Gentil mattina correva, d'allegra
primavera, e leggiadra percorreva
una cavallerizza d'un maneggio
la polverosa pista, sì elegante
in sella a una snella giumenta saura.
Sostavano due giovani stallieri
accanto allo steccato della pista,
per il rientro della dama in attesa,
disposti a offrirle aiuto con man tesa.
Quello di destra osservava ammaliato
la raffinata e sì fiera figura,
mirando le forme sode e sinuose,
affogando nel suo liquido sguardo,
che galoppava rapido eppur dolce,
e fluiva languido da un luogo a un altro.
Tanto l'incendiava l'infatuazione,
quando il compagno così a lui si volse:
«Ripigliati Alman, che fai ora, il minchione?
Su andiamo, che il padrone già ci chiama.
Consiglio: non badare alla puttana,
non potrà darti altro che delusione,
non starà mai con te, un lercio garzone,
sai quanti pretendenti ha Lorelai.»
Colsero i giovani dall'ocra terra
le lor sacche, di polvere cosparse,
e coperti di bianca sabbia, lesti
s'avviarono all'enorme scuderia.
Questa era la più importante in città,
di puri destrieri ospite e meta idillica
dei nobili appassionati all'arte ippica,
ma anche di cocchi e messi crocevia.
«Io sarò anche minchione e pure illuso,
ma lei non è puttana, tal giudizio
è certo insulso. Una storia sicura
mi han raccontato, non ne vuol sapere
d'uomini dal suo ultimo fidanzato.
E inoltre studia sì letteratura
alla nota accademia di Virconia.
Priva è di ogni scostumata condotta.»
Il sole chiaro annacquava di gioia
l'umore acqueo negli occhi di Alman,
brillavano le sue iridi dorate.
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Il Popolo della Goccia
FantasyMille anni or sono una feroce lotta imperversò nelle vaste terre del Nayr. Il conflitto condusse i popoli sull'orlo del baratro, ma proprio nel momento più buio, quando ormai gli spiriti oscuri sembravano aver conquistato il dominio, un gruppo di u...