(Almost) perfect dinner

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Eve's

Mason parcheggiò un po' distante dal ristorante, i posti macchina erano tutti occupati siccome il ristorante era già pieno. Menomale avevamo prenotato altrimenti dovevamo cambiare ristorante.
London mi aprì la portiera e uscii dalla macchina diriggendomi sul marciapiede per raggiungere i miei fratelli.
Iniziammo a camminare ma i paparazzi iniziarono a circondarci.
<<Eveleen guarda qui>>
<<London chi è la ragazza con cui sei uscito>>
<<Mason un sorriso>>
<<Jeremiah, Eveleen una foto insieme!>>
Jeremiah mi tirò a se mettendomi una mano sul fianco e ci mettemmo in posa.
I miei fratelli lo rendevano talmente facile e, a volte, divertente. Per me invece era complicato e, spesso, stressante.
Mason si avvicino alle nostre orecchie per sussurrare qualcosa: <<Andiamo altrimenti non ceniamo più>>
Jeremiah, sempre con la mano sul mio fianco, mi mise verso l'interno del marciapiede e iniziammo a camminare raggiungendo il ristorante.
<<Buonasera, avete una prenotazione?>>
Un signore sulla quarantina vestito come un pinguino ci accolse all'entrata elegante dalle mura grigie e tantissime piante da muro.
<<Si, la prenotazione è a nome dei Palmer>>
<<Perfetto, seguite la mia collega>>
Una ragazza, probabilmente della mia età, bionda arrivo da noi che ringraziammo il signore per poi seguire la ragazza lungo la sala piena di tavoli e gente che cenava.
Ci portò ad un tavolo da quattro in fondo alla sala, lì c'erano solo quattro tavoli un po più "privati".
Appoggiai la giacca sulla sedia e ci sedemmo.

<<Sono indecisa, cosa ordino?>>
<<Non lo so, credevo di prendere del sushi, oppure un piatto di pasta alle zucchine e tartufo ma c'è anche il tonno giapponese fresco cotto in griglia>>
Continuava così da ormai una ventina di minuti, io e London non sapevamo cosa voler mangiare mentre Mason e Jer erano pronti ad ordinare già da quel pomeriggio stesso: bistecca fiorentina esportata dall'Italia.
<<Basta, mi arrendo. Prendo anche io la bistecca>>
Ero seccata e non mi andava di applicarmi ancora per molto per scegliere cosa mangiare.
<<Va bene, allora la prendo anche io>>
<<Finalmente vi siete decisi>>
<<Già, stavo morendo di fame>>
Chiamammo il cameriere che prese subito le nostre ordinazioni e andò via.
<<Bhe, potevate fare prima ma stavolta ci è andata meglio>>
<<Se per te venti minuti sono meglio, allora si>>
<<Jer, ti ricordo che l'altra volta ci hanno messo quarantatre minuti esatti>>
<<Oh, giusto>>
Mason ricordava sempre quanto tempo ci mettevamo io e London a scegliere cosa ordinare.
<<Siete davvero molto spiritosi>>
Al tavolo affianco al nostro arrivò qualcuno, alzai lo sguardo e vidi Ares con la sua famiglia sedersi.
<<Ares>>
La mia voce era sospesa e lui subito si voltò verso di me e sul suo volto apparse un espressione di sorpresa e felicità.
<<Leen>>
Ci alzammo contemporaneamente e ci abbracciammo.
<<Che ci fai qui?>>
<<Cosa vuoi che si faccia in un ristorante?>>
Ammiccò una risata e io arrossii subito.
Giusto, cosa poteva farci qui se non cenare? Dio Eve, a volte eri davvero stupida.
<<Sei bella anche quando arrossisci, Leen>>
Me lo sussurrò all'orecchio e sulle sue labbra apparve un sorriso, io invece diventai più rossa di prima.
<<Eve!>>
Una voce dal basso richiamò la mia attenzione, era Margharet.
<<Hey principessa>>
La presi in braccio e le diedi un bacio sulla guancia.
<<Come stai?>>
<<Bene tu?>>
La sua voce da bambina mi riscaldò il cuore, era bella la sua ingenuità e infantilità.
<<Bene>>
Sentimmo delle tossi finte e ci girammo, i suoi genitori e i miei fratelli erano girati verso di noi.
<<Oh, ehm mamma papà lei è Eveleen e loro sono i suoi fratelli: Mason, Jeremiah e London. Ragazzi loro sono i miei e mia sorella Margharet>>
<<Oh tu sei la famosa Eveleen! Ares ci parla così tanto di te>>
<<Mamma!>>
<<Oh scusa Ares>>
Scoppiai in una risata mentre Ares mi guardava sorridendo.
<<Bhe, si credo di essere io>>
<<È un piacere conoscerti>>
<<Piacere tutto mio>>
Ares assomigliava tantissimo alla madre: bionda, lineamenti del viso decisi, occhi verde smeraldo, alta.
Era bellissima.
Arrivò il cameriere e servì le nostre bistecche con del vino e andò via.
<<Bhe io devo cenare>>
<<Vai, tanto sono proprio affianco a te>>
Sorrisi e mi andai a sedere.

