Omni Atsushi

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Tutto quel potere, tutta quella forza gli faceva girare la testa.
Un bagliore dorato avvolse completamente Atsushi nascondendolo alla vista altrui.
Il suo cuore mancò un battito.
Di colpo fu come se gli si fosse stata squarciata la pelle. Rimossa in una volta sola.
Sentiva un terrore crescente, una paura incompresa. Ciò che stava provando, era come essere divorato vivo. Tutto rimbombava.
Di colpo le sue vene cominciarono a contrarsi, ad ingrossarsi per poi scoppiare in una pozza di sangue.
Eppure, ciò non era accaduto. Atsushi era di nuovo lì.
Ora prese fuoco spontaneamente.
Ora congelò pian piano.
Ora venne preso di mira dai peggiori veleni e malattie.
Gli occhi venivano forati con spine, accecandolo, per poi riconsentirgli la vista un'altra volta ancora.
Sentiva le braccia venirgli staccate dal corpo, ancora e ancora. Veniva schiacciato, una volta, due volte.
Cos'era questo?
Concimato dal dolore degli uomini, degli esseri e della vita stessa.
Non voleva smettere. Non voleva passare. Lui era lì. Lo stava assistendo. Lo stava osservando.
Lo stava ammazzando.
Moriva e tornava per poi morire di nuovo. Però continuava a soffrire, mentre, la sua mente cosciente subiva il dolore del proprio cuore che veniva strappato via dal suo corpo e contemporaneamente veniva sostituito da uno che non era il suo.
Emozioni che non erano le sue. Dolori che non erano suoi.
Dopo quell'attimo che gli sembrava infinito però riuscì a vedere tutto, come se un terzo occhio si fosse aperto nella sua mente.
Passato. Presente. Futuro.
Questa e infinite altre dimensioni.
Non v'era segreto per lui.
Vedeva tutto.
Vedeva l'alba dei tempi. Vedeva l'essere più grande di sé.
Sentiva quei sogni distanti, sfuggire dalle sue mani sempre più velocemente. L'Odio per sé stesso e quello per gli altri.
Voleva vivere. Voleva vivere?
Voleva morire. Voleva morire?
Il suo corpo ora fatto col color dell'oro. La sua figura imponente si poneva su tutto Il resto. Sembrava brillare come una stella durante fiore della sua vita.
Gli occhi precedentemente chiusi si aprirono. Il bianco platinato delle sue iridi raccoglieva tutti I segreti dell'universo e persino oltre. Lo spazio intorno a lui sembrava distorcersi e svanire, per poi ricomparire e piegarsi.
Portò la mano davanti a se, fissandone il palmo di quel braccio dai muscoli di forma perfetta.
<Io...sono Atsushi...noi... siamo Atsushi.>

SinVerse&BackstageWhere stories live. Discover now