12 capitolo |fuga dalla cena di famiglia|

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Aurora's pov

~che tenera coppia che siete~la signora, che mi sta strizzando con un po' di prepotenza la mia povera guancia sinistra, è la zia di Bryan

una signora dai capelli bianchi e con un rossetto fucsia acceso, proprio come il vestito che indossa

~zia non strapparle le guance~dice Bryan annoiato
~ma va non le sto strappando la guancia~dice offesa
~la cena è pronta~dichiara Gwen, la mamma di Bryan

onestamente sono stanca di partecipare sempre alle cene con tutti i parenti o con i semplici "colleghi" di mio padre

ho cercato di inventare scuse plausibili per non venire, volevo rimanere a casa e magari invitare la mia migliore di New York, che è arrivata a Los Angeles qualche giorno fa

~mamma~dico appena la rivedo in circolazione
~Aurora non posso parlare al momento~mi liquida frettolosamente mentre cerca mio padre con lo sguardo
~è successo qualcosa?~
~no tesoro niente di preoccupante, sai dov'è tuo padre?~mi lascia con un sorriso nervoso quando trova la sua figura
~ehm...okay~dico allibita
~Aurora vieni con me~mi chiama una voce profonda e molto maschile

ovviamente si tratta di Alejandro, che non perde tempo ad avvolgere la mano sul mio polso e trascinarmi in giardino

~Alejandro, mi vuoi spiegare perché compari sempre in momenti come questo? così senza preavviso...neanche sapevo che fossi qui~dico infastidita
~tuo padre mi ha ordinato di portarti a casa~dice puntiglioso
~senza neanche avvisarmi?~chiedo confusa
~io faccio quello che mi dice~

senza dire nient'altro si gira verso la sua macchina e si siete al suo posto, pronto a mettere in moto e sfrecciare via

~si ma sei fastidioso~dico salendo in macchina
~litigheremo sempre noi due?~chiede rimanendo serio, ma con un velo di leggerezza
~ma stai zitto~gli dò un leggero pugno sulla spalla

ed effettivamente cala il silenzio in macchina, non saprei che dire e penso che si trovi nella stessa situazione anche lui

il profilo del suo viso è la perfezione, la pelle olivastra si abbina perfettamente con i suoi occhi verdi, mischiati con un po' di marrone,
le sue labbra gonfie gli completano il viso

la perfezione di ragazzo secondo me, muscoloso al punto giusto, con qualche tatuaggio sparso in giro

però quando ritorno a pensare lucidamente, mi accorgo di guardarlo ammaliata mentre mi tenevo il labbro inferiore tra i denti, praticamente mi mordevo il labbro senza nemmeno accorgermene

che idiota che sono, davvero potevo evitarmela questa

spero solo che non se ne sia accorto, sarebbe davvero imbarazzante tutto questo

~dove mi porti?~chiedo mostrandomi distaccata
~dove vorresti andare?~chiede puntando i suoi occhi verso di me
~non si risponde ad una domanda con un'altra coglione~gli dico mantenendo il contatto visivo
~sei sempre sulla difensiva con me...per caso non vuoi ammettere che mi vuoi?~
~tu si che sei un coglione~dico guardando la strada

le strade a quest'ora sembrano come il deserto, strano perché Los Angeles è sempre in movimento, anche nelle strade secondarie ma non capisco dove mi stia portando

~allora? dove mi stai portando? non conosco questa strada~
~in un posto~dice accendendo la radio
~si ho capito, ma dove?~chiedo innervosita

non mi risponde, certo sa fare solo quello, non rispondere alle mie domande quando deve fare qualche cazzata

preferisce non rispondere e alzare al massimo la musica della radio

bravo il coglione

ma va bene così, faccia quel che vuole, io di certo non gli parlerò fin quando non si comporterà adeguatamente nei miei confronti

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