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In macchina Roger è stranamente silenzioso,mi aspettavo una delle sue ramanzine da manuale.
Tredici anni che lavora per me e ormai è come se fossi un figlio per lui, mi ha visto crescere e mi ha dato sempre consigli utili,molti pensano sia sbagliato il mio rapporto di confidenza con lui perché è solo uno chauffeur, ma a me non frega un cazzo perché sinceramente chi sono gli altri per giudicare il rapporto che ho con le persone.
E poi mi è stato piu vicino lui che mio padre.
Vada a farsi fottere quel coglione.

La ramanzina non arriva fortunatamente,anche perché mi sta venendo un grosso mal di testa non ce la farei a sopportarlo.
Lo vedo però troppo agitato,è come se dovesse dirmi qualcosa ma non trova il coraggio, me lo fa capire il suo modo nervoso di stringere e rilassare il suo pugno sullo sterzo della macchina, e dalla sua mandibola che a tratti si rilassa e a tratti si contrae.
Mi passo una mano sul viso pronto già per ascoltare 10 minuti di “signorino Jungkook non è così che ci si comporta quando si hanno 26 anni, lei non dovrebbe bla bla bla”

«Roger spara,avanti»
dico, mentre lascio un grosso sospiro.
Mi rivolge un veloce sguardo e poi si concentra di nuovo sulla strada.

«N-non è niente signorino Jungook»
mentre stringe di nuovo il suo pugno,sembra voglia strangolare quel povero volante.

«Oh andiamo Roger, ti conosco troppo bene,cosa vuoi dirmi?»

«Gradirei dirglielo a casa signorino,siamo quasi arrivati, sopporti un altro po'»

Ah che fastidio quando fa così! Devo tirargli le parole fuori di bocca.

«Preferisco che mi lanci la pietra adesso,dopo non so se vorrò ascoltarti lamentarti per il mio comportamen-»

Lo sento dire qualcosa a mezza voce,qualcosa che mi fa bloccare e gelare il sangue nelle vene,spero con tutto me stesso di aver capito male.

«Roger credo di non aver capito»
mi sistemo sul sedile e mi volto meglio verso di lui.

«Suo padre signorino,ha mandato una lettera e un regalo per lei»

«Scherzi?»

«Mai mi permetterei signorino»

Il sangue ha ripreso a scorrere,più forte di prima.
Adesso lo sento ribollire nelle vene e soprattutto nelle mani.
Ho una voglia di riempire la faccia da cazzo di quell'uomo di schiaffi.
Rilasso i pugni che avevo stretto inconsciamente sulle mie ginocchia.
Le nocce riacquistano colore piano piano,le unghie stampate nel mio palmo.
Chiudo gli occhi e mi rilasso sul sedile.
Apro il finestrino l'aria fresca aiuta a calmarmi,cerco le sigarette nella tasca della felpa,ne accendo una.
Aspetto che la nicotina faccia effetto nel mio corpo e che soprattutto arrivi al cervello per aiutarmi a ragionare, in modo da poter vedere di nuovo a colori e non tutto nero.

Roger non ha proferito parola,in questi casi sa che anche solo la minima sciocchezza fa traboccare il vaso.
Mi lascia il tempo di riprendermi.
Quest'uomo mi conosce fin troppo bene.

Non è la prima volta che fa gesti del genere il così detto mio padre.
Ultimo tiro,rilascio il fumo che mi ha riempito i polmoni e butto la cicca dal finestrino.
Sono calmo adesso,almeno credo.

«Dov'è»
la mia voce è talmente bassa da uscirmi roca.

«Sul sedile posteriore signorino,non ho avuto tempo di sbarazzarmene perché mi è stata consegnata non appena ho messo piede fuori dal suo appartamento,ero andato a prendere le chiavi della sua auto per venirla a prendere»

«non preoccuparti Roger non hai colpe»

«Va bene signorino,non deve sentirsi male per queste questioni,posso liberararmene tranquillamente io come ho fatto in precedenza»

Beyond the starsWhere stories live. Discover now