Capitolo 19.

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Capitolo 19

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Capitolo 19.

Mio fratello quella domenica non giocava.
Aveva sforzato troppo in settimana con conseguente risentimento muscolare. Il mister preferì non convocarlo.

Eravamo seduti in tribuna, in ordine Thessa, io, Giulia e Nicolò.

Stavo attenta alla partita, attenta a Dusan che, nonostante il nervosismo, splendeva in quel prato verde.
E cercavo di mantenermi il più possibile, ma, quando il giocatore avversario fece un fallo proprio al serbo che urlò dal dolore, il mio cuore perse un battito.

Sussultai, sporgendomi leggermente per vedere meglio quello che stava accadendo in campo.
E tutti si accorsero del mio istintivo movimento, tutti compresi Nicolò.

Sentii un "io te lo avevo detto" riferito alla sua fidanzata, che velocemente mi prese per il braccio per farmi risedere composta.

Thessa invece, si avvicinò a me.
<<Stai tranquilla, è solo una botta.>> mi disse sorridendomi.
Io, però, mi tranquillizzai solamente dopo che si alzò da terra, tornando a correre.

Nemmeno quella domenica segnò, ormai era una sorta di condanna la sua.
Nicolò non mi parlava, sapevo mi spettasse una ramanzina, ma in quell'istante non mi importava.

Ero stufa di stare alle condizioni degli altri.

E la situazione stava cominciando a pesare troppo.

Non aspettai il ragazzo con cui mi sentivo, lo avrebbero trattenuto per fargli degli esami dopo la botta presa in campo e, sotto suo consiglio, decisi di andare.
Così, entrai in macchina e già dallo sguardo lanciato da Giulia, capii che qualcosa sarebbe andata storta.

Nicolò iniziò a guidare, in silenzio, fisso sulla strada.
Poi, stringendo il volante, prese parola.
<<Da quanto tempo va avanti questa storia?>>

<<Quale storia?>> replicai, indifferente.

<<Tu e Dusan. Da quanto state insieme? Da quanto tempo mi nascondi questa cosa?>> sentii la gola prosciugarsi alle sue parole.
<<Io non sto con Dusan, Nicolò.>> che poi, alla fine era vero.

<<Alice. Non mi devi prendere per il culo.>> lo urlo quasi il mio nome, tanto che Giulia lo rimprovero con uno sguardo.
<<Non ti sto prendendo per il culo Nicolò. Io non sto con Dusan.>> scandii bene le ultime parole.

Lui prese un boccone d'aria e continuo.

<<Allora, da quanto ti senti con Dusan? Da quanto vi vedete? Frequentate? Cosa cazzo c'e tra di voi.>>
Nicolò era la persona più pacifica di questo mondo ma, arrabbiato, mi spaventava da sempre.

Ingoiai un groppo di saliva.

<<Qual'è il tuo problema?>> dissi dopo qualche secondo di silenzio, con gli occhi già gonfi.

Luce.~ Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora