Capitolo 16.

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Capitolo 16

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Capitolo 16.

Quando Dusan mi disse di portare anche un abito elegante, non pensavo di potermi sentire così in difetto immaginandomi accanto a lui.
Mi guardavo allo specchio, dentro al mio tubino nero semplice, con scollatura a cuore, che forse di semplice lo era troppo.
Giravo e rigiravo su me stessa.
Aggiustavo il vestito da tutti i lati.
Alzavo i capelli, poi li rimettevo sciolti.
Aggiustavo il rossetto nude che portavo sulle labbra e mi disintegravo i lobi delle orecchie facendo leva e metti con gli orecchini.

Le tragedie davanti allo specchio erano quasi all'ordine del giorno, specie se dovevo dimostrare qualcosa a qualcuno, o semplicemente a me stessa.

<<Hai finito?>> Dusan mi fissava da minuti indefiniti, poggiato allo stipite della porta del bagno, con il suo solito sorriso laterale che mi faceva impazzire.
Nella sua totale perfezione.

Indossava un pantalone nero semplice, è una camicia bianca che gli vestiva in maniera perfetta.
Mi bloccai a fissarlo.
Forse, pure con la bocca aperta.

Lui, senza emettere un suono, si avvicinò a me e mi girò per riportarmi con il mio riflesso sullo specchio.

<<Non vedi? Sei perfetta.>>

Lo sentii pesante e assordante il tonfo allo stomaco.
Era pura felicità.
Perché lui mi vedeva così, al contrario mio.

<<Potrei elencarti almeno duecento difetti.>> dissi poggiando la mia schiena al suo petto, guardando il nostro riflesso allo specchio.

<<Il primo è che sei una nanerottola.>> disse ridendo, lasciandomi un bacio sulla testa.
Mi girai a guardarlo imbronciata.
<<Non fare il fenomeno per il tuo meteo e novanta Vlahovic!>>

<<E tu prendi la borsa e andiamo a mangiare invece di perdere tempo inutile, perché i duecento difetti potrebbero piacermi tutti sai?>> mi addolcii, perché era il minimo farlo.

Gli stampai un leggero bacio e feci quello che mi aveva chiesto.

*****

Era incredibile come la voglia di conoscerci sovrastava tutto il resto.
Io e Dusan parlavamo tantissimo, di tutto.

Al contrario di quello che si potesse pensare, Dusan era una persona sensibile, anche troppo, e pieno di valori.
Era curioso, genuino.
Le ore con lui passavano come se fossero minuti.
Dimenticavo il telefono, dimenticavo tutto.

<<Posso chiederti una cosa?>> fece mettendo in bocca un cucchiaino di tiramisù.
<<Dimmi!>> feci lo stesso identico gesto, senza staccare mai gli occhi dai suoi. 
<<Ti manca l'America?>> rimasi leggermente spiazzata da questa domanda. Era una cosa che non mi ero mai chiesta.

<<Non lo so... cioè, forse un po'. Avevo costruito una vera e propria nuova vita li. Studiavo e avevo degli amici che sento tutt'ora, però ecco, non me ne sono mai pentita.>> Dusan ascoltava attento le mie parole.
<<Quindi non avevi nessun ragazzo li?>> divenni rossa a questa sua domanda.
<<Ti ho già raccontato che l'ultimo a cui diedi un bacio fu Federico.>> dissi imbarazzata.
<<Ti prego non ricordarmelo!>> disse mettendo una mano sugli occhi.
Risi per l'espressione buffa che aveva. Poi continuò a parlare <<dicevo se per caso ci fosse qualcuno che ti interessava...>>

<<Un ragazzo, si. Mio compagno di college. Bellissimo davvero...>>

<<Alice.>> disse interrompendomi, quasi geloso.

<<Dusan...>> lo guardai con un sorrisino velato.
<<Non mi interessava sapere il suo aspetto fisico.>>
<<Che c'entra! Volevo dirti che nonostante fosse bellissimo, non avevo testa.>>
<<Come mai?>> si stava appassionando al racconto.
<<Infondo sapevo che il mio posto non era lì. Però sai, col senno di poi forse lo avrei baciato!>> eccola la vena stronza.

<<Alice, ti distruggo. Ti giuro.>> lo disse a denti stretti.

Mi avvicinai leggermente a lui.
<<Potrei non esserne dispiaciuta...>> gli sorrisi sulle labbra e tornai al mio posto.
Vidi il serbo sbarrare gli occhi, sorpreso dalla mia spavalderia, e bere un bicchiere d'acqua.
<<Potremmo anche andare.>> propose il ragazzo.
<<E perderci la serata che sta cominciando? Nah..>> mi misi comoda, guardando il nervosismo di Dusan e sorrisi.
Non insistette più, nonostante provasse a convincermi baciandomi costantemente il collo.
E lui lo sapeva che avrei ceduto facilmente, lo sentiva dai brividi che mi provocava ad ogni suo bacio.
Ma io, con tutta la forza in corpo resistetti a tutte le provocazioni del serbo.

Anche quando, in mezzo alla pista mi prese i fianchi e mi tirò a se.
I nostri corpi ballavano all'unisono come se fossero una cosa sola.

Io non sapevo cosa succedeva al mio corpo ogni volta che gli stavo vicino, ma quel senso di tranquillità non lo avevo mai provato.

E mi piaceva, da morire.
Non avevo ancora trovato un difetto a quel ragazzo.
Avevo anche pensato potesse essere la persona giusta da avere al mio fianco.
Sempre se lui avesse provato lo stesso, perché quella era la cosa che più di tutto mi faceva restare ancora con i piedi per terra.

Mi girai a guardarlo e mi persi nel suo sguardo.
Lo baciai, senza pensare alla gente intorno. Senza pensare a qualcuno che potesse averlo riconosciuto.
Dusan mi strinse a se, ricambiando il bacio nel modo più perfetto che potesse fare.

<<Andiamo?>> gli chiesi.
Mi prese per mano e tornammo in stanza.
Chiuse la porta e mi raggiunse davanti il letto.
Scostò i miei capelli dalla schiena e lentamente fece scendere la cerniera nel vestito che indossavo, sfiorando la mia pelle centimetro per centimetro.
Mi baciava il collo, mentre il vestito e la sua camicia finivano sul pavimento.

Poi mi strinse, facendomi sentire tutto il suo piacere, e mi sdraiò sul letto già disfatto a pancia in giù.

Lo guardai, già totalmente sopraffatta dall'eccitazione e mi beai alla visione del serbo nudo.

Mi tolse lo slip e mi toccò, senza farmi realizzare quello che stava nuovamente succedendo.
Baciava il collo e la schiena, scendendo sempre di più.
E più si avvicinava più mi beavo al suo tocco.
Poi la lingua.
Mi uscì un gemito di piacere mentre stimolava il mio punto più debole con le labbra, nel mentre che apriva una bustina di preservativo.

Capii che lo avesse indossato quando risalì al mio orecchio e mi strinse la mano.

<<Sei mia.>> disse prima di riempire totalmente quel vuoto che mi stava provocando.
Ero sua, ero totalmente sua.
Perché ne ero certa, mi stavo innamorando di Dusan Vlahovic.

______________
Spazio autrice

Capitolo piccolo, con estremo ritardo (scusate 🙏🏼🙏🏼)

Vado di frettissima quindi fatemi sapere se vi sta continuando a piacere la storia e se cambiereste qualcosa..

Grazie sempre per le letture ❤️
A.

Luce.~ Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora