-Nicholas hai visite-Sono già 3 giorni che Eliza ha smesso di rivolgermi la parola se non per questioni di causa maggiore e mi sembra sia passata un'eternità.
Dalla porta fa capolino una testa bruna e non quella che desidererei vedere.
-Ciao Francis-senza aspettare il mio permesso entra nella mia camera richiudendo la porta dietro di sé.
-Ciao puttanella-
-Ti ho già chiesto un milione di altre volte di non chiamarmi così-infilo prontamente una maglietta, la prima pescata dal cassetto. E' una t-shirt blu.
-Non fare troppe storie Nicholas-i suoi occhi rossi tradiscono il suo stato alterato da qualche droga sintetica mandata giù di primo pomeriggio-Che cazzo ti rivesti a fare?-mi raggiunge appoggiando entrambe le mani sul mio pettorale-Da quando hai vergogna di me?-
-Che cosa vuoi Francis?-
-Qualche pillolina-
-Lo sai che non spaccio-
-E una scopata-tira fuori dalla tasca un rotolo di banconote di alto taglio.
-Non avrai nessuna delle due cose-
-Andiamo puttanella almeno il tuo culo puoi darmelo!-infila una mano nei miei pantaloni stringendomi parte del sedere-Te lo pago bene!-
-Ho detto di no-lo spintono via.
Alza le mani indietreggiando-Sei veramente antipatico quando sei sobrio lo sai?-
Non riesco ad essere aggressivo o incazzato più di tanto con lui. Nelle sue condizioni io so essere ugualmente fastidioso.
-Francis puoi spiegarmi perché sei già devastato alle quattro del pomeriggio?-Provo la via diplomatica perché scorgo qualcosa, non so esattamente cosa di diverso in lui, e non è qui per la solita richiesta di sesso o di droga.
-Perché mi annoio Nick-alza le spalle-Questa vita è noiosa, sempre la stessa-
-Non è vero-Oh mio Dio da quand è che sono passato ad essere proprio io un faro di speranza verso il prossimo-La vita può riservarci anche qualcosa di buono ogni tanto-
-Parli del tuo imprenditore latinoamericano?-sgrano gli occhi-Vi ho visti l'altra sera che passeggiavate sai?-ride con quel suo sorriso imperfetto-Eri ridicolo mentre cercavi di darti un tono-
-Non stavo cercando affatto di darmi un tono-
-Quanto ti paga il paparino ricco eh?-mi prende inaspettatamente per lo scollo della maglietta-Quanto glielo fai pagare il tuo culo d'oro?-tira la sua stretta abbastanza da graffiarmi-O quelle labbra di zucchero-
-E' solo un mio amico Francis-Provo ad abbassargli le braccia-Datti una calmata-
Mi prende il mento con due dita strizzandomelo dolorosamente-Se ti rovinassi questo bel faccino che ti ritrovi non saresti più così tanto desiderabile sai?-Non riesco a fargli mollare la presa nonostante abbia la mia stessa prestanza fisica le sostanze che ha ingerito devono avergli dato un qualche superpotere a me ignoto. Mi assesta un pugno in pieno viso senza un motivo preciso facendomi uscire sangue da un labbro.
-Sei impazzito?-mi tampono con la mano il rivolo di sangue caldo-Francis io ti denuncio!-
-Ecco bravo denunciami pure puttanella così che io possa denunciare te per l'HIV che mi hai passato-
-Non sono stato io Francis-deglutisco abbassando i toni -Se davvero hai qualcosa non sono stato io-ora inizio a capire il suo atteggiamento-Io sono pulito –tiro fuori dal cassetto i risultati delle recenti analisi sporcandoli del mio liquido rosso – E soprattutto-Ed ecco la prova schiacciante e brutale che sto per spillargli e che non vorrebbe sentirsi dire probabilmente-Noi lo abbiamo fatto sempre protetto- Perché mio Dio, l'errore di farlo senza precauzioni l'ho commesso, ma non con lui. Anche all'apice del nostro stare da schifo, anche all'ultima festa in cui siamo stati insieme, ho badato bene a non commettere un errore simile con lui soprattutto a pochi giorni dal mio errore che mi aveva già costretto a ricorrere alle analisi di controllo. Quell' errore lo avevo commesso da lucido. E per un ingaggio di lavoro . Il che non fa di me un santo. Il che non è un alibi. Il che mi fa stare ugualmente da schifo ma almeno ne ero consapevole e mi sono assunto ogni mia responsabilità pur morendo dentro per le ipotetiche conseguenze che fortunatamente non ci sono state.
STAI LEGGENDO
The soul is a terrible reality.
FanfictionDue vite apparentemente diverse finiscono per scontrarsi (e incontrarsi) davanti ad uno scaffale di un supermercato.