Canto 1 - Metamorfosi (Prima parte)

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Gentil mattina correva, d'allegra

primavera, e leggiadra percorreva

una cavallerizza d'un maneggio

la polverosa pista, sì elegante

in sella a una snella giumenta saura.

Sostavano due giovani stallieri

accanto allo steccato della pista,

per il rientro della dama in attesa,

disposti a offrirle aiuto con man tesa.

Quello di destra osservava ammaliato

la raffinata e sì fiera figura,

mirando le forme sode e sinuose,

affogando nel suo liquido sguardo,

che galoppava rapido eppur dolce,

e fluiva languido da un luogo a un altro.

e fluiva languido da un luogo a un altro

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Tanto l'incendiava l'infatuazione,

quando il compagno così a lui si volse:

«Ripigliati Alman, che fai ora, il minchione?

Su andiamo, che il padrone già ci chiama.

Consiglio: non badare alla puttana,

non potrà darti altro che delusione,

non starà mai con te, un lercio garzone,

sai quanti pretendenti ha Lorelai.»

Colsero i giovani dall'ocra terra

le lor sacche, di polvere cosparse,

e coperti di bianca sabbia, lesti

s'avviarono all'enorme scuderia.

Questa era la più importante in città,

di puri destrieri ospite e meta idillica

dei nobili appassionati all'arte ippica,

ma anche di cocchi e messi crocevia.

«Io sarò anche minchione e pure illuso,

ma lei non è puttana, tal giudizio

è certo insulso. Una storia sicura

mi han raccontato, non ne vuol sapere

d'uomini dal suo ultimo fidanzato.

E inoltre studia sì letteratura

alla nota accademia di Virconia.

Priva è di ogni scostumata condotta.»

Il sole chiaro annacquava di gioia

l'umore acqueo negli occhi di Alman,

brillavano le sue iridi dorate.

Il Popolo della GocciaWhere stories live. Discover now