15. Decisioni

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Camminammo tutti e tre nella via del quartiere in silenzio, sotto alle luci calde e deboli dei lampioni, completamente opposte all'atmosfera fredda e tesa che aleggiava su di noi.

Riven aveva chiaramente proposto di fare una passeggiata per fare in modo che io ed Ethan potessimo affrontare quella questione che sembrava star facendo andare Ethan su tutte le furie, e di certo il suo non era un gesto derivato una pura gentilezza: voleva semplicemente essere insieme a noi e non perdersi lo spettacolo.

Quando ci trovammo alla fine della via e in un punto in cui nessuno ci avrebbe sentiti, Ethan sbuffò animatamente rompendo il silenzio, preannunciando la sfuriata che già mi aspettavo.

«Quando avevi intenzione di dirmi che sabato invece che venire al mare con me sei stata con questo idiota? Eh? Forse non lo volevi nemmeno fare, o sbaglio? Hai rifiutato il mio invito per stare con lui!» sbottò lui, agitando le braccia in aria con gesti teatrali.

«Mi dispiace. Volevo dirtelo, ma...» iniziai con voce flebile.

«Ma? Ma, cosa? Cazzo, Rose! Io ci provo a fidarmi di te come mi hai chiesto, ma mi stai facendo andare fuori di testa!» mi interruppe lui, alzando sempre di più la voce.

«E per quale motivo, scusami?» si intromise Riven, con un tono decisamente più pacato.

«Stanne fuori. Non sto parlando con te» gli ringhiò Ethan, puntandogli un dito contro in segno di rimprovero.

Riven alzò le mani con innocenza e fece un passo indietro, atteggiandosi come se fosse spaventato. Poi, un sorrisetto compiaciuto nacque sul suo volto.

«Ethan, per favore, calmati... Non è niente, non è successo niente, non sapevo nemmeno che sarebbe venuto» farfugliai, non sapendo come comportarmi.

Avrei dovuto dirglielo subito, quel giorno, che non sarei stata da sola e che ci sarebbe stato anche lui.

«Come puoi aspettarti che io ti creda? Me ne stai combinando di tutti i colori ultimamente, Rose! Sto impazzendo!» gridò Ethan, mettendosi le mani tra i capelli dorati illuminati dalla luci calde dei lampioni.

«E che cosa starei "combinando"? Non ho fatto nulla, e lo sai benissimo!» esclamai, delusa da quel suo tono accusatorio.

Come poteva anche solo pensare a determinate cose?

«Finiscila di frignare, cucciolo. È vero, non lo sapeva che ci sarei stato anche io» disse Riven con fare tranquillo, completamente opposto a quello di Ethan, guardandosi attorno.

Sembrava disinteressato, che si stesse scocciando di stare lì con noi, e che sperasse che la nostra discussione terminasse il prima possibile.

Ethan lo ignorò, e non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Con due passi rapidi si avvicinò a me e mi prese le spalle con forza.

Sussultai, presa alla sprovvista da quello scatto inaspettato, e dietro di lui vidi Riven fare lo stesso. Era come se si fosse improvvisamente messo sull'attenti.

«Rose, guardami negli occhi e dimmi la verità» disse con voce più moderata e guardandomi in maniera meno adirata.

«Che cosa vuoi sentirti dire, Ethan? Che stupidaggine» risposi scocciata, non riuscendo a tenere a bada il fastidio.

In un secondo i suoi occhi tornarono tetri e infuocati, e con un movimento fulmineo della mano destra mi prese il volto schiacciandomi energicamente le guance, alzandomi il viso per costringermi a tenere lo sguardo fisso nel suo.

«Non ci provare, maniaco» ringhiò Riven dietro di lui, avvicinandosi a noi.

Ancora una volta, si stava schierando dalla mia parte.

Petali e SpineOù les histoires vivent. Découvrez maintenant