Untitled Story

Medie 1/2

Ogni ragazzino aspetta le medie perché vuol dire essere cresciuti avere più libertà. Ma per Sara no, lei non voleva più libertà, non voleva più doveri e soprattutto non voleva crescere così in fretta. Voleva l'innocenza che hanno i bambini, voleva che tutti la lasciassero nel suo mondo fatto di magia di storie inventate e di giochi, ma come si sa non si può vivere stando bloccati agli anni di infanzia. 

Ed ecco che si arriva negli anni che forse hanno segnato di più la piccola Sara, amante dei giochi e delle storie inventate da lei si ritrova ad affrontare enormi cambiamenti che purtroppo nessuno della sua famiglia gli aveva spiegato bene come affrontare. Arriva come a ogni ragazzina il primo ciclo mestruale e non sa bene come prenderlo, perché anche questo è un segno di crescita che si porta dietro innumerevoli cambiamenti a sua volta.

Arriva anche la prima cotta, compagno di classe simpatico e molto carino secondo Sara, il problema era che lei non sapeva come approcciarsi all'altro sesso e quindi si ritrova a star male per un sentimento che non sa come affrontare, le compagne tutte molto più aperte lei estremamente introversa. Ci sono pure dei momenti in cui la povera Sara viene presa di mira e tutto perché non vuole essere uguale alle altre.

Il secondo anno per la povera Sara è classificato come uno degli anni peggiori della sua vita fino ad ora, e tutto per colpa di pressioni esterne, ora lo sa.

La scuola dal punto di vista didattico è il peggio, le viene comunicato che rischia l'anno scolastico e vedere il viso dei genitori in quel momento l'ha letteralmente distrutta. Inizia a stare male fisicamente, non riesce a capire le reazioni dei genitori, o per lo meno non vuole accettare che lei possa essere così tanto una delusione per loro. Quindi vive malissimo tutto il restante anno, vivendo come un fantasma, soffrendo per una cotta non corrisposta, per la situazione didattica ma soprattutto per la situazione a casa che diventa abbastanza tesa e a Sara sembra che in quel periodo tutti pretendano da lei l'impossibile.