ᴅᴜᴇ ɢɪʀᴀꜱᴏʟɪ ᴛᴀɢʟɪᴀᴛɪʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿ

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Due girasoli tagliatiOlio su telaThe Metropolitan Museum of Art, New YorkEstate 1887

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Due girasoli tagliati
Olio su tela
The Metropolitan Museum of Art, New York
Estate 1887

𝐏𝐚𝐫𝐤 𝐉𝐢𝐦𝐢𝐧
𝐌𝐢𝐧 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐠𝐢

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ıʇɐılɓɐʇ ılosɐɹıɓ ǝn

Strappare.

Strappare.

Strappare.

Uccidere i petali di un girasole.

Estirpare.

Rubare.

Depradare.

Sradicare i petali di un girasole.

Le api volano indisturbate intorno a me.

Petali a terra, le lacrime abbeverano i terreni che prima calpestavamo assieme.

Tracciano il mio volto rendendo i miei lineamenti più tristi, taglienti.

Torna o non torna.

Non ho mai giocato al m'ama o non m'ama.

Strappo solo petali di girasole anche se mi inquietano: sono strani, si girano verso il sole come unico scopo della loro vita. Sole ore 12, ore 16, ore 18, ore 21. Girano per cercare il sole.

Il sole che mi abbaglia, mi fa chiudere gli occhi quando lo fisso e penso di essere più forte di lui. Con gli occhi che si inumidiscono dalle lacrime di fastidio. Mi acceco di luce mentre i girasoli la cercano, la desiderano e la venerano.

Mi piace la luna perché non mi acceca.

Mi piacevano le stelle, ora non più. Le collegavo con te, sdraiati sui prati inventavamo costellazioni inesistenti perché ci piaceva fare i finti esperti. Una volta l'orsa maggiore la chiamasti orsa polare. Ti risposi di andartene affanculo al polo nord e fare l'orso. Così diventavi come la tua stupida costellazione appena inventata.

Ci eravamo fumati una canna quella sera.

Il cielo era limpido e tu vedevi nuvole al posto delle stelle.

Il sole al posto degli aerei di linea che viaggiavano durante la notte fonda.

I piloti che viaggiano nel mattino e vedono l'alba dall'alto.

Noi che l'alba l'abbiamo vista con la schiena scomoda e i mozziconi delle canne a terra.

Mi regalavi sempre i girasoli nonostante io ne avessi una paura fottuta.

Mi dicevi che dovevo affrontare le mie paure e regalarle era un buon compromesso.

M'ama o non m'ama.

Ora i girasoli non li temo, li detesto. Mi ricordano di te e per te provo solamente un profondo rancore, una rabbia che incanalerei sul tuo cazzo di naso se ti avessi davanti. Ti romperei il setto nasale per poi buttarmi a terra e piangere disperato di quel che ho fatto.

Perché con te non ci ho mai capito un cazzo, Yoongi.

Non ho mai capito se effettivamente andasse bene così.

Se non andasse proprio.

Se vaffanculo.

Vaffanculo perché le parole mi vengono meno quando ti penso.

Perché divento un analfabeta e mi aggrappo ai monosillabi per non sembrare un completo coglione. Mi aggrappo all'erba a terra, mi aggrappo alla terra e al mondo. Alla gravità che l'unica cosa che ancora condividiamo. O almeno spero...

Non sei andato sulla luna vero?

Non senza di me.

Perché la sognavamo insieme.

Mi facevi vedere quegli insulsi post sui social dove la gente progetta hotel sulla luna, vacanze sulla luna, aldilà dell'atmosfera e della gravità. E per te ci potevamo andare con dei soldi inesistenti perché non eri minimante realista.

Non lo sei nemmeno adesso che non so dove cazzo sei.

Dove sei sparito.

Dove sei fuggito.

Forse al polo nord per fare l'orso polare.

Ho strappato un girasole.

È a terra col gambo piegato a metà.

Ti spaccherei il setto nasale come ho spezzato il gambo al girasole.

Come se non bastasse strappo un petalo.

Non ho mai giocato al m'ama o non m'ama ma ti odio con tutto me stesso.

Se tornassi indietro calpesterei tutti i girasoli del mondo.

Ti direi che sognare di andare sulla luna è da coglioni.

Ti butterei a terra.

Ti spingerei per terra.

Ti prenderei per il colletto per fartela pagare.

E mi sdraierei affianco.

Tu staresti in silenzio.

Io pure.

E lo interromperei con qualche insulto, forse un po' pesante.

Tagliente, ti parlerei ancora.

"Coglione, l'hai fatto l'orso polare o vuoi vivere sulla luna?"

Rideresti perché a te non piace risolvere le cose ed è più semplice così.

E ti direi ancora.

"Che costellazione mi insegni oggi?" mentre allungo la mano verso la tua che sta rollando su una canna. E tu me lo dirai, dopo due tiri che stimoleranno la tua immaginazione.

Ho strappato i girasoli.

Ma la speranza che tu torni si gira ancora verso il sole.

Si abbaglia da sola.

Piangente per il fastidio, si spegne.

Muore la speranza.

Ma in quel momento tu sarai lì.

"Ho prenotato un albergo sulla luna, Jimin."


-


A quando andremo a un albergo sulla luna senza soffrire più. A quando la sofferenza la vedremo a forma di costellazione e ci rideremo sopra.

ᴀ ᴠɪɴᴄᴇɴᴛ ᴠᴀɴ ɢᴏɢʜ ᵇᵗˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora