Capitolo V

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Ferrara 10 Aprile 1904

<<Fortuna, hai rammentato a Dorotea di prepararmi solamente verdura per pranzo? E hai già sellato la mia giumenta per la passeggiata?>> mi chiese quell'oca di mia sorella con aria di superiorità. Da quando era tornata dal collegio era divenuta ancor più insopportabile. A volte avrei preferito combinasse qualcuno dei suoi dispetti, ma vederla così vanitosa e altezzosa mi infastidiva. Provava sempre a farmi diventare la sua garzona ma le sapevo tenere testa, povera Tea che invece doveva obbedire ai suoi ordini, poiché consisteva in quello il mestiere di domestica.
Poi si era messa in testa di dover seguire una miracolosa dieta a base di verdure e nient'altro, non sapevo quanto ciò fosse salutare per lei. Mio padre, come sempre, era disperato con lei e al contrario invece, zio Edmondo aveva silenziosamente gioito quando lei era nuovamente tornata a casa da noi.
<<Dammi la tua spazzola!>> gridò tentando di strapparmela dalle mani mentre mi stavo pettinando.
<<Demetra finiscila! Sei insopportabile!>> piagnucolai stringendo ancora di più quell'oggetto tra le mani.
<<Sono tua sorella come ti permetti?! Devo riferire a papà cosa hai detto>> urlò stizzita.
<<Ti comporti ancora come una bambina ma sai che hai quattordici anni e io quindici. Credi che lui mi metta in punizione a questa età? Sei ancor più ridicola di quanto pensassi!>>
Diedi le spalle allo specchio e lasciai cadere la spazzola a terra.
<<Ingrata che non sei altro, un anno di più non significa niente. Non sei migliore soltanto per questo, dovresti portarmi più rispetto!>> sentenziò chinandosi sul tappeto.
<<Certamente, come quello che tu porti a me>> replicai a denti stretti.
<<Ragazze finitela e scendete in cucina che è pronto il pranzo>>
La voce di Tea dalla soglia della camera ci fece sussultare.
Dopo un'occhiata malevola da parte di Demetra mi voltai e scesi.
Io, Tea e mio padre prendemmo posto a tavola e dal corridoio sentimmo sbattere la porta di ingresso, così capimmo che mia sorella non avrebbe pranzato con noi. Probabilmente era andata a schiarirsi le idee con una cavalcata.
<<Sempre le solite litigate voi due>> disse mio padre rompendo il silenzio con tono frustrato. Accigliata diedi uno sguardo al piatto pieno di verdure di fronte a me che sarebbe rimasto lì per un po' a raffreddarsi. Nel pomeriggio, chiesi a mio padre di andare con lui a esercitarci come al solito per la caccia, ma rifiutò rifugiandosi velocemente in camera sua. Sembrava piuttosto strano e pensieroso, ma non ebbi il tempo di capire cosa stesse accadendo perché bussarono alla porta. In quel momento vi ero solamente io al piano inferiore, non sapevo dove fossero finiti tutti gli altri, così un po' incuriosita e un po' intimorita, andai a vedere chi fosse.
Mi si parò davanti una donna molto bella e giovane con i capelli biondi raccolti e un pomposo vestito azzurro. Reggeva in mano un ombrellino per il sole e aveva le guance rosse forse per il caldo o il trucco abbondante.
<<Buongiorno, tu devi essere Demetra, o forse Federica. No aspetta Francesca, si Francesca>>
Pronunciò la frase tutto d'un fiato con una voce sufficientemente squillante e sbagliando il mio nome.
<<No, sono Fortuna, voi chi siete?>> domandai correggendola alzando un sopracciglio.
<<Oh che sbadata, non mi sono presentata, sono Mariarosa Massari, vostro padre non vi ha parlato di me?>>
Attese una replica da parte mia. Rimasi interdetta e non seppi cosa dire, ma proprio in quel momento, venni salvata, per così dire, proprio da mio padre.
<<Buongiorno mia cara, perdona l'attesa>> disse facendo il baciamano alla donna. Ero talmente confusa che solo dopo qualche minuto notai che si fosse vestito di tutto punto. Doveva essere importante questa donna se si era vestito elegantemente per lei.
<<Prego, entra>>
La invitò all'interno diventando paonazzo in viso e cercando lo sguardo di Tea in giro.
<<Preparo il tè>> rispose ella comprendendo al volo.
<<Accomodati>> esortò mio padre facendo sedere la donna sul sofà.
<<Che bella casa>> disse lei ammaliata non sapendo dove rivolgere lo sguardo. Mi sedetti anch'io e mio padre copiò il mio gesto mettendosi di fianco a Mariarosa. Demetra arrivò qualche minuto dopo e anch’ella si sedette vicino a me.
Seguirono momenti di imbarazzante silenzio. La tensione era palpabile nell'aria, la donna aveva in volto un sorriso tirato come ai compleanni quando si canta la canzone al festeggiato.
