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Sono quasi le sette e mezza e ormai è chiaro che Avery non si presenterà

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Sono quasi le sette e mezza e ormai è chiaro che Avery non si presenterà. Doveva essere qui alle sei per la prima lezione di cucina ma ora non risponde nemmeno ai miei messaggi.

Spengo la seconda sigaretta della serata nel posacenere mentre guardo tutti gli ingredienti che avevo preparato. Volevo cucinare qualcosa di semplice dato che non ha alcuna esperienza decente in cucina e le fettuccine al ragù mi sembravano un buon inizio. Stamattina sono andato a comprare la pasta fresca e tutti gli ingredienti per fare il ragù di carne e adesso sono tutti qui sul bancone della piccola cucina del mio appartamento. Con un sospiro prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca dei miei jeans e lo lancio lontano per non cadere in tentazione. Se Holden sapesse che ho fumato due sigarette in meno di un'ora mi staccherebbe le palle.

Dato che adesso ho pensato a lui, prendo il telefono gli mando un messaggio per chiedergli se lui e Madison hanno già cenato.

Holden: Ancora no. Mi sa che ordineremo qualcosa dal ristorante italiano qui vicino.

Ho un tempismo perfetto. Gli scrivo di non ordinare niente e che li avrei raggiunti per cucinare e mangiare tutti insieme.

••••••••

Quando entro nell'appartamento che Holden e Madison condividono, vengo investito dal gradevole profumo di torta al cioccolato.

«Posso venire sempre qui a cenare?» domando entrando. Poi mi dirigo in cucina dove trovo Madison che controlla la temperatura del forno.

«Lo sai che puoi venire ogni volta che vuoi.» Madison si gira per abbracciarmi e poi si mette a curiosare nelle buste che ho portato.

«Come mai sei qui?» Mi chiede invece Holden.

«Non sei felice di vedermi? Se continui così Madison diventerà la mia migliore amica e tu scenderai al secondo posto.»

Lui alza gli occhi al cielo e poi sbuffa divertito. «Intendevo dire perché sei qui quando dovresti essere a casa tua a cucinare con Avery.»

«Ah beh...Avery ha avuto un imprevisto e non è potuta venire.» Non so perché non gli ho detto la verità. Cioè che non so perché non sia venuta dato che non mi risponde nemmeno al telefono. Forse non mi va che pensino che sto perdendo tempo con lei. Domenica mattina pensavo che avessimo fatto qualche progresso, lei sembrava rilassata e a suo agio nella mia cucina e ho sperato che ci stessimo muovendo nella giusta direzione. A quanto pare però mi sbagliavo.

«Ora però potrete beneficiare voi della mia superba cucina.»

«Hai appena imitato l'accento inglese?» mi domanda Madison confusa.

«Sto facendo pratica per impressionare il professore di letteratura. Ieri un ragazzo con l'accento inglese ha risposto ad una domanda e lui l'ha elogiato per dieci minuti ma quando uno di noi plebei americani risponde si limita ad annuire.» E non sono nemmeno l'unico che ha pensato a questa cosa. Stamattina ho sentito almeno altre cinque persone esercitarsi a parlare con quell'accento.

Tra le strade di New YorkWhere stories live. Discover now