Capitolo 4

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Per Levi era un no categorico andare a casa di quel tizio di cui non conosceva nemmeno il nome tra l'altro. Per fare cosa, poi ? Stare alle sue comodità e offrirgli i servizi solo a suo piacimento ? Come se già non lo facesse anche gli altri giorni.

"Hanji. Cosa ?"
Sperò tanto di non aver capito. Avrebbe tanto voluto sprofondare sotto terra, dentro quella poltrona sulla quale era seduto. Già si sentiva una delle peggiori troie, poi doveva anche offrire qualche servizio a domicilio. Nemmeno se gli avesse offerto dei milioni.

"Lui vuole questo. È uno Yakuza, Levi. Non è gente con la quale scherzare."
Si aggiustò gli occhiali sulla punta del naso. Quel giorno era vestita come tutti gli altri: una semplice camicia bianca e dei pantaloni neri, poi aveva sempre quei capelli raccolti con una coda.

"E se mi rifiutassi ? Dopotutto anch'io ho una facoltà a scegliere qualcosa."
Sussurrò il corvino.
Incazzato era dire poco.

"Vedrò cosa posso fare per giungere a un compromesso con lui. Anche se lo vedo abbastanza difficile, vista la sua posizione."
Sospirò la donna, stiracchiandosi contro lo schienale della poltrona e scrutando il corvino da dietro le spesse lenti degli occhiali.
Non la vedeva facile, così come nemmeno Levi vedeva quella questione altrettanto facile.
Avere a che fare con gente comune era una cosa, ma si parlava di un mafioso in quel momento. Uno con la quale non si poteva scherzare e si dovevano evitare degli eventuali passi falsi.

Si alzò dalla sedia nel momento in cui vide Hanji prendere il telefono e fargli segno di andare fuori, mentre avviava la chiamata.
Così fece, ma invece di rimanere fuori dal suo ufficio ad aspettare una buona notizia per lui se ne andò in camera sua.
Hanji sapeva dove avrebbe potuto trovarlo e nel caso lo avrebbe potuto chiamare lei.

Raggiunse la sua stanza, che si trovava non poco distante dall'ufficio della donna, entrò e si spogliò.
Sapeva che avrebbe dovuto incontrare un cliente a breve, Hanji gli aveva già accennato l'incontro quella stessa mattina in cui era andato da suo zio.

Si infilò qualcosa di più comodo, una vestaglia che sicuramente sarebbe finita sul pavimento da lì a poco e uscì di nuovo dalla stanza.
Quella casa di incontro aveva tante camere, molte delle quali in cui erano soliti a incontrare i loro clienti erano numerate, cosicché non rischiavano di perdersi, mentre altre no ed erano adibite come dormitori.

La camera in cui aveva il suo incontro era la numero otto, si apprestò a entrare e fece un sospiro chiudendosi la porta alle spalle. La stanza era illuminata solo da qualche candela, le lenzuola del letto erano rosse e di raso. Avrebbe aspettato il suo potenziale cliente su di esso.
Si sistemò meglio e aspettò, tutto fino a quando la porta della stanza non si aprì e rivelò la figura alta di un uomo. Aveva i capelli chiari raccolti all'indietro con del gel e lo sguardo serio, con profondi occhi azzurri.
Levi, in quel momento, sperò con tutto se stesso che quella tortura sarebbe finita subito.

-•-

L'amplesso subito era terminato, l'uomo aveva impiegato poco a venire. Lo conosceva, era un cliente abituale del luogo e richiedeva sempre di lui. Sapeva che si chiamava Erwin Smith, gestiva un'azienda tutta sua e aveva due figli, con un divorzio alle spalle. A volte, sia lui che il corvino, si erano fermati a parlare ma in quel momento era così stanco che non aveva nessuna voglia di sostenere una conversazione.
L'altro si era alzato, mentre lui era intento a raccogliere i suoi boxer dal pavimento, e gli aveva lanciato i soldi sul comodino affianco al letto, poi aveva lasciato la stanza.

Anche Levi aveva fatto lo stesso, dopo essersi messo la vestaglia e aver preso i soldi, lui si era diretto nuovamente verso l'ufficio di Hanji.

"Ci sono novità ?"
Chiese Levi, appoggiando i soldi sulla superficie liscia di legno della scrivania.

Lei, distogliendo lo sguardo dalle scartoffie, annuì:" siamo arrivati a un compromesso. Verrà lui qui, ogni fine settimana e poi decidiamo sul da farsi."

Di male in peggio.

Scosse la testa e si sedette sulla sedia: aveva male in tutti i corpo. Erwin ci era andato giù pesante con lui che era il quadruplo più piccolo rispetto all'uomo.

Spazio autrice

Ho pubblicato il capitolo prima siccome domani sarò impegnata tutta la giornata e non potrò aggiornare. Ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo perché sono ben accette le vostre opinioni ❤️

Pushing me away (Ereri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora