CAPITOLO 22

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LA MIA CASA

Casa è il posto a cui generalmente si appartiene.
È un luogo sicuro, intimo, dove ci si vuole proteggere dal caos del mondo.
E il mondo è davvero caotico, pericoloso e freddo.
Il pilota automatico sapeva sempre come arrivare a casa e questo aveva concesso a Rhea di riposare per qualche ora. Bucky si era assicurato di fasciare la ferita inferta da Visione ma per ricucirla era meglio aspettare qualcuno di più capace, così alla fine avevano dormito tutti.
Di solito ci sarebbero volute intorno alle otto ore di volo ma i propulsori erano più veloci dei soliti quidjet e Natasha dedusse che lo fossero anche più di quelli di Stark, quindi ci vollero cinque ore.
Il fuso orario però era un vantaggio, ovvero di sei ore avanti per Berlino.
Quando Rhea si svegliò il cielo era arancio, era quasi il tramonto e guardò l'ora scoprendo che era come aver fatto un piccolo viaggio nel tempo all'indietro. Anche durante la battaglia stava per scendere il sole pomeridiano ed ora, guardando il panorama, si rese conto di ciò che aveva fatto.
Aveva combattuto per qualcosa di giusto, aiutando persone che non avrebbe mai immaginato e le dispiaceva che fossero stati arrestati o che Rhodes fosse stato ferito.
Ma aveva anche fatto una promessa e per mantenerla ogni cosa era stata lecita, anche quelle peggiori.
Un sensore si attivò quando passarono sopra una struttura, le luci si riaccesero e degli ologrammi comparvero sul parabrezza.
Bucky si svegliò e si stropicciò gli occhi, afferrò la mano di Steve quando gliela porse per alzarsi. Insieme i due amici raggiunsero la russa, che cercava di capire cosa ci fosse scritto.
Natasha si sporse sul vetro<<Cos'è quello?>>

<<Il Montuak Point Lighthouse Museum>>rispose senza guardare.<<È la sola cosa vicina per miglia>>

Barnes guardò gli ologrammi<<Perché è tutto in latino?>>

<<Perché le persone che ci cercano non conoscono mai il latino>>sospirò affaticata.<<Siamo arrivati>>

I tre si guardarono in giro, non c'era nulla se non il mare vasto e blu, con moltissimo verde. Erano a più di un'ora di macchina da New York e non sembrava proprio.

<<Ma se non c'è niente qui>>

<<Solo perché non vedi qualcosa non significa che non ci sia>>gli rispose.

<<Aenigma responde vel in XXV secundis eliminari eris.>>

Steve riconobbe la stessa voce metallica<<Che ha detto?>>

<<Dobbiamo rispondere all'enigma>>

Natasha spalancò gli occhi<< Per entrare in casa tua c'è un indovinello?>>

<<Non in casa, nello spazio aereo. >>

<<E se non lo risolviamo?>>

<<Verremo eliminati tra 15 secondi>>rispose.

Rogers sbottò<<Cosa?!>>

<<Scherzavo, 25 secondi>>disse<<State tranquilli, non dovete risolverlo voi>>

<<Quod potest mortuos reducere. Clamabo, rideas, recreescant; in momento nascitur, sed durat vita>>

<<Cosa ha detto?>> chiesero in coro.

Lei sorrise appena guardando il cielo aperto <<Quello che può riportare i morti in vita; farti piangere, farti ridere, ringiovanirti; nasce in un istante ma dura una vita>>

<<Sai la risposta, vero?!>>esclamò Barnes, incerto.

<<So sempre la risposta>>

𝐒𝐈𝐍𝐍𝐄𝐑 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora