Capitolo 11

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Alcuni dicono che la pioggia
è brutta, ma non sanno che
permette di girare a testa
alta con il viso coperto
dalle lacrime.
Jim Morrison

Axel's pov

«Avevo solo diciotto anni e ho passato la notte più brutta e indimenticabile della mia vita,» parlava a tratti, le lacrime la facevano bloccare di tanto in tanto.

«Avevo conosciuto questo ragazzo, era dolcissimo. È stato il mio primo bacio e a dire la verità anche il mio primo ragazzo. Ho passato cinque mesi fantastici insieme a lui, pensavo di aver trovato il ragazzo perfetto. Passati i cinque mesi però lui iniziò a diventare sempre più geloso. Non potevo mettermi i vestiti troppo corti, i pantaloncini erano severamente vietati. Le magliette dovevano coprirmi fino al collo.»

Odiavo la piega che stava prendendo il suo racconto, avevo già capito come si sarebbe conclusa questa storia.

«Mi aveva anche vietato di andare alle feste in sua assenza. Una sera ero stata invitata al compleanno di una mia amica, non glielo avevo detto perché sapevo che mi avrebbe vietato di andarci ma io ci tenevo. Così andai di nascosto solo che non mi aspettavo di trovarlo là. Il primo schiaffo che mi diede fu proprio a quella festa, davanti a tutti.»

Prende un lungo respiro ed io in un gesto involontario cerco la sua mano e la rinchiudo nella mia, mi lascia un debole sorriso e continua a parlare.

«Io mi allontanai perché avevo paura, ma lui era stato così maledettamente bravo a scusarsi che ci ricascai. Eva non sapeva niente e non era nemmeno presente a quella festa, per lei la mia relazione andava a gonfie vele e volevo che continuasse a pensare quello. Il secondo schiaffo arrivò perché avevo messo un vestito che mi arrivava alle ginocchia, troppo corto per lui.

E così continuò, sembrava averci preso gusto. Maglietta troppo corta? Schiaffo.
Pantaloni troppo attillati? Schiaffo.
Trucco troppo pesante? Schiaffo.
E via così, ogni motivo era buono per usare quella cazzo di mano sul mio corpo.

Ormai potevo indossare solo i suoi vestiti e il trucco mi era concesso di usarlo solo per coprire quello che lui mi faceva.

Le mani ormai erano troppo poco per lui quindi insieme a quelle ora usava anche il suo accendino. Ancora oggi ho alcuni segni che mi ha procurato, sulle gambe soprattutto.»

Perché la gente è così crudele con le persone? Perché certi uomini fanno così schifo?
E perché certi uomini, se così si possono chiamare, trattano in questo modo le donne?

Sarà che mia madre mi ha dato una certa educazione sin da bambino però anche il solo pensiero di fare del male ad una donna mi fa venire da vomitare.

Riprende a parlare,

«il 7 novembre però superò ogni cosa. Mi aveva chiamata quella sera per andare da lui perché doveva parlarmi e scusarsi per un suo nuovo episodio di rabbia, non volevo andare in realtà, ero terrorizzata dall'idea di restare da sola con lui, alla fine però andai perché avevo paura a dire di no.

Per circa due ore sembrò andare tutto bene, lui era rilassato e così mano a mano mi rilassai anche io. Poi però iniziò a baciarmi sempre con più insistenza e tutti gli sforzi che facevo per allontanarlo erano inutili. Mi legò le mani e iniziò a strappare ogni cosa io indossassi. Quel sette novembre lui mi tolse l'unica cosa che mi era rimasta contro la mia volontà.»

MilagroWo Geschichten leben. Entdecke jetzt