Capitolo 29

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L'ambulanza riparte riempiendo la strada col suo effetto doppler di luci e suoni, i miei occhi entrano all'interno dell'abitacolo, con la mia vista mi ritrovo faccia a faccia con lei, ho il sospetto che la dottoressa lo sa, osservo il suo profilo con quel  nasino all'insù che gli dà quell'aria da aristocratica francese, mentre il mezzo si allontana mi sforzo con il pensiero per farla voltare e incrociare i suoi occhi ma trovo il vuoto, poi accade il miracolo, si volta e sorride e non al conducente dell'ambulanza, ma sono sicuro, a me.
Dopo qualche secondo passato a gongolare, Mauro e Marina sì avvicinano a me e Max, mi ero dimenticato del casino che era successo, tra ambulanza, forze dell'ordine, curiosi e crisi d'astinenza.
Tornato alla realtà chiedo a Mauro e Marina, "allora, come state?"
Mi risponde Mauro, " tutto bene, dobbiamo solo andare in centrale per fare la denuncia, per fortuna in tanti si sono offerti di testimoniare a nostro favore, con i precedenti che ha mi sa che lo rinchiudono, tu invece? Ho visto un'infermiera che ti prestava soccorso".
"Dottoressa Anna Barsi, voleva baciarmi ma ho desistito" dico ridendo.
Max dà un colpetto col gomito a Mauro senza farsi vedere e col dito fa un gesto che fa capire a Mauro che poi gli spiegherà.
Saluto la coppia che si allontana per sbrigare la faccenda della denuncia, che un odore di lavanda mi entra prepotente nelle narici, l'avrei riconosciuta anche senza i miei super sensi, era Daniela, si faceva il bagno nella lavanda, diceva che la rilassava.
Era normale incontrarla qui, eravamo in una zona universitaria e lei era anche compagna di corso di Mauro.
Purtroppo con lei c'era un mio problema irrisolto, messo da parte per colpa della mia nuova veste di neo Immortale con la dieta a base di sangue.
"Guarda guarda chi si rivede dopo essere scappato dalla mia festa di compleanno".
"Ciao ragazze", salutiamo con un po' di imbarazzo all'unisono io e Max.
"Comunque non sono scappato, ero passato per salutare e farti gli auguri, poi ho visto che stavi flirtando col tuo ex e ho pensato che era meglio andare da Mauro
con cui avevo appuntamento".
Avevo il vantaggio di leggere la mente e quello che c'era nella testa di Elena, non me l'aspettavo, ero un po' deluso.
Avevo appena scoperto che teneva il piede in due scarpe, voleva me perché attratta fisicamente ma non avrebbe mai davvero lasciato il suo presunto ex perché era benestante.
Max mi guardava, conosceva la mia espressione macchiavellica da vendetta psicologica ma non capiva il motivo, non sapeva cosa avevo visto nella testolina bionda di Elena.
"Non sarai mica arrabbiata?", chiedo a Elena.
Poi continuo, "forse Daniela ti ha parlato di me e Priscilla?"
L'espressione di lei era cambiata, aveva sentito quello che voleva ma non gli era piaciuto il modo.
Anche Daniela aveva accusato il colpo, così decido di rincarare la dose, non prima di sentire la sua risposta, che non si fece attendere
"Daniela mi ha detto tutto, prima mi illudi e poi vai con prima che te la dà".
Senza ritegno gli rido in faccia e lei non la prende bene, prova a darmi un ceffone ma sono così veloce che sembra che la sua mano mi attraversi la faccia, forse ero diventato intangibile di istinto, lei non capisce cos'è successo e decido di chiudere l'argomento e sparo a raffica.
"Pensi davvero che siccome sono un operaio sia stupido? Ti piaccio e non vedi l'ora di venire a letto con me ma non lasceresti mai il tuo ragazzo, perché tu vai all'università per avere un futuro ma lui è il tuo piano B
caso mai le cose dovessero andare male, o come dicevo prima siccome non ho un titolo di studio sono cretino?"
La sua bocca forma un cerchio, ha l'espressione offesa ma allo stesso tempo sta pensando come ho fatto a capire tutto.
"Comunque tra me e Priscilla non c'è niente, ci divertiamo soltanto".
E adesso il colpo di grazia.
"Max andiamo ti dò un passaggio!"
La fortuna voleva che la Porsche era la in bella vista con i curiosi attorno, clicco sul telecomando e il bip bip fa capire che l'auto è mia.
Lancio un ultimo sguardo alla bionda per fargli capire che non ha perso un treno, ma la Transiberiana, con un cenno della mano saluto, apro lo sportello, entro e parto sgommando da vero maranza.
Max era esaltato, come me prima di lui, non era mai salito su auto di lusso, toccava tutti i pulsanti che trovava, sembrava cercasse il sedile di espulsione, non sapevo se ridere o tirargli uno schiaffo sulla mano come si fa' con i bambini.
Per distrarlo decido di chiamare Sandro in vivavoce dal telefono dell'auto.
Ci vogliono parecchi squilli prima che Sandro ci fa l'onore di rispondere, "heilà Alex"
"Ciao Sandro come state? C'è anche Max con me" "ciao Sandro", distratto ancora dal quadro comandi dell'auto, Max saluta distrattamente e si riprende dopo una mia occhiataccia.
"Allora come và la vacanza in Svizzera?", cercavo di sdrammatizzare, visto il motivo per cui erano lì, ma con Sandro non c'è ne mai bisogno.
Abbassando il tono della voce, ci descrive la clinica dove Priscilla li ha mandati per gli accertamenti medici riguardanti Giusy.
"Sembra di stare alla NASA, altro che ospedale, è tutto bianco, ci vogliono gli occhiali da sole, pulito esagerato e poi ragazzi...dovete vedere le infermiere, mamma mia che roba, non posso girare la testa da nessuna parte che Giusy si incazza con me!"
Racconta tutto ridendo e noi al seguito.
Con un attimo di lucidità Max mi ruba la domanda dalla bocca e chiede, "Giusy come sta? Ci sono novità?".
"sto andando adesso da lei in camera, così ve la passo", ok rispondo io.
Sento i passi di Sandro attraverso l'interfono dell'auto, lo immagino camminare in un corridoio asettico, attraversando porte infinite, prima di arrivare nella stanza assegnata a Giusy.
Sento aprire la porta e con un sussurro quasi delicato dire," sono Alex e Max" prima di passargli il cellulare,"Pronto?".
Pronto, chissà perché rispondiamo con questa parola, credo sia ormai più d'istinto o abitudine dirlo non appena appoggiamo il telefono all'orecchio, probabilmente le nostre menti sono rimaste ai tempi in cui erano i centralinisti a collegare le due linee telefoniche e dire pronto per fare capire che si era in linea con l'altra persona.
Quando mi rendo conto che mi sto facendo domande stupide, siamo già a metà discorso con Giusy che ci dice che sta alla grande e non c'è nulla di cui preoccuparsi.
Salutiamo Giusy e Sandro, che ci avvertono che tra un paio di giorni saranno a casa e che quindi dovremmo festeggiare per l'esito positivo del viaggio a Berna e ci ritroviamo sotto casa di Max che con riluttanza scende dalla Porsche.
Faccio tutto in modo distratto e pensieroso, avevo in testa solo una cosa, un chiodo fisso, dovevo rivedere a tutti i costi la dottoressa Anna!






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