quinto

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[6:30 am]
la sveglia era ancora al secondo tintinnio, e già seungmin aveva spalancato gli occhi, con l'eccitazione di dover andare ad aiutare il nonno nel suo amatissimo posto felice.
inizia la giornata come suo solito fare: messo in piedi, letto rifatto, marcia in bagno a lavar la faccia, dopo il caffè amaro - perché é quello il vero caffè - poi di nuovo in bagno a lavare denti, fare una doccia, avviarsi verso il portico, sigaretta accesa con la melodia sussurrata dalle sue labbra e dritto a mettere su qualcosa.

[7:30 am]
faceva freddo. al ragazzo piaceva la sensazione gelida che si scontra sul viso, la punta del naso, le mani, il fiato visibile e opaco, indumenti pesanti e la bellezza di sentirne il calore.

erano dieci minuti a piedi, ma per il ragazzo era come se ne fossero passati solo cinque, per l'ammaliante panorama al quale era così abituato ad attraversare: l'odore del pane fresco alla mattina, passanti col proprio animale domestico - si ricordò oltretutto di voler prendere un cane, quando la faccenda "tirocinio" arrivava al termine. e da mettere in chiaro le cose: non era ancora iniziata - i vari saluti da tutti gli abitanti del quartiere in cui viveva, ch'erano sempre super cordiali, disponibili e - non sa perché - di buon umore alla mattina.

"nonno, buongiorno" fece il suo ingresso seungmin, raggiante come non mai, anche dopo la sua prima vera sbornia da post diciottenne.

"ah, buongiorno seungmin! come stai questa mattina? visto che bella giornata di sole? ho visto delle nuove piantine rigogliose intorno al giardino dei nakamura, delle belle rose bianche stanno prendendo il loro posto! mi hanno reso felice ed ispirato, quindi oggi penso proprio di chiudere il negozio per un giorno di ferie, e andare dritto ai giardini di sakuya konohana kan! se vuoi prenditi pure il giorno libero, a volte servirebbe ad entrambi!" sputò il nonno tutto d'un fiato.

seungmin era rimasto li impalato, con ancora il cappotto pesante addosso, non sapeva se esserci rimasto male o sollevato da questo giorno libero gratuito, ma capiva l'esigenza del nonno, ormai all'età di sessantasette anni non si ha più tanta voglia di rimanere chiusi per tutto il giorno in un solo posto, meglio prendere boccate d'aria fresca finché si può.

d'altro canto era dispiaciuto, non aveva la possibilità di controllare se tutto era in ordine e profumato come piaceva a lui. avrebbe potuto chiedere il permesso di rimanere solo, ma seungmin conosceva il nonno: se avesse voluto, gliel'avrebbe domandato, quindi non ha fatto granché, si è limitato soltanto a fare spallucce seguito da un "d'accordo, come preferisci" e ad aspettare l'uomo mentre faceva i suoi soliti tre giri di chiave alla serratura della porta d'ingresso.

sulla via di casa, si rese conto che non voleva tornarci, ricordando come ne era stato risucchiato per ben tutto il giorno appena poche ore fa, quindi cercò il suo cellulare per chiamare jisung, gli mancava, il "resistere senza una palla al piede" non durava più di tre giorni, han jisung gli piaceva.

"KIM SEUNGMIN" urlo per telefono l'ultimo "ti stavo pensando, ho appena aperto gli occhi, devi esser contento che il mio primo pensiero lucido sia rivolto a te di prima mattina"

"si jisung, mi fa davvero piacere sentirti, e anche di essere il tuo primo pensiero alla mattina" ridacchiò il viola melanzana, prugna, uva, punti di vista.

"dove sei? se ti va puoi raggiungere me e jeongin per una bella tazza di caffè al solito posto, ieri ha pregato purché andassi, lo sa che non sono un tipo amante delle prime luci del giorno, ma glielo concedo per questa volta, è stato licenziato quindi si prospetta un gran caos. e tu sai come sono i drammi targati yang jeongin."

seungmin lo sapeva, era al corrente delle jeonginate - così etichettate dalla ciurma - è quel tipo di persona che, appena una cosa è fuori posto e non va come dovrebbe andare, mette in disordine anche le cose apposto, per poi rimettere tutto in ordine da zero; ha re-inventato la sua vita e i suoi stili molte volte.

𝐬𝐞𝐮𝐧𝐠𝐣𝐢𝐧 profumoWhere stories live. Discover now