Gli sfortunati nel bosco.

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Senza neanche accorgersene passarono i trenta minuti, e non avevano ancora trovato l'acqua.
Decisero quindi di chiedere prima o poi a qualche cacciatore più esperto dove si trovassero le bottiglie d'acqua, sapendo che sicuramente potevano essere nell'unico punto in cui non avevano controllato.
Svegliarono Ban e si diressero alla stanza centrale, come aveva detto il loro superiore.
La stanza era piena di persone, era difficile camminare.
Tutte le persone in stanza si stavano preparando, mettendosi a posto i vestiti oppure prendendo la propria arma per andare a combattere nella prima missione di tutti i cacciatori.
Almeno così pensava Naim, in realtà le richieste di aiuto sono così tante che vengono create delle squadre da mandare in punti diversi, così da cercare di aiutare tutti contemporaneamente.
Questo è l'incarico dei cacciatori di livello uno, andare ad aiutare le persone.
Potevano farlo anche i cacciatori di livello più alto, ma loro venivano chiamati solo in caso di emergenza.
Hassan salutò Naim sorridendogli e muovendo la mano mentre camminava nella folla, verso la sua squadra.
Naim invece non aveva capito dove dovesse andare, nessuno glielo aveva detto.
Ma poi una voce in lontananza lo chiamò, era impossibile non riconoscerla.
Quel tono di voce alto di chi chiama una persona ma calmo, un tono che gli trasmetteva sicurezza e fiducia, era la voce di Simon.
Si avvicinò con molti "permesso" e spintonate, fino ad arrivare davanti a Simon sorridendogli.
Simon ricambiò il sorriso, aspettando che Naim rompesse il ghiaccio.
Naim: Eccoti finalmente.
Simon sbuffò.
Naim: Non serve che me lo dici, so già perché non hai dovuto decidere se essere un cacciatore o una guardia.
Simon: Meglio così, non mi va di sprecare fiato.
Naim: Umh, quindi ora dove si va?
Simon: Dalla nostra squadra.
Naim: Sbatte le palpebre, incredulo che il destino lo avesse mandato proprio con la persona che conosceva di più dentro quel edificio. SIAMO INSIEME?!
Simon: Sorride. Ovvio che si, ho fatto richiesta a mio padre di mettermi con te. Gli mette il dito sul petto. Non deluderlo, ora ha delle aspettative su di te.
Naim prima si sentì un idiota per non averci pensato, ma poi riprese a sorridere.
Naim: Ovvio che non lo deluderò, è il mio generale ora.
Simon: Gli altri membri però non li conosco, sono nuovi.
Iniziano a camminare verso un tabellone sul muro in fondo alla sala.
Davanti ad esso c'erano tre persone, che lo osservavano intensamente.
Una era una faccia conosciuta, le altre due invece gli pareva di averle viste nella stanza dei pulsanti.
Simon: Non restate troppo a guardarlo, se non ci muoviamo di qui non serve a nulla.
Si girarono in due, uno rimase girato.
Simon: Parlo anche con te Miko...
Miko: Sto cercando di capire la strada più veloce che possiamo fare...Prende fiato e si mette le dita sul mento. La più veloce sarebbe saltare in acqua e andare a riva dall'altra parte, ma non penso si possa fare con questi nuovi mezzi.
?: Ovvio che no idiota...
Miko: Per ora penso che dovremmo farci tutto il ponte e poi svoltare a sinistra, il villaggio da cui hanno chiamato si trova a 20 minuti da qui, però contando la vegetazione e i sentieri che prima o poi scompaiono in mezzo alla natura...Penso che ci vogliano trenta minuti buoni prima di riuscire ad arrivare nel villaggio dentro il bosco.
Semika: Ti facevi così tante pippe mentali pure durante l'esame scolastico?
Miko: No, ma sono uscito con l'otto. Si gira e sorride.
Semika: Che nerd...
Miko: Ehy!
Simon: Naim, lui è Miko.
Miko si gira velocemente verso Naim sorridendogli.
Gli porge la mano e lui la stringe, presentandosi.
Sembrava molto sicuro di se stesso, la presa era decisa ed amichevole, solo una cosa attirò l'attenzione di Naim, le sue mani erano bendate.
Miko sembrava una persona solare ed intelligente, era rassicurante sapere di non avere qualcuno come Amur in squadra questa volta.
I suoi capelli erano castani e lunghi, gli occhi erano di un verde chiaro.
La faccia sembrava quella di qualcuno di 15 anni, ma vedendo la sua altezza e dei peletti di barba che stava appena ricrescendo Naim pensò che in realtà ne avesse 17-18.
