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Ambar

Amavo l'estate. Era il mio periodo dell'anno preferito.

Finito il mio ultimo anno di superiori, e preso finalmente il diploma, io ed il mio gruppo di amici c'eravamo concessi la nostra ultima vacanza insieme.

Quei cinque anni di liceo erano stati forse, i più belli della mia vita, ma erano giunti al termine, ed ognuno di noi avrebbe preso strade della vita diverse.

Omar sarebbe partito in Inghilterra per andare a studiare in un college, Patricia aveva trovato lavoro in Italia come allenatrice di una squadra di nuoto, Ginny sarebbe tornata dalla sua famiglia in canada, Alejandro aveva ottenuto una borsa di studio in un'università a New York, Alvaro avrebbe cominciato a lavorare per l'azienda di suo padre in Austria, Daniel era stato assunto in Colorado come cuoco, ed io e la mia gemella Inés ci saremmo trasferite a Barcellona per frequentare l'università.

Sembrava tutto così nostalgico e invece c'era solo tanta soddisfazione per ognuno di noi. Tutti c'eravamo sempre stati per gli altri nel momento del bisogno, ed ora, era arrivato il momento di dirsi addio. E quale miglior posto per farlo, se non Ibiza?.

Il cuore della movida notturna, delle feste, discoteche, e alcol.
Il paradiso per me.

-sei tu che mi copi sempre- era già la nostra seconda sera ad Ibiza, ed io e mia sorella eravamo occupate a litigare sul esserci vestite uguali.

Fino all'età di otto anni nostra madre era completamente ossessionata dal vestirci alla stessa maniera, e comprarci gli stessi vestiti. Tutto questo fino a quando entrambe non fummo capaci di decidere da sole cosa indossare.

Ci tenevamo in particolar modo che le persone ci distinguessero.
Io ero Ambar, e Inés era Inés.

Ma nonostante questa nostra inclinazione nel farci considerare due persone distinte, in fondo eravamo un'unica cosa. Impazzivo se qualcuno osava prendersela con lei, e viceversa, ed essere in classe insieme sin dall'asilo, non aveva di certo favorito. Eravamo in continua lotta con i nostri compagni di classe.
Noi due contro tutti.

Per quanto riguardava la nostra somiglianza, era tanta. Fin troppa direi. Il nostro viso era uguale, e l'unico tratto che ci distingueva erano i capelli. I miei lunghi, ed i suoi un morbido caschetto.

-io? Ma se nella tua valigia hai più vestiti miei che tuoi. Piantala Inés- ma per tutto il bene che le volessi odiavo quando eravamo vestite uguali. E proprio quella sera aveva il mio stesso vestito addosso.

-beh perché stanno meglio a me, evidentemente- puntualizzò la castana, ed io spalancai gli occhi.

-se non ti togli quel vestito di dosso ti strappo tutti capelli da testa- esclamai guardando il vestito corto nero con spalline strette.

-d'accordo, direi che può bastare. Perché non fate che stasera lo mette Ambar, e domani Inés?- Patricia, che era quella più pacata del gruppo, intervenne per mettere fine alla litigata tra me e mia sorella.

-ma io voglio metterlo stasera- disse Inés piagnucolando.

-ascoltatemi bene. A nessuno frega dei vostri vestiti, anzi preferirei giraste nude, ma la vedo al quanto impossible. Adesso però, dovete darvi una mossa altrimenti non ci faranno entrare- Alvaro si mise tra noi due e a quel punto la resa raggiunse entrambe.

-non parlarmi- la vidi voltarsi sconfitta e andò verso il mobile che era stato arrangiato come postazione trucco.

-non ci tengo- sussurrai e mi avviai verso il bagno per poter finire di sistemare i capelli.

Mezz'ora dopo eravamo finalmente davanti le porte del rinomato Ushuaia. Non stavo più nella pelle dall'emozione. Le discoteche erano da sempre i luoghi che più frequentavo. Amavo ballare qualsiasi genere di musica, ma nessuno mi batteva nel reggaeton.

Somos • Pedri Gonzalez Where stories live. Discover now