbastanza in te quando mi baciavi e ti stavo facendo un ditalino, credimi" ringhiò e mi imbronciai.

"D-ditalino?" chiesi senza rendermene conto e ghignò "Esatto, sai è quando-" "Z-zitto ho capito, ma tu hai qualcosa che mi appartiene razza di malato" sussurrai sempre più scandalizzata e ridacchiò "Già, le tue mutandine rimarranno con me finché non ti avrò nel mio letto tutti i giorni" disse e lo schiaffeggiai indignata "Sei un animale!" dissi arrabbiata e me ne andai ferita, come si era permesso?

Andai a fare colazione e baciai la guancia ai miei genitori dandogli il buongiorno e mi sedetti con loro a tavola, "Serafina, non vai a scuola oggi?" chiese mio padre "Non sto bene padre, seguirò da casa" dissi e annuirono "Se te la senti dopo volevo scendere in città per comprarci due abiti per la cerimonia di tuo cugino, il tema è verde smeraldo, vediamo di procurarci qualcosa per la prossima settimana" disse mia madre e annuì, anche se mi venne in mente la scena del mio rapimento in quella boutique, sentì i brividi rivivendo tutta la scena in mente.

Assassin's princessWhere stories live. Discover now