Naim: È un piacere conoscerti!
Miko: Anche per me! Ma quella è una katana??
Naim: Fissa la katana e per un momento rimane in silenzio, come se dare una risposta sarebbe stato inutile. Beh, direi di sì...
Miko: CHE FIGO!
?: Non urlare Miko!
Miko si mette le mani davanti alla bocca e trattiene l'emozione.
La ragazza sembrava timida, ancora non si era presentata e aveva le mani un po' tremolanti.
Aveva i capelli legati, di colore rosso; degli occhi azzurri, che davano sul blu.
Il viso era abbastanza piccolo, come il corpo, di bassa statura.
Era vestita bene, con una cravatta e dei pantaloni neri lunghi, aveva addirittura una cintura a tenerli.
Sopra invece aveva una specie di smoking, con la maglietta che andava sotto i pantaloni.
A vedere i suoi vestiti non si direbbe mai che potesse essere una persona timida, ma dalla voce tremolante era chiaro.
?: P-Piacere, io sono Nirami...Ma potete chiamarmi Nira...Se volete...Ovviamente.
Semika: Eddai, non c'è motivo di essere così timidi, Siamo una squadra!
Nira: Non è colpa mia!
Simon: Sospira. Basta chiacchere, dobbiamo muoverci.
Semika: Io non ho capito che dobbiamo fare. Sbadiglia.
Simon: Un falegname ha chiamato aiuto, si era allontanato dal suo villaggio per tagliare un po' di legna nel bosco ma ha visto un gruppo di Kioh andare verso il villaggio.
Miko: Di quanto tempo fa è la chiamata?
Simon: 16 minuti.
Naim: Se le previsioni di Miko sono giuste...Direi che dovremmo già essere partiti!
Iniziarono a correre tutti verso l'uscita.
Una volta fuori salirono sul mezzo regalato da quelli del regno X, chiamato "Veicolo X".
Salirono, e Simon iniziò a guidare facendo il tragitto detto da Miko.
Come previsto una volta arrivati all'entrata del bosco la strada era impossibile da vedere, quindi scesero tutti dal veicolo.
Simon: Chiude la portiera e si toglie lo sporco dalle mani. Bene, ora dobbiamo trovare il falegname e chiedergli in che direzione ha visto andare i Kioh.
Miko: Qualcuno è già stato qui?
Tutti scossero la testa, tranne Semika.
Si girarono tutti a guardarla, aspettando aprisse bocca.
Semika: Ci sono stata da piccola... Probabilmente ora è tutto diverso, e poi è difficile che io mi ricordi la strada. Però so il punto preferito del falegname per tagliare la legna, quando ero venuta con i miei genitori ci avevo fatto amicizia.
Naim: Direi che è un buon inizio, no?
Simon: Ottimo. Guarda Semika e gli fa un cenno con la testa verso il bosco, per dirgli di fare da guida.
Lei lo notò e si mise la mani in tasca, mentre si faceva seguire.
Gli alberi erano molto grandi, ma un po' di luce riusciva comunque a illuminare qualche foglia o ghianda.
Il terreno era umido, c'erano anche dei funghi che spuntavano in punti casuali.
Si riusciva a sentire il vento spostare le foglie degli alberi, il cinguettio di chissà quanti uccellini diversi, si riusciva anche a vedere qualche scoiattolo in giro, che scappava non appena sentiva dei passi.
C'erano anche degli insetti, formiche soprattutto, alcuni venivano schiacciati senza volerlo, altri invece continuavano la loro breve vita senza badare che altri loro simili fossero scomparsi davanti a loro, rimanendo nella suola di una scarpa.
Ogni tanto si vedevano dei conigli saltellare qua e là, probabilmente nei paraggi c'era una tana.
Nessuno osava fiatare, tutti si limitavano ad ascoltare i rumori della natura attorno a loro, quasi dimenticandosi di essere lì perché delle persone potevano essere morte, e non per un pic nic.
Più entravano nel bosco più la luce andava via, ma in lontananza eccone una grande quantità, una luce che riusciva ad arrivare perché in quella zona non c'erano più alberi, una luce che metteva in risalto una cosa sola, e non era né un animale né un insetto, bensì il corpo senza vita di un uomo senza ormai una testa, messo contro il tronco, la testa ancora sanguinante si trovava sopra ad esso, mentre il corpo era sdraiato davanti al tronco, l'ascia invece era finita su un'altro albero dietro il tronco tagliato, come se qualcuno...O qualcosa l'avesse lanciata.
Semika si voltò disgustata e si mise le mani sulla bocca, un po' per non vomitare, un po' perché era scioccata.
