Capitolo 3

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Guardo Ciro sconvolta, non ha perso il suo carattere sfacciato che aveva un tempo.
Io:"Forse perché mi hai lasciata senza darmi modo di parlare? Forse perché hai distrutto tutto ciò che avevamo insieme? O forse perché mi hai illusa che saremmo stati insieme per sempre per poi lasciarmi senza una spiegazione valida? Ciro non sei nella posizione per poter pretendere qualcosa e comunque, Simone non è tuo figlio."
C.R:"Non è mio figlio? E allora perché le date coincidono? E perché somiglia a me in tutto e per tutto?" Incrocia le braccia e aspetta una mia risposta.
Io:"Sono solo coincidenze, non farti film Ricci, non c'è più niente che mi lega a te!" Forse ho alzato un po' troppo la voce, ma d'altronde devo cercare un modo per intimorirlo.
C.R:"Non cercare di convincere te stessa, lo sai che ti conosco come le mie tasche."
Io:"Forse dieci anni fa era così, ma ormai non mi conosci più. Sei pregato di andartene Ciro, hai già fatto abbastanza, torna alla tua vita, ai tuoi affari, torna a farti i cazzi tuoi, torna a pensare a te stesso come hai fatto in tutti questi anni senza preoccuparti minimamente di come stessi io!"
C.R:"Ma davvero pensi questo? Pensi che in questi anni io ti abbia dimenticato? Pensi che non chiedessi a Milos e Luigi tutti i giorni di te? Ma per chi mi hai preso?"
Io:"Ti ho preso per uno che non ci ha pensato due volte prima di lasciarmi con una fottuta lettera. Ed ora esci, tanto sei bravissimo ad andartene!" Dopo che lui esce io sbatto la porta per poi accasciarmi per terra.
Vorrei dirgli tante cose, ad esempio che sono riuscita a metterci un punto, alla fine. E con metterci, intendo proprio a noi. A me e lui. Che ci ho provato fino in fondo ad adattarmi, a non pensarci, a non pensarlo. Ma era sempre lì che mi impediva l'ultimo respiro, l'ultimo passo, l'ultimo tutto. Prima della fine c'era sempre lui, il suo sguardo cupo, la sua cinica risata. Dovevo tornare indietro per andare avanti, dovevo tendergli la mano l'ultima volta. Dovevo provare a salvarlo per l'ultima volta. Ora lo so che non ci sarà un prossimo tentativo, e anche il cuore lo sa. Ho smesso di avere attacchi di panico, e non ho più il batticuore quando è nei dintorni. Okay questo non è vero, ho ancora il batticuore. Ma se ne andrà, come tutto il resto. Come noi. Grazie per avermi aiutato a non avere ripensamenti, grazie per avermi fatto capire per l'ennesima volta che non mi meriti, grazie per avermi reso più forte. Sono passati anni da quando abbiamo smesso di vederci, e quest'ultimo anno lo voglio dedicare a lui e a noi. A me che l'ho ritrovato e riperso nel corso di dieci ore e pensavo non sarei sopravvissuta. A lui che è riuscito ad esistere nei miei pensieri nonostante la sua assenza. A noi che potevamo essere qualcosa di grande, ma per colpa sua non lo sapremo mai. L'ho amato un po’ così: un po’ alla cazzo, un po’ per caso, un po’ senza sapere bene cosa fare. E sempre un po' alla cazzo, lo lascio andare. C'è differenza tra il primo amore e l'amore della tua vita,e lui era decisamente l'amore della mia vita. Oh, eccome se lo era, l'ho amato tanto. Aveva quell'aria da apatico e insofferente che lo faceva risultare sgradevole a chiunque avesse l'occasione di averci a che fare, eppure con me riusciva a metterla da parte. La cosa divertente è che rimaneva convinto di essere riparato, credeva di avere ancora la maschera da stronzo sul viso quando mi affrontava, eppure puntualmente vedevo scivolarla via. Non riesci ad amarlo facilmente, uno come lui. È una di quelle persone che ti fa venir voglia di prenderlo a schiaffi dalla mattina alla sera e fermarti solo per insultarlo. Eppure un cuore ce l'ha, anche se è nero come la pece, anche se spesso non ha voglia di usarlo. E a me bastava questo per continuare ad amarlo: la consapevolezza che in quel petto battesse un cuore, seppur meccanicamente. Se lo amo ancora? Non lo so, non so proprio rispondere. Ci sono amori che tirano fuori tutta la capacità di amare che c'è in te, e lui è stato uno di questi. Adesso questa capacità non ce l'ho più, non ricordo più come si fa ad amare, e anche se è stato proprio lui a portarla via con sé quando se n'è andato, non so se funzionerebbe ancora qualora riuscissi a recuperarla. Ma una cosa la so, ed è stampata a caratteri cubitali sul mio cuore ormai in brandelli: era lui l'amore della mia vita, perché se al suo posto ci fosse stato chiunque altro con gli stessi difetti e lo stesso caratteraccio, non l'avrei nemmeno degnato di uno sguardo.
E così, ancora una volta, raccolgo i cocci che Ciro Ricci continua a rompere e mi metto a letto, provando a riposare almeno un po'.

La mattina dopo mi sveglio presto, anche se dire "sveglio" è un eufemismo dato che praticamente non ho dormito. Non faccio nemmeno in tempo ad aprire gli occhi che mi suonano al campanello e così, ancora in pigiama, vado ad aprire la porta.
Davanti mi trovo un paio di occhi verdi ed un sacchetto fumante.
Io:"Buongiorno Conte, entra pure." Gli do un bacio sulla guancia per poi rilanciarmi sul divano.
E.C:"Vedo che il sonno perso in IPM ancora non l'hai recuperato." Dice ridendo per poi prendere un cornetto dal sacchetto.
Gli faccio il dito medio e mi metto a preparare il caffè per me e lui ed il latte per Simone.
Simone:"Buongiorno mami." Dice stropicciandosi gli occhi per poi correre in braccio a Edo.
Simone:"Ciao zio!" Urla felice.
E.C:"Ciao piccino, oggi ti va di venire al mare con noi?" Chiede scompigliandogli i capelli.
Lui annuisce contento ma poi guarda me, aspettando una risposta.
Io:"Chi ci sarà Edo?"
E.C:"Solo io, Carmela e Ciruzzo. Così passano una giornata diversa."
Io:"Va bene vai pure, però mi raccomando, non far arrabbiare Edo e Carmela." Lui annuisce convinto e, dopo aver fatto colazione, va a prepararsi.
E.C:"Perché non ci hai detto niente?"
Io:"Perché era l'ultima cosa che mi teneva legata a lui e non volevo ammettere a me stessa che non avrei mai smesso di amarlo, nonostante gli anni passati separati."

Le forme dell'amore 2/Ciro RicciWhere stories live. Discover now