Pride

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Questo capitolo non ha tw, è il semplice racconto del mio pride di quest'anno che per me è stata un'esperienza positiva. 






2 settembre

posso indossare i miei colori, posso essere me, posso  finalmente esistere senza temere l'occhio giudicante di chi mi passa a fianco, anche perchè in fondo oggi non conta, mi amo troppo per permettere a qualche supido coglione di rovinarmi il giorno dell'anno che aspetto di più.

Borsa a tracolla, spille, bandiera, acqua, qualcosa da mangiare, cuffiette antirumore, telefono, auricolari. Indosso una maglia piena di patch fatti da me, mi posso vestire come voglio.

Prendo il mio cartello e quello della mia amica, oggi si protesta, si festeggia, una boccata d'aria in mezzo a tutta la discriminazione che si vive durante l'anno.

Salgo in auto, mio padre mi accompagna fino a dove sono d'accordo con la mia amica, poi proseguo con lei e sua sorella fino a Brescia, piazza Vittoria.

Arcobaleni, persone felici, un magnifico caos di colori che riempie quella piazza, mi sento al sicuro.

Chiacchiere, ultimi ritocchi prima di mettersi in cammino, il discorso d'apertura, non sento molto, ma va bene comunque. I primi carri partono, la calca iniziale li segue. Metto le cuffie antirumore, tanto posso comunque sentire la musica. Ci mettiamo in cammino, si canta, si cammina, fa caldo, ma ne vale la pena. 

Non so descrivere la felicità, la libertà di essere tra persone come me.

Leggo i cartelloni degli altri, sorrido, vedo bandiere come le mie, sorrido, quelcuno complimenta il mio cartello, sono felice, queer joy.

Mi sento rappresentatu, mi sento a casa, passiamo per la strada, passiamo per le viuzze più strette, persone affacciate alle finestre, sorridono ci salutano. Vedo degli anziani sorridere, quasi mi commuovo, una generazione che così spesso si dimostra giudicante, oggi per una volta mi dimostra di avere persone che sono felici di vederci felici per le strade.

Il sole caldo batte sulle strade, illumina. 

Dopo quasi due ore siamo di nuovo in piazza Vittoria. Saluto la mia amica e sua sorella, tornano a casa, io resto.

Sono solo, in una piazza incasinata di persone, mi sento lo stesso al sicuro e felice.

Attraverso la piazza voglio prendere una spilla e un libro, li prendo e li sistemo nella borsa.

Vedo della gente della mia scuola, li riconosco, li saluto, parliamo, mi chiedono i pronomi, facciamo qualche coming out, così in modo totalmente tranquillo.

Mi fermo ancora un po', poi è ora di tornare verso la stazione, prendo la metro, piena di gente queer, è tutto così bello, arrivo in stazione, non c'è il treno, una persona mi informa di prendere il bus; alla fermata mi trovo nuovamente tra persone queer. Mi sento al sicuro a essere apertamente queer, so che da loro non rischio nulla.

Salgo sul pullman stanca, ma felice, torno a casa.

Non vedo l'ora di tornarci. Ormai la giornata si conclude, mi lascia un po' di malinconia e il ricordo di sole e acini d'uva.






QUEER JOY MATTERS

 Comunque vorrei dire a quelle persone che mi hanno fatto i complimenti per il mio cartello, in particolare alla persona che mi ha battuto il cinque, grazie,grazie, grazie è bello sapere di non essere solu. 

Grazie a tutte le persone che  c'erano che hanno reso il mio secondo pride una bellisima esperienza. (so che nessuno di voi lo leggerà, ma se per caso capitaste qua voglio che sappiate che vi sono riconoscente).

Sì, il cartello in foto è il mio, ho fatto quella foto mentre tornavo in pullman.

CaosWhere stories live. Discover now