IV

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Ore 11:37

Mi svegliai frastornata,probabilmente per aver bevuto ieri sera.
Stropicciai gli occhi e notai Tom seduto sulla mia scrivania,teneva qualcosa in mano.
<<Da quando fumi?>>chiese girandosi,e mostrandomi il mio pacchetto di wiston blu,ormai quasi finito.
<<Buongiorno anche a te>>dissi alzandomi.
<<Quindi?Sai che ti fa male,perché hai iniziato?>> disse.
<<Non ho due anni,ne sono consapevole,è inutile che ti comporti da genitore,e scommetto che lo fai anche tu>>risposi.
<<Si io lo faccio,ma meglio se smetti>>aggiunse.
Lasciai perdere e mi diressi in bagno per lavarmi il viso con dell'acqua fresca.
Poco dopo Tom mi seguì,e si appoggiò sullo stipite della porta.
<<Che ore sono?>>chiesi.
Prese il suo cellulare dalla tasca.
<<Le 11:43>>disse.
<<Hai mangiato?>>chiesi.
<<No,gli altri si sono svegliati poco fa, stanno cucinando la colazione>>disse.
Scesi di sotto seguita da Tom e trovammo tutti seduti a far colazione.
<<Buongiorno>>dissi sedendomi,e rubai la ciotola di latte e lucky charms a Tristan.
<<Hey!>>disse.
Lo fulminai con lo sguardo e lui mise le mani in alto.
<<Calma Evy,ti sei svegliata con il piede sbagliato?>>chiese.
<<Non mi sono ancora svegliata,Tris,pensavo si fosse notato>>dissi.
Tom si sedde accanto a me,e stava mangiando una barretta proteica.
<<Ti sei ripresa da ieri?>>chiese Bill.
<<Si,non è successo nulla di grave,il problema è vederlo a scuola,mi tormenterà>>
<<Non ti preoccupare,ora ti accompagnerà sempre qualcuno di noi>>disse Tristan.
<<Come?Avevi detto che saresti stato tu a portarmi>>dissi rivolgendomi a mio fratello.
<<Si ma lo sai che io adesso ho l'alternanza lavoro-scuola,le cose sono diverse,in più i ragazzi hanno detto che non è un problema>>
Guardai i 4 della band,tutti sembravano approvare.
<<Come volete>>dissi accennando un sorriso.
Finito di mangiare andai di sopra.
Presi il pacchetto e mi sedetti sul piccolo divanetto davanti alla finestra.
Mentre buttavo fuori il fumo,mi raggiunse qualcuno,ovviamente Tom.
Poi sentii il rumore di un'accendino,stava fumando.
Buttò il pacchetto sulla scrivania e si sedde accanto a me.
<<Malboro rosse..ti credevo più un tipo da Chesterfield sai>>dissi.
Lui fece una faccia scioccata,si ero consapevole che quelle sigarette facessero schifo.
<<Non dirlo per scherzo...una volta mi sono quasi soffocato per quanto facessero schifo>> disse,ed io scoppiai a ridere.
<<Finisco la sigaretta e poi c'è ne andiamo tutti>>disse.
Di già?Vabe,li avrei rivisti.
<<Oh,vabene>>dissi.
<<Stasera andiamo a cena tutti insieme però>> aggiunse.
Scossi la testa e sorrisi.
Perché mi guardava così?
<<Hai un bel sorriso>>disse all'improvviso.
Io arrosii.
<<Grazie..>>dissi imbarazzata.
Perché questo commento improvviso?
<<Anche tu>>aggiunsi.
Lui rise.
<<Sei sempre la stessa>>
Sorrisi nuovamente e feci un'ultimo tiro,poi spensi la sigaretta,e mi diressi verso l'armadio a scegliere dei vestiti.
<<Esci?>>mi chiese.
<<Si,vado da Vera>>dissi tirando fuori una maglietta e dei jeans a vita bassa.
Li tolsi dall'appendi abito e li buttai sul letto.
Tom non mi staccava gli occhi di dosso.
Cercai un'elastico e legai i capelli,lo facevo solo a casa e con persone di cui mi fidavo,lui lo sapeva,quindi non esitai.
Spense la sigaretta e si alzò per venirmi incontro.
Lo aveva notato.
Io ero davanti allo specchio.
Si avvicinò e mi toccò la lunga cicatrice sul collo.
<<La cicatrice..>>disse.
<<La ferita>>dissi io.
Tramite lo specchio notai la sua faccia confusa.
Mi girai,ed incastrai i suoi occhi con i miei.
<<Le cicatrici sono dei tagli curati,le ferite sono dei tagli ancora aperti..>>dissi.
Lui lo sapeva che non avrei mai superato la cosa,però ero sicura che ci avesse sperato fin da sempre.
<<Evy..>>disse.
Io sorrisi,sapevo che stava male soltanto a parlare di me.
<<Bene,ora meglio che mi prepari,vengo sotto così saluto tutti>>dissi mentre mi scioglievo nuovamente i capelli.
<<Non devi coprirlo,lo sai che sei bellissima lo stesso>>disse fermandomi per il braccio.
<<Ti rende diversa dalle altre persone,più specieale>>
<<Grazie>>dissi abbracciandolo.
<<Sei il mio migliore amico..solo tu sai come mi sento,neanche Vera purtroppo riesce a capirmi come fai sempre tu..come hai sempre fatto tu>>
Mi accarezzò la testa.
<<Promessa numero 14>> disse.
Sorrisi.
<<Cercherò di capirti anche quando sarà impossibile>>dissi io.
<<Le sai a memoria?>>chiese.
<<Tutte>>risposi.
Mi guardava e basta,solo con questo provai la stessa identica sensazione che provavo da bambina.
Era una sensazione che avevo provato solo con lui,fin da quando ero piccola,e che da quando me ne sono andata da Loitsche non ho più provato.
Non davo una definizione a ciò,in realtà non sapevo neanche di cosa si trattasse.
Però era una sensazione stupenda..mi mancava.
<<Andiamo dai>>dissi staccandomi.
Scendemmo di sotto e salutai tutti,riguardo al pranzo,lo avrei fatto a casa di Vera.

Eyes never lie - Tom KaulitzWhere stories live. Discover now