Swimming pool and serenity

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Eve's pov

La luce entrava dalle tende e aprii gli occhi, che ore erano? Mi strofinai gli occhi con le nocche e sentii un respiro caldo sul mio collo, quindi mi voltai e vidi Ares. Sorrisi, era davvero tenero mentre dormiva. Portai la mano ai suoi capelli e iniziai a toccare ogni riccio. Li attorcigliai tra le dita, erano di una morbidezza unica. I suoi lineamenti erano rilassati e le sue labbra erano socchiuse, gli diedi un bacio a stampo in modo delicato. Non volevo svegliarlo. Il suo braccio, che fino ad adesso non avevo notato, strinse i miei fianchi tirandomi di più a se e le sue labbra si tesero in un sorriso.
<<Ti ho svegliato?>>
Al mio sussurro lui sorrise e alzò la testa, i suoi occhi erano assonnati e sul viso aveva i segni del cuscino.
<<Si ma non poteva esserci risveglio migliore>>
Sorrisi e portai una mano al suo petto coperto dalla maglia del pigiama di Mason, lui mi tirò su di sé e mi baciò. Portai le braccia dietro al suo collo.
<<Sei bellissima anche di mattina o è solo un allucinazione?>>
Una risata gli scappò dalle labbra e io lo guardai ridere, era uno spettacolo per gli occhi. I capelli biondi e spettinati, gli occhi verdi assonnati, le labbra rosee.
<<Stronzo>>
<

<Come?>>
Il suo era un tono di sfida e le nostre labbra erano a un millimetro di distanza.
<<Sei uno stronzo>>
Lui mi baciò e le sue mani, poggiate dietro la mia schiena, mi tirarono sempre di più a lui.
<<Non è carino da parte tua chiamarmi così, sai?>>
Il suo tono scherzoso mi fece sorridere, i suoi occhi fissavano le mie labbra come se volesse divorarle.
<<Ah si?>>
<<Mh mh>>
Riprese a baciarmi. Dio, i suoi baci. Non ne sarei mai stata sazia.
<<Che sta succedendo qui?>>
La voce di Mason risuonò improvvisa nella stanza e i baci tra me e Ares finirono subito.
<<Niente, Mason>>
La mia frase fu accompagnata da un mio sbuffo che mi venne dal profondo del cuore.
Certo, poteva pensare altro siccome eravamo solo noi due in casa, nello stesso letto, in pigiama, io a cavalcioni su di lui e in un fugace scambio di baci. Ma noi non stavamo facendo nulla.
<<Sentite, io vi aspetto giù. Tra 10 minuti vi voglio in cucina>>
Scese giù quasi infuriato. Mi alzai sbuffando e Ares mi guardava divertito.
<<Alzati e vestiti altrimenti ci fa fuori>>
<<Signor si capitano>>
Portò una mano alla fronte per fare un saluto da soldato, si lavò i denti e si rimise i vestiti del giorno prima.
<<Vado a fare una doccia, avvisi Mason?>>
Lui annuì e scese. Mi diressi al mio bagno e mi spogliai.
Mi guardai allo specchio e portai le mani alla mia pancia.
Guarda che ciccia hai messo su.
Sospirai, in effetti qualche chilo l'avevo messo probabilmente.
Il mio sguardo passò alle cosce.
A giugno non si sfioravano, ora invece si toccano addirittura.
Forse dovevo pesarmi.
Pesati, scopriamo quanto hai messo su.
Non dovevo, iniziai a respirare a fondo. Devi essere lucida, Eve. Così entrai in doccia e provai a cacciare via quei pensieri con l'acqua calda, ma non ci riuscii. Quindi uscii dalla doccia mi avvolsi l'asciugamano attorno al corpo. Appena asciutta presi la bilancia che avevo nascosto nel mobile del bagno sotto l'infinita massa di cose che avevo. I miei me la tolsero quando iniziai a soffrire di anoressia ma io ne nascosi un altra. Salii sulla bilancia e sospirai
Non guardare in basso, Eve. Non farlo , ti farai del male da sola. Iniziai a ripetermi quelle parole ma invano. Abbassai lo sguardo.
50 chili, un po troppi eh?
La voce mi morì in gola, dovevo mangiare di meno, non potevo continuare così.
Misi via la bilancia e andai a vestirmi. C'era scuola quel giorno ma non mi andava di andarci, quindi indossai una felpa oversize nera con un cargo verde. Quando scesi le scale vidi Ares con una tazza in mano, era seduto allo snack in cucina e difronte aveva Mason. Anche lui aveva una tazza ma guardava con occhi socchiusi Ares, era come se non gli fosse simpatico.
Mi sedetti vicino ad Ares sotto lo sguardo attento di mio fratello.
<<Che bevete?>>
<<Caffè, ne vuoi un po?>>
Ares mi porse la tazza e io lo guardai.
<<È zuccherato?>>
Lui annuì e io allora negai con la testa, l'ultima cosa che volevo fare era assumere zuccheri o grassi.
<<Eve, tra un oretta passeremo a prendere Loren. Avrete la stessa manager>>
Mason, dopo avermi dato quell'informazione, si alzò e mise la tazza nel lavello e improvvisamente il cellulare di Ares squillò.
Lui poggiò la tazza sulla tavola dello snack e si alzò pronunciando un "scusate". Si allontanò dirigendosi in salone. Mason mi osservava con le braccia incrociate al petto e le gambe incrociate.
<<Mas>>
<<Cosa, Eve?>>
Abbassai lo sguardo, non riuscivo a sostenere il suo sguardo pesante nel mio. Mi avrebbe ucciso con gli occhi se solo avesse potuto, ma la sua gelosia al momento non mi serviva. Volevo sapere un altra cosa.
<<Abuelita sta bene?>>
Al mio sussurro Mason si voltò e iniziò a lavare la tazza, non mi degnò di una risposta.
<<Mason, quindi?>>
La mamma e London non sarebbero mai partiti per l'Italia per un calo di pressione, Abuelita lì aveva già avuti e non eravamo mai andati in Italia per questo. Mason continuò ad ignorarmi.
<<Mason, Abuelita cos'ha?>>
<<Eve, Abuelita sta bene...>>
La sua voce era sottile, quasi insicura.
Non volevo perdere anche Abuelita, dopo aver perso nonna Lilibhet il pensiero che anche lei mi abbandonasse era distruttivi. Non la vedevo tutti i giorni ma era la mia nonna e l'amore in questi casi non va via ma cresce giorno per giorno.
<<Mi stai mentendo, Mas>>
La mia non era tanto un affermazione, assomigliava ad una domanda. Lui si asciugò le mani e salì sopra, non poteva ignorarmi a vita.
Ares tornò in cucina e mi abbracciò da dietro con uno sguardo un po preoccupato.
<<Cosa è successo?>>
Mi portò una mano sul viso e percepii un suo bacio tra i miei capelli, al suo tocco il mio cuore iniziò a battere più velocemente.
<<Niente, Ares. È solo che credo che Abuelita non stia tanto bene, Mason non mi dice nulla a riguardo>>
Sopsirai, volevo solo la verità.
<<Vedrai che starà bene>>
Forse aveva ragione e io mi stavo solo facendo dei film mentali.

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