5° capitolo: l'aiuto

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La nostra protagonista dai capelli riccioli chiese un aiuto alla serva di corte: Ameliè per riuscire a liberare il suo amico che era stato ingiustamente imprigionato nelle segrete, che si trovava accanto alla sala delle torture. Infatti il principe Crucius era un uomo che godeva per i lamenti e le grida di dolore di coloro che soffrivano le pene d'inferno, mentre il loro corpo veniva fatto a brandelli molto lentamente.

La prigione non era tanto grande, era composta da solo quattro celle e una di isolamento, nella quale il nostro povero giullare era stato collocato, a causa del suo sonno pesante.

Questo luogo a confronto con le altre celle era sudicio e non veniva mai pulito poiché le guardie, invece di svolgere questo compito, si divertivano a giocare a carte e a bere birra nel loro angolo all'entrata delle segrete.

Il poveretto accasciato a terra, mentre addentava un pezzo di pane raffermo e deglutiva quel poco di acqua che gli veniva offerto per pranzo, ricevette una visita inaspettata. Ad un tratto sulla soglia della cella comparve il dolce viso di quella giovane incontrata alla locanda qualche giorno prima, dagli occhi blu. La ragazza gli si avvicinò e senza perdere tempo disse: "Salve! Sono Ida, vi ricordate di me? Ci siamo visti alla locanda l'altro giorno e sono venuta per aiutarvi... Ecco tenete vi ho portato da mangiare" e accarezzandogli il volto continuò:" Mi dispiace, è tutta colpa mia, non volevo che capitasse tutto ciò!". Il nostro amico si riprese e rimettendosi seduto le prese le mani fredde: "No, dispiace a me che non ho avuto abbastanza coraggio per affrontare il principe! Sono un vigliacco. Ma come siete riuscita ad entrare?". Ida gli rispose: "Ameliè, la mia serva, ha servito ai carcerieri una bevanda con del sonnifero per farli addormentare... Ora vi chiedo di mostrarmi tutto il vostro coraggio con quest'azione di fiducia. Prendete questi vestiti, presto!! non c'è tempo da perdere!!". Il nostro protagonista ricercando il coraggio dentro di sé, si rialzò da terra e si cambiò.

Appena Ameliè arrivò sulla soglia della cella gli disse: "Presto, tenete questa mappa vi condurrà in Svezia, spero che avrete più fortuna!!". Percorsero il lungo corridoio con il cuore in gola, e trovarono una porta che li condusse nel cortile esterno del castello.

Appena uscirono videro li vicino un pozzo e si nascosero dietro, Ameliè disse al giullare: "Restate qui, noi andiamo ad abbassare il ponte levatoio mentre voi andate nelle scuderie e prendete un cavallo, impiegherete molto di meno per raggiungere la Svezia".

Cercando di non farsi notare in pieno giorno, le nostre intraprendenti donzelle riuscirono a sgattaiolare fino all'ingresso del castello. Stranamente quel pomeriggio, non vi era nessuno di guardia.

Il giullare entrò nelle scuderie e montò sopra sul primo destriero e si diresse verso l'uscita.

Nel frattempo due guardie, che in quel momento stavano attraversando il cortile, notarono che il ponte levatoio era abbassato, ma non ebbero il tempo di chiedersi il perché, che vennero scaraventati a terra dal giullare a cavallo.

Intanto le guardie carcerarie si erano risvegliate e accorgendosi che il prigioniero era evaso, corsero subito fuori dando l'allarme. Cercarono di fermarlo, ma ahimè... era ormai troppo tardi!!

Il nostro baldo giullare si inoltrò nella oscura foresta; che cosa gli riserverà il destino?

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⏰ Last updated: Aug 07, 2023 ⏰

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LA LEGGENDA DI CRUCIUS IL GRANDEWhere stories live. Discover now