o. prologo

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C'era un tempo in cui le storie della buonanotte iniziavano tutte allo stesso modo

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C'era un tempo in cui le storie della buonanotte iniziavano tutte allo stesso modo. Quel "c'era una volta" che apriva i racconti e accendeva una scintilla di speranza nei cuori di ogni bambino, ogni persona desiderosa di perdersi nella fantasia di un mondo magico, dove gli uccellini cantavano fuori dalle finestre, e dove principesse dal cuore d'oro sospiravano in attesa del proprio principe azzurro. Era ciò che rendeva quella realtà così luminosa. Era ciò che rendeva Auradon, Auradon.

"20 settembre 2016,

oggi abbiamo perso altri sacchi di provviste lungo la strada per il castello di Malefica. Una banda di mercenari ci ha intercettato prima che potessimo oltrepassare il confine della Foresta di Sherwood. Bayley è stata catturata. Lonnie è ferita. Aziz mi ha salvato la vita per la decima volta in sei mesi.

Non so quanto ancora riusciremo a resistere prima di trovare un rifugio sicuro. Anche se non credo ne esistano ancora. Lonnie dice di sì, è sempre lì con le sue strategie militari del cavolo. Penso che senza di lei saremmo persi. La sua speranza tiene sù il morale. Non so proprio come faccia. Ci sono giorni in cui non riesco fisicamente a sorridere, e invece lei scherza e dà pacche sulla spalla e ripete che ci siamo quasi, e gliene sono infinitamente grato. Sono io il leader di questo gruppo di disperati, eppure di certo sono quello che ci capisce meno di guerra, mappe e strategie.

Ma ormai non ha più importanza. È passato un anno da quando la barriera è stata distrutta. Un anno da quando Ben è stato catturato, un anno da quando non vedo Esme. E a volte sembra molto di più. A volte mi pare una vita intera.

Non so neanche perchè mi ostino a scrivere su questo stupido quadernino. Forse ho bisogno di mettere i miei pensieri da qualche parte, non ne ho idea. E in realtà non me ne frega neanche. Da quando non posso più suonare, inchiostro e carta sono le uniche cose che mi aiutano a non impazzire. Perchè fuori da queste pagine il mondo è uno schifo e nella maggioranza dei casi passo il mio tempo tra ferite e sangue.

Non posso rischiare che questo diario cada in mani sbagliate, quindi, come al solito, il resoconto settimanale finisce qui.

Spero solo che quello che sappiamo sia vero, o tutto ciò per cui stiamo combattendo potrebbe finire ancora prima di iniziare."

Richard sbuffò e richiuse bruscamente il quadernino di pelle, portandosi le mani nei capelli.

Stavano programmando quell'attimo da più di tre mesi e mancava poco meno di una settimana al giorno stabilito. A quell'ora avrebbero già dovuto trovarsi alle porte dell'ex Auradon City, e invece erano fermi al confine occidentale della Foresta di Sherwood, con poche provviste, la figlia di Biancaneve catturata, e la loro migliore combattente ferita.

Stava andando tutto di merda, ma era così da più di un anno, e Richard ci era abituato.

«Rick».

Il figlio dei Radcliffe alzò lo sguardo sull'entrata della sua tenda, dove una pallida e ammaccata Lonnie faceva capolino, i lunghi capelli neri legati dietro la testa in una coda scompigliata. Era più abbronzata del solito, ma anche più magra, come lo erano tutti.

«Li» sospirò il ragazzo. «Dovresti essere a letto. A riposare. Non sappiamo quando—».

«Io sto bene» lo interruppe lei. «E non è importante ora. È arrivato un messaggio dal nostro contatto al castello».

A questo, l'attenzione di Richard venne catturata all'istante.
Finalmente novità dopo tre mesi di nulla. Finalmente avrebbero potuto decidere come muoversi.

«Buone notizie, spero» scherzò, stringendo la penna tra le dita.

«Non proprio» ammise lei, mordendosi una guancia. «È giunta voce che—» esitò.

«Cosa, Lonnie? Che voce?».

La ragazza strinse le labbra, ma alla fine disse: «La figlia di Esmeralda è stata ritrovata uccisa nel palazzo dei De Mon».

Richard si impietrì.

«Esme è morta».

«Esme è morta»

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𝐋'𝐄𝐓𝐀' 𝐎𝐒𝐂𝐔𝐑𝐀, descendants²Where stories live. Discover now