Fortunatamente Tea fece ingresso in sala, spezzando quell'alone di agitazione che si era creato. Mentre eravamo intenti a sorseggiare il tè, mio padre si schiarì la voce.
<<Ragazze, avrei bisogno di farvi un annuncio importante>> esordì poggiando la tazza sul tavolino di vetro dinnanzi al sofà.
Io e Demetra ci guardammo confuse, per la prima volta senza occhiatacce.
<<Vedete, non sapevo mai quando sarebbe stato il momento opportuno per informarvi, ma alla fine è giunto>> continuò facendo piccole pause per tastare il terreno. Da noi non trapelò nemmeno una parola, perciò con un sorriso un po' tirato prese la mano alla signorina e andò avanti con il discorso.
<<È da mesi che io e Mariarosa ci conosciamo, e a dirla tutta siamo molto affini, anche lei come me è vedova. Ha perduto il marito l'anno scorso, vi chiedo solamente di essere gentili con lei>>
Abbassò lo sguardo come a non far trasparire quel velo di tristezza nei suoi occhi. Lei gli strinse ancora di più la mano.
<<Perciò state insieme?>> chiesi con voce tremante. Non mi sarei mai aspettata che mio padre avesse trovato un'altra donna e perlopiù anche più giovane. Ero convinta che amasse troppo mia madre per poterlo fare, ma forse mi sbagliavo. Chissà se il suo spirito era lì con noi a sentire quella dichiarazione.
<<Si, ecco abbiamo pensato di sposarci a breve>>
Rimasi ancora più interdetta e confusa, non sapevo cosa pensare. Sicuramente ci avrei poi fatto l'abitudine. Insomma non potevo in prima persona prendere decisioni che riguardassero mio padre o la sua vita affettiva. Per un momento sperai che anche mia sorella la pensasse come me, ma anche quella volta mi sbagliai, infatti subito dopo aprì bocca.
<<Padre, con rispetto, ma pensate veramente che a noi possa andar bene una cosa simile?! Lei non sostituirà mai nostra madre!>> precisò senza peli sulla lingua. In effetti aveva ragione e per la prima volta ancora, mi trovai d'accordo con lei, anche se io non sarei mai riuscita a dirlo in modo così diretto. Percepii tristezza e sconfitta sul volto della donna e dopo che vennero pronunciate quelle parole si accigliò.
<<Certo, vostra madre non potrà mai essere rimpiazzata, ma credetemi non è questo ciò che cercherà di fare>>
<<Lei vuole solamente avere qualcuno al suo fianco per il resto dei suoi giorni, così come lo voglio anche io. I nostri sentimenti sono reali, non ci sposeremmo mai unicamente per convenienza>> continuò in modo pacato. Demetra smise di guardare mio padre e Tea si alzò per ripotare in cucina le tazze e la teiera.
<<Inoltre vi è un'altra cosa di cui vorrei parlarvi>>
A quelle parole mi si strinse lo stomaco. Di cos'altro dovevamo essere a conoscenza?
<<Ottimo>> esordì Demetra sarcasticamente.
In tutto questo, Mariarosa non disse nulla, probabilmente non si sentiva compatita fino in fondo da noi e come darle torto, avevamo bisogno di metabolizzare le notizie.
In fin dei conti fino a quel giorno non eravamo al corrente della sua esistenza.
<<Io e lei avremmo pensato di vivere insieme. Insomma visto che vi è l'intenzione di programmare un matrimonio, non possiamo rimanere separati, ci saranno un sacco di cose da preparare ed è meglio portarsi avanti. Verrà a stare qui da noi definitivamente, spero comprendiate>> annunciò fermamente nostro padre.
<<Questo è troppo!>> sbottò Demetra alzandosi dal divano e uscendo dalla sala.
<<Demetra torna qui!>> Gridò mio padre alzandosi in piedi, prima che lei sbattesse la porta di ingresso. Serrò i pugni e si risedette composto vicino alla sua amata. Non era il momento di fare scenate, l'avrebbe sgridata come sempre in seguito per il suo scorretto comportamento.
<<Cosa ne pensi al riguardo?>> chiese spostando l'attenzione su di me.
<<Penso che dobbiate essere soltanto voi a decidere, come avete detto poc'anzi, nostra madre non può essere sostituita, ma l'importante è che tra voi ci siano sentimenti reali e che lei non sia una persona inaffidabile. In ogni caso dovremmo abituarci a tutte queste novità>> risposi nel modo più educato possibile.
<<Certamente figlia mia, ti ringrazio per la comprensione>>
<<Tu desideri dire qualcosa?>> domandò spostando lo sguardo verso Mariarosa che non aveva ancora fiatato.
<<Beh mi dispiace che tua sorella l'abbia presa in questo modo, ma cercherò di essere comprensiva e paziente con voi.
Ah e chiamatemi Maria, il nome completo lo uso solo per le firme>> spiegò con un sorriso.
Sembrava un po' ingenua e ancora bambina a tratti, quando parlava la sua voce squillante risuonava per tutta la sala.

DEA FORTUNAWhere stories live. Discover now