Capitolo 1.

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«Muoviti, faremo tardi!» la voce stridula di Mya rimbombò nei miei poveri timpani.

«Mhh» dissi io intenta a coprirmi la faccia con il cuscino.

«È tardi Kait» esclamò scuotendomi più forte che poteva per farmi alzare dal mio bellissimo letto.

«Cosa?» guardai il piccolo orologio che era poggiato sul mio comodino.

«Buongiorno principessina» continuò lei.

«Cazzo, cazzo» mi alzai velocemente fiondandomi in bagno.

«Ti aspetto giù in sala comune!» sentii la porta della nostra stanza chiudersi.

Mya era l'unica ragazza che aveva avuto il coraggio di parlarmi quí ad Hogwarts.
I suoi capelli marroni come il cioccolato facevano invidia a tutte, i suoi occhi da cerbiatta, i suoi lineamenti, le sue forme, tutto. Non c'era ragazza che non invidiava Mya, ed io ero proprio una di quelle.

Presi a cercare la mia divisa dispersa per la stanza. Ma perché ogni sera non la metto nel cassetto? dopo aver finito di cenare mi riprometto di metterla a posto ma ogni volta la lancio in un posto a caso della stanza, ed ogni mattina è un casino per ritrovarla.

«Eccola!» esclamai tirandomi su da quella posizione abbastanza scomoda.

La divisa era finita sotto il letto per qualche strano motivo.

Dopo aver messo codesta scesi le scale dei dormitori e mi ritrovai nella sala comune dei serpeverde.
«Buongiorno» mi disse Pansy anche lei in ritardo.

«Piton ci ammazzerà se arriviamo un'altra volta in ritardo!»

Era la terza volta in una settimana che ritardavamo alla lezione di pozioni.
Mya aveva ragione, Piton ci avrebbe ammazzate di sicuro.

«Veloci!» seguì un'altra volta la ragazza.

«Eccoci!» rispose Pansy prendendomi la mano destra e trascinandomi fuori dalla sala comune.

Appena uscite ci mettemmo a correre per tutta la scuola scansando quei pochi studenti che erano in ritardo come noi.

Le nostre scarpe sfregavano sul pavimento in pietra, Hogwarts era semplicemente stupenda.
Era il luogo che definivo casa.

Ricordo che ogni estate sognavo Hogwarts, la sala comune, le lezioni, i professori, i compagni, e tutto ciò che la rendeva speciale.

Quando fummo di fronte alla porta dell'aula nessuna delle tre ebbe il coraggio di bussare.

«Avanti!» disse sotto voce Pansy.

Mi feci avanti e bussai aprendo la porta.

«Scusi il ritardo signor Piton» azzardò Mya.

«Signorina Black, Thompson e Parkinson temevo non arrivasse più» rispose lui.
«Sedetevi immediatamente!» alzò la voce.

«Sta volta l'abbiamo fatta grossa» mi rivolsi a Mya sottovoce.

«È stata colpa tua» rispose mettendosi di fianco a me attorno al tavolo dove il professore avrebbe preparato una nuova sostanza.

«Silenzio!» Piton ci fulminò con lo sguardo.

***
La lezione era quasi terminata, e perfortuna direi, non ne potevo più di tagliuzzare erbe e mescolare sostanze strane, fino a quando la porta si aprì di colpo.

«Signor Riddle...» pronuncio il professore.

«Scusi» disse il ragazzo alto dai capelli ricci ribelli.

«La lezione è quasi finita, la prego di aspettare fuori dalla classe» lo invitò l'uomo.

Il ragazzo mi guardò dritto negli occhi come se fosse lì per me, come se avesse completamente idea di chi fossi.

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 | 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐡𝐞𝐨 𝐑𝐢𝐝𝐝𝐥𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora