ventinove - 𝚝𝚎 𝚗𝚎 𝚙𝚎𝚗𝚝𝚒𝚛𝚊𝚒?

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𝚒𝚜𝚊𝚊𝚌 𝚜𝚙𝚒𝚍𝚎𝚛

Una viscerale paura mi impedisce di ragionare lucidamente. Mi paralizza, eppure non riesco a fermarmi. Sono un treno in corsa.

«Ti... Piace mio fratello?»

L'ho detto tremando, sentendomi debole e incredibilmente stupido, così minuscolo da poter essere schiacciato con un dito.

E sorridendo.

Eppure Seb mi guarda come se lo avessi appena insultato in aramaico antico: confuso e un tantino arrabbiato.

«Dio, no!» esclama, dopo un attimo di smarrimento, afferrandomi per i fianchi per riportarmi sul suo petto. Non mi ero nemmeno accorto di essermi allontanato.
«Stai qui.» mi prega.

Annuisco piano. Riprendo a respirare, ma il fiato rimane debole e bisognoso come quello di un uccellino appena nato.

«Ascolta, è stata una cottarella infantile. Nulla di più.»

Arrossisce, vistosamente anche, e la cosa mi dà talmente tanto fastidio che mi ritrovo a mordermi l'interno guancia con forza. Mi taglio e distinguo distintamente il sapore del sangue.

«Alla faccia! Te la sei portata dietro per un bel po'.» lo accuso. Mi ricordo poi di un piccolo particolare e, ansimando, ricomincio a sudar freddo.

Seb mi aveva detto che il suo obiettivo non era altri che la vendetta, pura e fredda. Spietata. Anche se c'è stato uno scambio di persona, temo che i suoi intenti non siano cambiati.

Adoro mio fratello, ma sa essere una vera vipera. Non voglio che Sebastian si metta contro di lui, né che litighino. Inoltre non credo di poter stare dalla parte di Seb al cento percento, se l'avversario è Paul.

Per quanto a volte lo odi, fa parte della mia famiglia.

Un qualcosa che sarebbe perfetto, se non ci fossi io a rovinarlo.

«Dimmi che non vuoi vendicarti di lui.» lo supplico, facendomi cullare da quelle carezze che mi erano mancate più dell'ossigeno.

«Perché dovrei farlo?» sbuffa. Le sue mani esperte mi sfiorano le cosce, mi solleticano i glutei. Non so per quanto tempo ancora riuscirò a pensare con razionalità.
«Si è ricordato di me. Lui.» aggiunge, lanciandomi uno sguardo che traduco più o meno così: non è ovvio che annulli tutto?

«Già, alla fine eri tu a esserti scordato della sua faccia.» gli dico, rimarcando sull'ironia della cosa, ma Seb mi fa immediatamente capire che è meglio che non lo prenda più in giro, pizzicandomi le chiappe.
Che stronzo!
«E perfino del nome.» continuo, ignorando le unghie che mi scavano nella carne. Affamate.

«Non me l'aveva mai detto.» prova a giustificarsi.

Sebastian, scocciato, mi riserva la più fredda delle occhiate. Da un lato mi congela il cuore, perché detesto la sola idea di bisticciare con lui, ma d'altra parte è decisamente sexy quando fa così, quindi non posso che avvampare. E benché senta un forte peso che mi preme sul petto, la stanza è appena aumentata di temperatura.

Ah. Dovrei mettergli qualcosa in bocca, così gli impedirei di parlare per pronunciare un nome che non sia il mio-
Scuoto il capo. Non di nuovo.

«Credevo che foste amici.» borbotto, un po' irritato, ma anche molto accaldato.

«E io credevo si chiamasse Isa-» si ferma, sbarrando gli occhi come se avesse appena fatto una gaffe atroce. Si schiarisce la gola.
«Che il suo nome cominciasse per I.»

«I?»

«I come Ismael.» dichiara, distogliendo lo sguardo.
«È il nome dello sconosciuto, sai, quello che ho confuso con Paul...» va avanti, ma straparla, agitato e preso in contropiede.

Let it burn (𝑏𝑜𝑦𝑥𝑏𝑜𝑦)🏳️‍🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora