Andrea

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POV DI ANDREA. ORE 15:30
Ero lì a fissare l'armadio senza sapere cosa mettermi. Per la prima volta, un appuntamento con una ragazza mi rendeva nervoso.
Non so quanti minuti passati a fissare l'armadio passarono prima che qualcuno bussasse alla porta di camera mia.
~Che vuoi Angelica? Non lo sai che sono impegnato? ~
Quella piccola rompiscatole era l'unica in casa con me e probabilmente era venuta a chiedermi di giocare, ma avevo altro a cui pensare.
~Perché fissi l'armadio? dove devi andare?~
~Tu come lo sai che sto facendo?~
~Guarda che ti si vede dal giardino idiota~
Dopo aver chiuso le tende le andai ad aprire la porta e la trovai seduta a gambe incrociate con il suo peluche del piccolo principe in mano.
~Lo sai che sei fastidiosa?~
~Posso aiutarti a scegliere cosa mettere??? ti preeeeegooo. Lo sai che da grande voglio fare la stilista!!~
Mi passai l'asciugamano tra i capelli ancora bagnati e la lasciai entrare.
~Allora cosa devi fare di così tanto importante da imbambolarti davanti ai vestiti?~
~Esco con degli amici~ mentii
~Tu non hai amici. Chi è la ragazza?~
~Per avere sette anni sei davvero impertinente~
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo ~Va bene non me lo vuoi dire. Però mettiti i pantaloni bianchi, la canotta bianca e sopra la camicia a righe bianche e azzurre.~
~Ma così sembro un gelataio ~
~Un bel gelataio vorresti dire... Ora che ti ho aiutato però vieni a giocare con me~
Mi vestii come mi aveva ordinato la mia piccola reginetta impertinente e andai in giardino con lei.

Per un'ora buona mi fece raccogliere margherite e fiorellini azzurri. Quella rompiscatole mi costrinse anche a infilarmi un dente di leone dietro l'orecchio. Secondo lei risaltava il colore dei miei occhi; che per la cronaca sono azzurri.

Misi per la prima volta un po' di profumo rubato dal compagno di mia madre e mi incamminai verso l'uscita di casa.
~Aspettaaaaa. HO UNA COSA PER TE~
La mia riccioli d'oro arrivò con un mazzetto di non ti scordar di me.
~Si vede che ci tieni a questa ragazza. Così la conquisterai subito~
~Grazie Angelica, magari quando torno possiamo guardare per l'ennesima volta il piccolo principe~
A quelle parole mi abbracciò forte e io le scompigliai i capelli in modo affettuoso.
Uscendo di casa pensai al fatto che il piccolo principe era il suo cartone preferito solo perché io le ricordavo il protagonista e lei si vedeva come la rosa.
Nell'ultimo periodo mi sono sentito sempre peggio a causa di mio padre, ma incredibilmente Angelica ed Erica erano le uniche persone in grado di farmi tornare il sorriso.

Dopo mezz'ora di autobus arrivai a casa di Erica e suonai il campanello.
Ci mise un pochino a uscire per aprirmi la porta e quando lo fece, rimase sull'uscio senza invitarmi ad entrare.
Ero un po nevoso così le porsi i fiori colti dalla mia sorellina.
~Ecco questi sono per te. Lo so sono bellissimi. In realtà non li ho colti io ma è merito della mia-~
~Senti Andrea, questa cosa non può andare avanti.~
Onestamente anche io mi sentivo pronto a diventare il suo ragazzo. Non l'avevo fatto per nessuno ma per lei ero pronto ad affrontare il grande passo.
~Hai ragione. Sai negli ultimi giorni mi sono accorto che da te vorrei qualcosa di più del sesso. Sai, una relazione normale.~
Lei però non reagì come speravo, anzi, aveva un'aria cupa.
~Andrea. Il giorno in cui... beh ecco, noi abbiamo fatto sesso, io mi ero appena lasciata con il mio ragazzo; e adesso lui è tornato quindi...~
Sentii il mio cuore andare in mille pezzi, ma davanti a lei non volevo mostrare sentimenti.
~Ah. Che scemo, devo aver interpretato male i segnali. Mi dispiace. Ci vediamo domani a scuola~
Girai i tacchi senza neanche ascoltare quello che Erica aveva da dirmi.
Che coglione che sono.
Pensavo veramente di poter piacere a lei?

teacher's pet -joseph quinnWhere stories live. Discover now