<<Questa bistecca è buonissima>>
Mason ripeteva questa frase da quando aveva iniziato a mangiare la bistecca, l'aveva finita eppure continuava a dirlo. Jeremiah l'aveva divorata in un attimo, London invece era l'opposto: ci metteva anni a finire quella bistecca. Mentre io ancora dovevo iniziare a mangiare, mi sentivo strana e con la nausea. Di solito mi veniva quando qualcuno mi fissava mentre mangiavo e ciò mi dava fastidio mettendomi a disagio.
E se la gente iniziasse a pensare che mangio troppo? In effetti mangiavo fin troppo. Eppure, nonostante i miei pensieri, finivo sempre per il mangiare troppo anche se non ne avevo voglia.
La nausea mi stava salendo, dovevo alzarmi e andare al bagno. Avevo il bisogno di sciacquare il viso.
<<Vado al bagno>>
Mi alzai e mi diressi immediatamente al bagno, chiusi la porta a chiave e mi sedetti.
Le ragazze come te non mangiano così tanto.
Non potevo ingrassare dinuovo, dovevo mantenere quel corpo snello. Dio, perché mangio così tanto? Perché ho ordinato quella bistecca? Era enorme e nessuna ragazza l'avrebbe mangiata tutta, eppure io l'avrei mangiata. Fino all'ultimo boccone io l'avrei mangiata, avrei finito da sola quella bistecca. Poi, ipoteticamente, avrei mangiato anche un gelato o un dolce. Se avessi continuato così avrei messo su solo tantissimi chili. Non potevo mangiare così.
Mangi troppo.
Una lacrima mi rigò il viso, che mi succedeva? Che cosa ridicola.
Respira Eve, è una stupidaggine.
Respirai a fondo più di una volta e chiusi gli occhi per non piangere.
Mi alzai e uscii dal bagno sciaquando le mani e respirando nuovamente.
Non mangiare, ingrassi.
Eve, manda via tutte queste voci.
Mangia di meno.
Respira, Eve. Puoi farcela.
<<Hey, tutto ok?>>
Mi voltai di scatto, era Ares.
<<Ehm si, tutto bene>>
<<Sicura? Sei pallida>>
Si avvicinò a me e iniziò a scrutare il mio viso con i suoi occhi luccicanti.
<<Si, sicurissima>>
Feci un sorriso debole.
Non devi mangiare, altrimenti ingrassi.
Un respiro, due respiri, tre respiri.
Non sei perfetta, non lo sarai mai.
Non piangere.
Non ti prenderanno mai come modella.
Posso farcela.
<<Leen, perché piangi?>>
Il suo sussurro era curioso e aveva qualche triste nota nella sua voce.
Stavo piangendo. Eve, sei pazza!?
<<Non sto piangendo>>
<<Leen, i tuoi occhi cristallini sono pieni di lacrime>>
Posò una mano sul mio viso e mi fece una carezza, il mio cuore si sciolse.
Stavo piangendo davanti a lui, ad Ares. Ma il problema non era Ares, era che io stavo piangendo davanti ad una persona.
<<È tutto ok>>
Mi abbracciò e io mi aggrappai a quell'abbiaccio come se fosse l'unica cosa che poteva portare via i miei brutti pensieri. Era la sua presenza, la presenza di Ares, che portava via ogni brutto pensiero con il suo profumo di menta e arancia che mi portava a ricordi a me lontani.
Era...strano.

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