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«Secondo te dorme?» Sento una voce molto vicina al mio orecchio. «Forse...svegliamola! Dobbiamo fare colazione.» Una voce più profonda pronuncia la seconda frase e mi muovo di poco, mugugnando. «Si è mossa, è così carina mentre dorme,» la prima voce pronuncia e, da ciò che ha appena detto scommetterei tutti i soldi di mio padre e punterei sul fatto che è Michael detto Amore. «Quanto sei sdolcinato Michael!» Ė la voce più profonda a riprenderlo e io mi rendo conto solo ora che devono essere entrambi i miei compagni di stanza, che stanno parlando di me; mentre che io sono in dormi veglia, ma loro pensano stia dormendo, se no non sarebbero così tranquilli. Vorrei aprire gli occhi e urlargli che sono sveglia, ma avrei preferito dormire per altre due ore...E se urlassi potrei far arrabbiare Calum e se lui si arrabbia io mi spavento. Quindi prendo la decisione di aprire piano gli occhi, ma prima di riuscirci dell'acqua ghiacciata mi arriva in faccia. A questo punto apro gli occhi di scatto e la prima cosa che vedo è un naso enorme e due occhi talmente scuri da sembrare neri, nonostante questo, un sorriso increspa le sue labbra. Nel frattempo il mio cuore ha iniziato a battere talmente forte che lo sento in gola, sono ferma immobile. Non me lo aspettavo e questo non è buono. Sono una persona paurosa, non devono farmi scherzi; morirò, me lo sento. «Sei un idiota!» Vedo una mano afferrare l'orecchio destro di Calum e tirarlo via dalla mia visuale, «Chiamo Ashton, prima che sviene come ieri.» Amore è uscito dalla stanza e io mi ritrovo sola con Rabbia, si è seduto sul letto del suo migliore amico, lo sguardo rivolto verso la mia figura; mi metto seduta, fortunatamente il battito cardiaco sta allentando e la paura sembra essere momentaneamente meno forte del solito. «Scusa,» dice piano Calum, sospira e si passa una mano tra i folti capelli che sembrano neri. «Non lo faccio apposta, non provo paura, quindi non so cosa vuol dire provarla.» Scrollo le spalle, posso capire il suo disagio. «Sono Dalia, dovrei essere colei che ti guarisce.» Osservo i miei piedi, ora stanno toccando il pavimento della stanza, sono rivolta verso di lui, ma allo stesso tempo non lo guardo. C'è troppa oscurità nel suo sguardo; ho paura che mi possa inghiottire nel suo mondo, ho paura che mi possa far diventare ciò che non sono, ho paura, semplicemente, perchè sono consapevole del fatto che lui non ne prova e non so cosa aspettarmi da un tale individuo. Un paio di secondi di silenzio, poi, la sua risata lo rompe; alzo lo sguardo quasi interrogativa, lui capisce subito il motivo del mio gesto. «Ci hanno già provato. Sono qua dentro da quattro anni, due Paura hanno provato a farmi cambiare idea. Non posso essere guarito. Stavano provando al contrario volevano che io guarissi Michael, magari sarei riuscito...Ė già passato un anno, lui non si arrabbia e io non provo nessuna paura.» Ha tenuto un tono calmo per tutto il tempo del discorso, ma si vede da come batte il piede sul suolo che non lo è; questa situazione lo fa innervosire e penso che abbia pienamente ragione.

La porta della stanza si apre quasi di scatto. «Stai bene?» Chiede Ashton con la sua divisa bianca, tutti gli specialisti indossano divise bianche; ognuno in base alle emozione delle quali si occupa, ha dei ricami o abbellimenti di quel colore: sulla sua divisa ha ricamato un fiore; alcuni petali sono rossi, altri neri e il pistillo e il gambo sono grigi. Mi piace la sua 'decorazione'. «Si, sto bene. Solo uno spavento passeggero.» Fingo un sorriso, ormai mi è quasi naturale sorridere a comando. «Ho fame!» Esclama Michael, che solo ora vedo essere dietro lo specialista. «Andate tutti e tre a mangiare, poi ci vediamo nel mio studio tra mezz'ora. Intesi?» Tutti annuiamo, e lo specialista esce dalla camera. «Ti conviene cambiarti, Dal.» Mi sorride ampiamente il ragazzo dai capelli rossi, io annuisco sospirando. «Ti aspettiamo fuori,» è Calum a parlare, avviandosi verso la porta seguito da Amore. Mi cambio, mettendomi una semplice maglietta a mezze maniche e un pantalone della tuta; qua all'Hospital c'è una temperatura stabile, non c'è freddo né caldo. Si sta bene.

Esco dalla stanza titubante e ovviamente spaventata, ma trovo i miei due compagni. Calum è seduto sulla ringhiera della balconata che da sulla hall, Michael ha le braccia conserte e gli lancia occhiate di fuoco. Appena mi vedono, fanno un cenno con il capo quasi in simultaneo che mi sconvolge, poi in silenzio li seguo. Attraversiamo questa specie di balcone che fa il giro di tutto il perimetro della hall sottostante, come avevo pensato ieri siamo circa al sesto piano, dal lato sinistro ci sono tutte le porte, sicuramente delle varie stanze; dal lato destro il vuoto e la hall. Al primo angolo che incontriamo scendiamo delle scale, solo un piano e una porta automatica a vetri si apre; al suo interno una stanza enorme, con tavoli circolari sparsi per la sua area e un tavolo immenso che fa angolo prendendo tutta la parete di fronte l'entrata e una parte della parete alla mia destra: è stracolmo di cibo. Entriamo, io sempre dietro i ragazzi, e ci dirigiamo subito verso il tavolo pieno di cibo. Guardo attentamente tutto ciò che c'è e decido di prendere una fetta di torta al cioccolato e un caffè freddo; oltre il tavolo dalla vetrata posso vedere il sole risplendere e le chiome degli alberi verdissime. «Andiamo,» mi esorta capelli rossi con il piatto stracolmo di dolci. Ci avviciniamo al centro della sala, dove c'è un tavolo per tre, Calum è già seduto, si sta guardando intorno. «Ashton romperà anche oggi?» Chiede Amore con la bocca piena di cibo, che schifo! La paura si impossessa di me e mi immobilizzo, pensando subito a cosa potrebbe succedere se anche pochissima di quella poltiglia che ha in bocca venisse sputata, visto che sta parlando; penso anche che potrebbe andargli di traverso e soffocare. Scuoto la testa concentrandomi sulla mia torta, ieri sera non ho cenato quindi almeno questa la devo mangiare tutta. «Lui rompe sempre; è il suo lavoro.» Risponde calmo Calum, allora c'è la fa...«Anche se lo odio in questo periodo, spaccherei questo tavolo in questo preciso istante al pensiero della sua faccia.» Ecco, la sua voce diventa ferrea e stringe un pugno sul tavolo, lo sbatte una volta contro la superficie, facendo così sobbalzare i piatti. «Ti farai di nuovo male...Smettila,» quasi lo supplica Michael, io sto immobile a guardare la scena, non saprei cosa fare. «Non dirmi di smetterla!» Urla Rabbia, si alza di scatto, infuriato, facendo cadere la sedia che provoca un rumore talmente forte da far girare tutti i presenti nella nostra direzione, Amore sospira sconfitto e io mi trovo nuovamente a tremare.

101% EmotionsWhere stories live. Discover now