Capitolo 2

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UN SOGNO

Izuku Midoriya, ventitré anni, sicuramente non il ragazzo più fortunato del mondo né il più sfigato

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Izuku Midoriya, ventitré anni, sicuramente non il ragazzo più fortunato del mondo né il più sfigato. Mediocremente normale.
Se Izuku avesse dovuto descriversi, l'avrebbe fatto così.

Anche se, di normale, la sua vita aveva sempre avuto ben poco.

Suonerà come un cliché di quelli di un libro romanzato da quattro soldi, ma Izuki era decisamente il placido e timido ragazzo dal passato difficile, con le spalle troppo grandi per la sua età.
Ahimé, le cose quando accadono non vengono mai leggere, e per Izuku gli anni erano stati da sempre o bianchi o neri. Quand'erano bianchi, le cose non andavano per il verso giusto ma neppure per il peggiore di tutti. Si soffriva, ma bastava stringere i denti e proseguire.
Quand'erano neri, toccava il fondo e lo raschiava con le unghie, ed erano quelli dove Izuku smetteva di respirare.

In entrambi i casi sopravviveva, Izuku aveva la grandissima abilità di ricostruirsi da zero.
Non come nel kintsugi, non si trattava di rimettere insieme i pezzi.
Bensì, piuttosto di rimettere tutti i pezzi a fondere e creare una struttura nuova e più resistente.
Quando Izuku si reinventava, e lo faceva pressoché ogni anno (come fosse una festività), cambiava drasticamente tutto ciò che di se' gli stava stretto riuscendo a trasformarlo in qualcosa di completamente nuovo.
Se la sua introversione non gli piaceva, si buttava immediatamente in nuove relazioni sociali, aprendosi di più con le persone, parlando anche con estranei. Izuku faceva di tutto per non restare confinato in rigidi schemi ancorati a degli aggettivi che, più di tanto, non dicono molto sulle persone.

"Introverso", molto spesso l'aveva sentito usare a mo' di giustificazione, come fosse un "non riesco".
E benché per alcuni fosse davvero un impedimento, dato da vergogna, imbarazzo o paura, per altri era solo una scusante per lasciarsi trainare. Si riconoscevano: erano le persone che affermavano quanto fosse brutto essere introversi ma non cambiavano posizione.
L'incoerenza, Izuku, la odiava.
Era sempre stato più della filosofia: "se qualcosa non ti piace, cambiala a costo di andare contro il te stesso di ora, per un te stesso di dopo".
Avrebbe fatto di tutto pur di stare bene, per essere in pace con se' stesso, perché non c'era altra cosa al mondo che desiderasse se non un po' di serenità.

Izuku aveva un desiderio, ed era quello di vivere la vita più normale di tutte.
Avere una casa normale, un lavoro normale, una famiglia amorevole, magari un gatto e una veranda in cui prendere il tè.
Dove normalità significava tranquillità e viver sereno, senza alcuna tragedia, di una dolce sofferenza a sfiorarti le giornate ma mai il cuore.
Amando ed essendo amato.
Sembrava quasi sciocco per un ragazzo della sua età, che avrebbe dovuto aspirare a qualcosa di più speciale, grande o alto.

Certo, non si dava ancora per vinto ogni volta che comprava un biglietto della lotteria e sperava di fare jackpot, ma anche se non fosse andata così, lui sarebbe stato felice ugualmente.

Perché lui più di tutti, sapeva com'era vivere una vita costellata di tragedie.

A partire dalla sua famiglia, di cui Izuki non parlava mai, o dalle sue pessime scelte in partner.
Mille sarebbero gli esempi, sicuramente il più fresco fu la sua ultima storia d'amore, che si concluse con l'avere uno stalker e un ordine restrittivo.

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⏰ Last updated: Sep 22, 2023 ⏰

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