𝐩𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐮𝐞

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Piega a destra, piega a sinistra, piega in diagonale.

"Mi stai ascoltando?"

"Certo." Piega ancora in diagonale, distende, piega gli angoli di destra. "Puoi ripetere?" Piega gli angoli di sinistra, distende le ali.

"Quindi?" E' un uccello? "Verrai?"

"Dove?"

"Geto, ascoltami."

"Ti ascolto."

"Non mi sembra."

"Senti, quello cosa ti sembra? Un uccello?"

"Quello, cosa?"

"Quel pezzo di carta che ha in mano il barista."

"Non ha niente fra le mani."

"Come fai a non vederlo?"

"Ti dico che non lo vedo."

"Ma chi stai guardando?"

"Lui."

"Intendo quello dai capelli chiari."

"Gojo?"

"Non so come si chiama."

"Certo che lo sai."

"Allora, cosa ti sembra?"

"E' un origami."

"Ah?"

"Dai, un origami. A scuola non te l'hanno mai insegnato?"

"Ho studiato sempre e solo con i tutor."

"E' un gioco, credo."

"E come funziona?"

"Non lo so."

"Ma come non lo sai?"

"So che si piega la carta."

"Quello lo vedo anch'io. Sembra difficile."

"Io non ho mai imparato."

"E' un uccello, secondo te?"

"Non credo. Gli uccelli non hanno quella forma."

"Dici?"

"Credo sia un cigno."

"Un cigno."

"E' la prima cosa che ti insegnano. Credo."

"Secondo te posso imparare?"

"Cerca su internet. Ma perché ti interessa?"

"Non è che mi interessa, è la prima volta che vedo una cosa del genere."

"Non hai mai visto un origami?"

"Ti devo ricordare in che modo sono cresciuto?"

"Tua sorella è andata a scuola."

"Io e mia sorella siamo molto diversi."

"Vuoi che chieda a quel ragazzo di insegnarti come si fa?"

"Non prendermi in giro. Non è divertente."

"Per me lo è."

"Lo conosci?"

"Chi?"

"Il ragazzo. Quel barista."

"Sì. E lo conosci anche tu, non fare lo stupido."

"Come?"

"E' amico di Utahime."

"Che tipo di amico?"

"Amico e basta."

"Sicura?"

"Al cento per cento."

"E tu come lo conosci?"

"Abbiamo frequentato la stessa scuola. Guarda che è il figlio dei Gojo, lo ricordi?"

"Vagamente."

"Non perdermi in giro, Geto."

"Non lo vedo da un po', non l'avevo riconosciuto. Perché lavora qui?"

"E' sempre stato un tipo strano. Utahime mi ha detto che non gli piace chiedere soldi ai suoi genitori."

"Come se gli mancassero i soldi."

"Non credo sia una questione di soldi. Utahime dice che vuole la sua indipendenza."

"A quindici anni?"

"E' sempre stato un tipo strano."

"Allora, vieni?"

"Vengo dove, Shoko?"

"Alla festa."

"Che festa?"

"Prima dell'inizio delle lezioni."

"Perché dovrei?"

"E' una cosa che i ragazzi della nostra età fanno."

"Io non l'ho mai fatta."

"Appunto. Dovresti venire. E' il tuo primo anno in un liceo normale."

"Normale? Sono circondato da figli di avvocati, magistrati, azionisti."

"Come se tu non fossi figlio di un avvocato, magistrato, azionista."

"Dov'è questa festa?"

"A casa di Maki Zenin."

"Zenin. Zenin Industries?"

"Si."

"Che bello."

"Dai, vieni. Mi serve una spalla."

"Hai altri amici oltre me."

"E sono idioti. Mi serve una spalla intelligente."

"Forse dovresti lasciarla stare. Ti ha rifiutato più di una volta, dovresti accettare che forse non le piaci."

"Perché non mi conosce ancora davvero."

"Ed è meglio così."

"Dai, Geto."

"Ci vai solo per vedere Utahime."

"E' vero."

"E se non c'è?"

"Lei c'è sempre. E c'è anche il suo amico, magari gli chiedi di insegnarti a fare un origami."

"Non sei divertente."

"Satoru Gojo."

"Non mi interessa, Shoko."

"Lo dico per dire."

"E dici male."

"Quindi, vieni?"

"Ci penserò."

"Significa sì."

"Significa che ci penso."

"Magari conosci qualcuno di interessante. Ti fai qualche amico."

"Non ho bisogno di amici."

"Conosci solo me."

"E mi basta così."

"Magari conosci qualche ragazza."

"Divertente."

"Sempre il solito antipatico."

Silenzio. Sospiro. "Chi hai detto che ci sarà alla festa?"


Hit me with some curses. - Gojo x Geto.Where stories live. Discover now