PROLOGO

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ISOLE FILIPPINE
NEREA
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Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale-Karl Barth

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Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo,
ma chiunque può andare avanti e decidere il finale
-Karl Barth

Sono seduta in una stanza con pareti bianche, un solo quadro che rappresenta un bambino che si copre gli occhi, due finestre e un'unica porta proprio dietro di me.  Fuori piove ma fa caldo. C'è una leggera brezza che quando esci ti solleva qualche ciocca dei capelli. Oggi sarebbe stato bello corre sulla spiaggia. Mi sarebbe piaciuto guardare con la nonna le gocce d'acqua che cadono leggere sulla superficie del mare producendo un suono tranquillo.

Mi allontano dai miei pensieri continuando a guardare fuori dalla finestra mentre ascolto la donna che si è posizionata davanti a me. I servizi sociali sono arrivati due giorni fa subito dopo la polizia, mi hanno fatta rimanere con la famiglia Thompson fino al funerale, il quale è appena finito. "Molto bene Nerea, l'aereo partirà tra un paio di ore, hai un po' di tempo per prenderti tutto quello che vuoi a casa. Arriverai domani mattina in California e un taxi ti porterà da tua madre." "Lei non è mia madre" dico guardando negli occhi la donna giovane che non risponde.

La polizia mi porta fino alla casetta in riva al mare. È come sempre: una piccola casetta di legno con un portico. Sulle pareti esterne ci sono ancora i disegni che avevo fatto con la nonna da piccola: rappresentano l'oceano sott'acqua. Abbiamo disegnato dei pesci, una medusa, i coralli e infine una manta. Il dipinto è carino, di certo non un'opera d'arte dato che quando lo avevo disegnato avevo solo cinque anni. Io e la nonna ci eravamo impegnate, la mamma a quell'epoca era andata per lavoro a New York e come regalo mi aveva portato delle tempere. Mi ricordo son finite in una settimana. Erano bei tempi...

Sempre sul portico c'è un dondolo decorato con dei fiori bianchi ormai appassiti. Un tavolino anche questo bianco e due sedie. Al centro del tavolo io e la nonna avevamo posto una teiera azzurra con delle decorazioni oro fatte amano, dentro questa dei fiori tipici dell'isola. Entro in casa e la solita campanella alla sinistra della porta suona, avvisando che sta entrando qualcuno. Dentro è come sempre, solo più buio. C'è il divano con la struttura in paglia e i cuscini ripieni di soffici piume. Vicino a questo la sedia a dondolo della nonna: ogni sera si sedeva li e cuciva oppure disegnava, adorava disegnare a differenza mia. Era molto brava. Sul tavolino vedo il suo album da disegno, in teoria sono dei fogli di papiro legati ad un pezzo di legno con lo spago. Prendo i disegni e li metto nella borsa. Guardo per l'ultima volta la cucina dove io e la nonna facevamo sempre il te.

Salgo in camera mia per prendere il piccolo baule dove ho riposto tutti i miei vestiti che tanti non sono. Guardo per l'ultima volta camera mia: le pareti di un azzurro chiaro quasi bianco, anche qua io e la nonna avevamo disegnato delle mante. Adoro le mante dato che trasmettono più messaggi profondi, proprio per questo due anni fa me ne sono fatta tatuare una nel petto, proprio sotto il seno.

OceanWhere stories live. Discover now