🍯22 - VOCI DALL'OLTRETOMBA

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Quando non si può tornare indietro,
bisogna soltanto preoccuparsi
del modo migliore per avanzare.
[Paulo Coelho]


POV Margot

Stamattina mi sono svegliata in anticipo rispetto alla sveglia.

Il sole si è affacciato lentamente dalla linea dell'orizzonte, dando vita ad un'armonia di colori pastello sbiaditi dall'inverno. Ancora immersa nel sonno, mi sono stiracchiata piano per allungare l'attimo di pace prima del risveglio. Quella sensazione di serenità, tuttavia, è stata spezzata da un'ombra; un pensiero strano che si è insinuato dentro la mente come un soffio funesto.

Quando ho aperto gli occhi, ho cercato vana di scacciare quella sensazione. Mi sono dunque alzata dal letto col cuore inquieto. Un senso di oppressione era calato sopra la testa e faticavo a muovermi. Mi sono infilata addosso i primi abiti trovati dentro l'armadio, e mentre camminavo verso la porta ho posato lo sguardo sulla foto di Bob; l'unica che sono riuscita a farmi scattare con lui in orfanotrofio. Angoscia. Come se quella foto spiegazzata e mangiucchiata sui bordi, fosse l'ultimo ricordo di una vita che sta sfumando. Ho sentito il peso di quel pensiero sulle spalle, una sensazione di inspiegabile irrequietezza che mi ha accompagnata fino all'ingresso dell'abitazione. Mi sono avviata verso la Pink Cabossa, dove finalmente sono riuscita a mettere da parte quel pensiero. Dopo la pausa pranzo, però, ha ripreso a battere; usando il mio cervello come un tamburo.

Attualmente sto presenziando a una riunione indetta con urgenza da Nicholas. Ho entrambi gli indici a fare forza sulle tempie e fatico a seguire i discorsi che vengono fatti. C'è un allegro fervore che anima la saletta oggi; purtroppo, io non riesco a farmi contagiare dall'euforia.

L'azienda ha deciso di finalizzare le procedure che permetteranno di aprire una filiale in America. Una grande novità, un progetto ambizioso che richiede il lavoro di molte persone.

Applaudo per imitazione, senza aver ascoltato le parole pronunciate dal titolare. Ma di colpo, quando le mani vengono abbassate, arriva la sorpresa più grande di tutte: «Sarà Margot a seguire il progetto, insieme a Giacomo e Sebastiano» annuncia Nicholas, e sento che mi manca il respiro.

Una seconda ondata di applausi mi gonfia d'orgoglio, ma ad aggravare la situazione c'è questo pensiero funesto che non intende lasciar stare il mio cervello.

Anna non è tra i presenti, e questo amplifica il senso di incomprensione e disagio.

«Avete un volo prenotato per il weekend prossimo. Una settimana a Manhattan. Il tempo di visitare il loft e discutere con i designer e tutti quelli che si stanno occupando di concretizzare questo traguardo» espone il titolare.

L'usuale sensazione di panico mi attacca con ferocia; l'ansia si fa strada dentro di me, travolgendomi con la sua forza distruttiva e sento il cuore battere come se volesse stappare lo sterno per fuggire dalla saletta. Sorrido anche se il respiro si affanna. Stento a trovare l'aria necessaria per continuare a vivere; la gola si stringe come se avessi un pugno che mi blocca il fiato. Serro i denti per nascondere le mie emozioni, e riesco a trovare la forza di alzarmi in piedi. Tremante come una foglia in balia del vento, annuncio ai presenti che devo uscire un attimo.

Tutto gira fuori controllo.

Con gli occhi gonfi d'ansia, cerco di recuperare me stessa. Finalmente raggiungo il mio ufficio dove mi appoggio alla parete. Qui chiudo le palpebre, e mi sforzo a porre la concentrazione sulla respirazione.

So che non sarà facile tornare, ma non devi arrenderti alla paura. D'un tratto, nella mente, la voce di Sveva è un refolo appena udibile. La vita è fatta di sfide, fiorellino. La tua anima è ardente, non temere il cammino che ti hanno messo davanti. Sei più forte di quello che gli altri ti hanno sempre fatto credere.

IDROMELE A MEZZANOTTEWhere stories live. Discover now