𝟏𝟒. 𝐋𝐨 𝐬𝐜𝐚𝐧𝐝𝐚𝐥𝐨

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Dopo aver liberato gli occhi dai suoi dispiaceri Snezhana tornò all'Auberge du voyageur. Dopo una lunga corsa e così tante lacrime versate aveva veramente bisogno di riposare. Ma non sapeva se desiderava far riposare maggiormente la sua testa o i suoi occhi. Fortunatamente entrando nell'albergo non c'era quasi nessuno, tutti erano probabilmente nelle loro camere, case o a fare delle passeggiate pomeridiane.
Alla reception non c'era l'anziana Ophélie, probabilmente anche lei in quelle ore desiderava riposare o dedicarsi a qualcosa di differente dal suo lavoro, giaceva lì sua nipote, Raphaëlle che ora era da un po' di mesi che non era più soltanto una ragazza dal schizzinoso accento francese; in lei Snezhana ci aveva trovato un'ottima amica e confidente. Almeno per ora lei era l'unica ragazza con cui poteva confidarsi.
Oltre alla simpatia che si poteva riscoprire conoscendola meglio, aveva scoperto che era una ragazza davvero fedele e capace di mantenere un segreto senza sperperarlo in giro, al contrario di sua nonna parlava molto poco, ma tutto ciò su cui discorreva aveva sempre un senso logico e risultava giusto. Inoltre non aveva una gran capacità di mentire, soprattutto alle persone a cui voleva bene.

Nell'ultimo periodo Raphaëlle stava rivelando a Snezhana molte cose su di lei, ad esempio quest'ultima era da poco a conoscenza della sua cotta per Jocelyn Chevalier: si conoscevano sin da bambini, con esattezza da quando avevano entrambi sei anni ed erano sempre stati ottimi amici nonostante la differenza del loro ceto sociale.
Jocelyn aveva sempre avuto una vita agiata essendo in una famiglia di conti, mentre la famiglia di Raphaëlle non disponeva di un grande patrimonio, difatti lavoravano tutti pur di vivere da benestanti e nell'ultimo periodo, in cui era venuta a mancare da qualche anno sua madre ed al Signor Apollinaire Bertrand mancarono le forze, fu proprio sua figlia ad occuparsi di tutte le sue occupazioni.
Erano un bel po' di anni, all'incirca cinque o sei da quando Raphaëlle si era accorta di avere una cotta per Jocelyn.
Raccontò di ciò a Snezhana solo pochi mesi fa, ed ora, ripensando all'accordo con il signor Rogatien la mora si sentì davvero una bugiarda dinanzi alla mia migliore amica. Non riuscì a distinguere chi sarebbe stato il "cattivo" adesso: era stato Rogatien per averla ingannata in un matrimonio d'affari con suo figlio? O era stata lei, per aver accettato e tolto alla sua più cara amica la possibilità di credere nel suo amore?

Non poteva di certo dirglielo, non ora. Sarebbe crollata. Suo padre era malato di colera e lei non avrebbe potuto sentirsi dire qualcosa che l'avrebbe distrutta ed afflitta ancora di più, sarebbe stato come dirle «Jocelyn non ti vorrà mai.» o forse la frase sarebbe suonata ancora peggio essendo che avrebbe potuto essere qualcosa più somigliante a «Smettila di illuderti, Raph... io sto sposando Jocelyn.».

Dannazione, no. Sarebbe stato bruttissimo.
Snezhana provò anche ad immaginare come ci sarebbe stata lei se qualcuno di cui si fidava le avesse detto una cosa del genere, come si sarebbe sentita.

Fu scossa dai suoi pensieri quando la sua amica dietro al bancone la riportò con la sua voce alla realtà《Cercavi queste, non è così?》le disse in un tono gentile in cui un po' si sentiva il suo accento, ma non era affatto fastidioso, mentre nella mano destra teneva le chiavi della sua camera che dondolavano un po'. Snezhana annuì silenziosa e si sforzò nel sorriderle nonostante non fosse in vena di farlo.
《Hai passato una mattinata pesante, Snezh?》le domandò dopo in tono gentile, sembrava quasi una sorella per lei, anche stavolta annuì senza dire nulla e prese in mano il ciondolo di cuoio legato alle chiavi. Salutò Raphaëlle con un cenno della mano e salì le scale.
Mentre era di spalle Snezhana sentì la sua voce dolce urlarle da dietro《Se vuoi più tardi passo in camera tua! Mi sembri un po' afflitta questo pomeriggio, tesoro.》non era una domanda, ma ugualmente raccolse tutta la sua energia e senza voltarsi le rispose a tutto fiato ma in tono amichevole《No, cara. Prenditi del tempo per te.》.

Quando Snezhana salì sul pianerottolo per un momento esitò ad entrare in camera sua, quasi volle bussare alla porta di Andriy, ma cambiò idea all'ultimo, fino al termine di quella sera era meglio se non avesse più visto nessuno... i suoi pensieri la stavano tormentando e più persone osservava, più si rendeva conto di quanto sarebbe stata sbagliata quell'unione.

𝐋𝐚𝐝𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐬𝐞Where stories live. Discover now