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«Allora la prima settimana insieme l'avete superata. Ora uno alla volta vorrei me ne parlaste.» Sorride Ashton, raggiante come sempre. Siamo nuovamente nel suo studio a distanza di sette giorni da quando ci siamo venuti la prima volta, quindi sono passati otto giorni da quando sono ricoverata, ed è già successo di tutto. «Dalia non mi rivolge ancora la parola, questo è successo.» Parla per primo Rabbia con le braccia conserte e un'espressione che rispecchia il suo 101%. «Chissà perchè!» Lo riprende lo specialista ironizzando e guardandolo davvero male. «Mi sono quasi arrabbiato quando Calum ha buttato giù in piscina Dalia, ma non sono riuscito a farlo davvero. Ma il pensiero di volermi arrabbiare c'era...» Michael giocherella con le sue dita e sembra soddisfatto del suo quasi progresso. «Michael, puoi farcela. Calum fa un milione di stupidaggini al giorno, arriverà quella che ti manderà in tilt.» Tutti gli sguardi sono su di me, anche lo sguardo che pagherei per non avere addosso. «Ho quasi nuotato,» scrollo le spalle, delusa da me stessa, potevo fare dipiù. «Dal, cos'è la cosa che al momento ti fa più paura?» La gentilezza nella voce di Ashton è estrema, come se avesse appena capito che nel mio sistema di emozioni c'è un ulteriore falla. Forse più importante della mia emozione al 101%. «Non so rispondere alla tua domanda.» Lo vedo deglutire e prendere un respiro talmente profondo che gonfia la gabbia toracica. «Chi è la persona che al momento ti fa più paura?» Mi guardo intorno nella stanza, la parete che dà sull'esterno mi riesce a calmare mostrandomi che fuori c'è un mondo intero e non passerò tutta la mia vita accanto a lui. «Calum. Sono terrorizzata anche dal solo pensiero che lui sia seduto a due metri da me.» Sento le lacrime rigarmi il viso e mi sento anche un po' cattiva; perchè io so che non è realmente colpa sua se agisce come agisce. Ho l'orrore per quel ragazzo. C'è talmente tanto silenzio che sento il rumore del mio cuore che batte, lo specialista guarda il monitor, scuote la testa. Sapevo di essere diversa dagli altri, ma non fino a questo punto. «Michael, Calum...Portatevi le schede in camera, io e Dalia dobbiamo fare una chiacchierata in privato.» Porge le schede uguali a quella che mi ha fatto compilare a me la scorsa settimana ai ragazzi, Amore si alza subito, senza fiatare; Calum è ancora seduto. «Calum,» lo richiama lo specialista ma lui scuote la testa. «Non riesco a capirlo, perchè dovrebbe essere più spaventata da me che dal resto di delle cose? O delle persone?» La sua domanda è lecita, ma non credo ci sia una spiegazione. «Te lo spiego subito.» Ashton si aggiusta sulla sedia mentre pronuncia la frase che mi mette sull'attenti. «Dalia è una paura al 101%, generata da un 101% di Attesa che non aveva l'Accettazione. Questo ha fa si che lei inconsciamente abbia un'attesa o aspettativa davvero alta di chi le sta intorno. Lei è consapevole che sei una Rabbia al 101%, quindi anche il solo pensiero di te, la manda in crisi.» Il suo discorso ha senso, credo, più di quanto mi aspettassi. «Cosa posso fare per...» Un gesto della mano del nostro specialista lo blocca, «Ė lei che deve curare te, non il contrario.» A questo punto Calum si alza, ma prima di farlo, non so se per sbaglio o volontariamente, mi sfiora la spalla. Sussulto per lo spavento e per la sensazione delle sue dita calde in contrasto con la mia pelle eternamente fredda.


«Allora,» ora siamo nuovamente soli: io e Ashton. «Hai detto la verità a Calum?» Deglutisco, ha senso ciò che ha detto, ma allo stesso tempo non mi fido. «Non lo so...»Scrolla le spalle e sorride, «L'ho pensato al momento, avevo i dati dei tuoi davanti ed è stato il primo ragionamento sensato che mi sia venuto in mente.» Annuisco, non capisco perchè siamo da soli, ma sto buona e zitta finché non è lui a parlare. «Cos'è la cosa che tifa più paura?» Corruccio la fronte, mi ha fatto questa domanda una decina di minuti fa. «Pensaci bene.» La sua voce è dura, anche il suo sguardo. «L'altezza, quando faccio per sporgermi dalla parete in vetro della stanza inizio a tremare. Nuotare non fa poi così paura.» Sorrido, è un passo avanti aver quasi superato la prima paura. No? «Non ti capisco, con Rabbia nella stanza hai detto una cosa e quando lui non è presente, ne stai dicendo un'altra.» Si gratta la testa. «La mia missione da oggi è capire perchè la sua presenza ti cambiale risposte. Ti osserverò Dalia Harris.» Compilo la scheda e stavolta accanto a 'Paura' non c'è il nome di Calum, ma un bella e definita percentuale.

101% EmotionsWhere stories live. Discover now