Capitolo 18

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Oggi sarà il mio primo giorno di lavoro nel posto che più di tutti mi ha vista crescere e diventare adulta.
Sono preoccupata? Certo che si, se sono com'eravamo noi sarà un inferno là dentro, ma dopo aver tenuto testa a Ciro Ricci ed Edoardo Conte negli anni d'oro dovrei essere brava, no? Speriamo di sì!

C.R:"Amore! Sei pronta?" La testa del corvino sbuca dalla porta e posso vedere i suoi occhi pieni di gioia, così istintivamente sorrido anche io.
Io:"Fisicamente sì, mentalmente assolutamente no! E se dovesse andare male? Se non dovessi piacergli? Se non riuscissi a tenerli a bada?"
C.R:"Il mio nome là fuori fa ancora paura, basta che dici che hai tenuto a bada me ed Edoardo, vedi che ti porteranno tutti rispetto!" Lo guardo accigliata e sbuffo.
Io:"Io volevo portarvi come esempio! Anche se siete rimasti due bambinoni siete un bell'esempio da portare."

Dopo una mezz'oretta circa arriviamo in IPM, salutiamo tutti e poi mi siedo a parlare con la direttrice, nel frattempo Ciro va con Beppe a vedere le sue nuove mansioni.
P.V:"Allora Margherita, tu essendo già stata qua sai che persone ti troverai di fronte, ma sai anche che, come un tempo lo siete stati voi, anche loro sono semplici ragazzi che hanno sbagliato. È vero, ci sono ancora i figli dei boss, ci sono ancora i Ciro, gli Edoardo, i Gaetano ma ci sono anche persone come te, come Rosa, come Silvia e come Nad, che sono state costrette in qualche modo e per qualche circostanza a finire qua dentro. So che farai un ottimo lavoro perché non solo sei diventata una donna adulta ma sai anche comprendere i loro stati d'animo. Io ti lascio carta bianca, per me puoi fare ciò che preferisci, però ti chiedo solo di avvertire il comandante qualunque cosa accada, non lasciar passare niente pensando di poterla risolvere da sola, siamo pur sempre in un carcere."
Io:"Non si preoccupi direttrice, sarò all'altezza del lavoro che mi ha affidato." Dico sorridendo, sicura di me.
P.V:"Perfetto allora! Buon primo giorno di lavoro."


Esco dall'ufficio di Paola e mi dirigo in aula passando per il cortile, sento già gli sguardi di tutti addosso ma appena vedo Ciro parlare con un ragazzo, che è praticamente la versione bionda di Raffaele quando era qua dentro, mi si scioglie il cuore.
Entro in aula e mi tornano subito in mente una miriade di ricordi, la prima volta che io e Ciro ci siamo detti apertamente ciò che pensavamo, quando Edoardo ci ha letto la sua poesia, le giornate passate a provare a fare studiare Milos, la professoressa disperata perché nessuno l'ascoltava, tutti questi ricordi rimarranno impressi nella mia mente per sempre.

Dopo pochi minuti entra il gruppo che seguirà la lezione questa mattina, accompagnati da Lino.
Lino:"Professoressa buongiorno! Ho portato i ragazzi, mi raccomando eh, sono peggio di com'eravate voi." Dice ridendo sotto i baffi.
Io:"Anche peggio del trio Edoardo-Ciro-Gaetano?" Chiedo e scoppiamo definitivamente a ridere mentre i ragazzi ci guardano non capendo niente, così Lino se ne va ed io mi concentro su di loro.
Avevano ragione quando dicevano che sono praticamente la nostra versione in miniatura, forza margherita, ce la fai!

Io:"Buongiorno ragazzi, io mi chiamo Margherita e sarò la vostra nuova professoressa. Sono laureata in medicina e dunque le mie materie saranno prevalentemente relative alla parte scientifica come matematica, chimica e fisica. Io non vi conosco, non so i vostri nomi e vorrei tanto conoscervi, quindi che ne dite se un'oretta la usiamo per questo?" Vedo che tutti annuiscono così uno per uno iniziano a parlare.
Ciò che sento mi rattrista ogni secondo di più, sono passati dieci anni ma la verità è che non è cambiato niente: chi è dentro per camorra, chi per furto, omicidio, rapina, è sempre la stessa merda.


Le ore passano velocemente e quando finisco la lezione, mentre sistemo le mie cose, vedo che mi si avvicina un ragazzo, mi sembra che si chiami Matteo ma sono un disastro con i nomi.
Io:"Hai bisogno di qualche chiarimento sulla lezione?" Chiedo gentilmente.
Mat:"No professoressa. Lei sta con Ciro Ricci è giusto? Ed è la migliore amica di Edoardo Conte." Io annuisco e lo faccio continuare.
Mat:"È vero che hanno cambiato vita? Vorrei farlo tanto anche io, ma sono il nipote di un boss dei Casalesi e non posso. Lei può aiutarmi?" Ha gli occhi lucidi e vedo anche un velo di vergogna all'interno.
Io:"Ascolta Matteo, se tu veramente vuoi cambiare, devi fidarti delle persone che lavorano in questo posto. Prima non l'ho detto, ma quando avevo sedici anni anche io sono stata rinchiusa qua dentro. Pensavo di essere completamente persa, di aver buttato la mia vita per sempre, pensavo che avrei dovuto abbandonare tutti i miei sogni perché ormai sarei stata per sempre una criminale, ma con il tempo ho capito che le persone qua dentro davvero ti possono salvare la vita. I miei amici, la direttrice, il comandante, tutti quanti sono stati un tassello importante per farmi diventare ciò che sono ora. Quando avevo la tua età non avevo nessuno, nemmeno la mia famiglia e qua dentro ho trovato tutto ciò che ho sempre cercato là fuori, quindi fidati di chi l'ha provato sulla propria pelle, fatti aiutare, non mettere un muro tra te e loro."
C.R:"Hai davanti a te l'esempio lampante che se una persona nella vita vuole cambiare può farlo, indipendentemente dallo stato familiare e dal cognome che porta. A me ha salvato la vita una ragazza e soprattutto me l'ha salvata nostro figlio, non farti dire mai da nessuno che sei nato solo ed esclusivamente per fare il camorrista, perché tu puoi essere tutto ciò che vuoi."

Salto dallo spavento quando Ciro inizia a parlare dato che non l'avevo proprio sentito arrivare, ma quando sento ciò che dice mi scende una lacrima che non riesco a fermare.
Mat:"Ci proverò, grazie. Spero che lavorerete qui a lungo, così potete aiutarmi. A domani professoressa!" Saluto Matteo con la mano e mi volto verso Ciro, mi sorride ed io non ho mai visto visione più bella del suo sorriso.
C.R:"Andiamo a casa?" Lui per i primi giorni farà solo mezza giornata ed anche io, quindi dato che si è fatta ora di pranzo abbiamo finito il nostro turno.




Appena arrivati a casa mi decido a dargli la notizia, spero che la prenda bene anche se sono terrorizzata.
Io:"Ciro, ti devo parlare."
C.R:"Dimmi amore, sono qua." Forza Margherita, glielo devi dire.

Io:"Ciro sono incinta, aspettiamo un bambino."

Le forme dell'amore 2/Ciro RicciDonde viven las historias. Descúbrelo ahora