Nira si terrorizzò e vomitò a destra, per poi pulirsi la bocca con un fazzoletto e trattenere le lacrime di una persona che aveva paura di fare la stessa fine dell'uomo che aveva appena visto.
Miko perse il suo sorriso e si rattristò, avevano fatto tardi.
Simon invece non era né triste né arrabbiato, era disgustato da come fosse morto quell'uomo..."Che morte orribile" pensava, per poi chiudere il pugno e continuare con "Se solo fossimo arrivati prima..."
Naim invece provò un dolore al petto e un senso di tristezza verso l'uomo.
Chi era?
Qualcuno lo sta aspettando a casa?
E poi subito dopo scosse la testa, come se avesse avuto un'illuminazione.
Ma vedendo il suo stato, la domanda più importante è...
Ci sarà ancora una casa?
Fece uno scatto, senza volerlo, iniziando a correre verso il cadavere.
Gli altri lo guardarono correre perplessi, come fa a non provare disgusto? Pensavano.
Poi Simon iniziò a muovere le gambe, e senza accorgersene anche lui stava correndo, forse, aveva fatto lo stesso pensiero di Naim.
Nira voleva andare con gli altri, ma non appena voltava la testa per vedere davanti a lei gli veniva di nuovo il vomito, ed un tremolio alle gambe.
Semika non era disgustata per la visione del cadavere, ma per aver riconosciuto chi fosse.
Era il falegname, il falegname con cui aveva fatto amicizia da bambina.
Lo aveva visto solo una volta in vita sua, ma il senso di colpa e di nostalgia presero il sopravvento.
Sarei dovuta venire qui più spesso.
Perché non gli ho parlato di più quando sono venuta qui?
Ora quella persona con cui era amica da piccola era distesa senza vita a pochi passi da lei, quel che è fatto è fatto, non si può tornare indietro nel passato per instaurare dei rapporti migliori con le persone, e purtroppo questa cosa Semika la sapeva bene, e per l'ennesima volta aveva scoperto che le persone possono non mancarti quando sono in vita, ma non appena moriranno ti pentirai di tutte le cose che potevi, ma non hai fatto con loro.
Miko raggiunse Simon e Naim, scacciando via le mosche che volavano sopra il sangue del signore.
Simon: Dio, chissà da quanto cazzo è morto.
Naim: L'ascia Probabilmente era sua, ma vedendo la distanza dubito sia un suicidio.
Miko: Anche volendo che senso avrebbe? Chiami aiuto e poi ti ammazzi? Guarda il corpo del signore, analizzandolo. Il sangue non veniva solo dalla testa, il vestito era sporco di rosso, ed era bucato in alcuni punti. Il vestito, leviamogli il vestito.
Naim e Simon notarono i buchi, e Simon si mise dei guanti, per togliere poi il vestito.
Il corpo del signore era pieno di buchi, in qualche buco era anche rimasto un dente.
Non un dente normale, un dente appuntito.
Il sangue continuava a colare, era stato ucciso da poco.
Naim: Ok, è stato un Kioh, ma, Prende fiato e cerca di rimanere tranquillo. Quelle creature sono dei mostri, come cazzo ha fatto a lanciare un'ascia in modo così perfetto da mozzargli la testa?!
Simon: Non ne ho idea, e soprattutto non ho idea di come faccia ad essere morto da poco se ha chiamato più di mezz'ora fa. Si alza e butta il vestito sull'erba, già sporca di sangue.
L'unica cosa che mi viene da pensare è che i Kioh che ha avvistato abbiano già divorato tutto quello che c'era da divorare, e tornando indietro lo abbiano visto.
Miko: Oppure che in questo bosco ci fosse già un altro Kioh, che si è staccato dal gruppo...Si gira, ed osserva il bosco. Anche se effettivamente le opzioni sono troppe. Si schiarisce la gola. Potrebbe essere che in questo bosco ci fosse già un altro Kioh, oppure che ne fosse arrivato un altro gruppo...
Naim: In quel caso dovremmo combattere contro molti di loro.
Simon: Sospira e si mette a posto i guanti. Semika, vieni con noi. Guarda Miko. Tu e Nira addentratevi nel bosco e cercate un possibile Kioh, staccato dal gruppo o arrivato da poco non mi interessa, lo voglio morto.
Miko scosse la testa.
Semika si avvicinò e si incamminò con Simon e Naim per cercare il villaggio.
Aumentarono il passo e si ritrovarono a correre, correvano per salvare delle persone, ma a lei sembrava di scappare dai propri rimorsi.

i cacciatori di Kioh.Where stories live. Discover now