έρως (Eros)

Capito II

"Gentili passeggeri, un minuto di attenzione! Inizia la discesa"

"Mira! Svegliati siamo arrivate"
"Ancora 5 minuti mamma"
"C'è Jonathan di football che ha chiesto di te"
"Cosa? Quando?"
"Siamo arrivate"
"Non vale Selen!"
"A mali estremi..."

Mancavano pochi minuti all'atterraggio, era incredibile di come fosse passato il tempo.
Dopo qualche istante l'aereo era già sulla pista, prendo a far scendere i passeggeri.

"Menomale, non c'è la facevo più!"
"Avrai tempo per stiracchiarti bella addormentata"
"Senti chi parla! Da quale pulpito arriva la predica"

Mentre scendevamo le scale non potevo non notare la leggi era brezza che iniziò ad accarezzare i miei capelli dorati, non era quel freddo che ti faceva rabbrividire anzi, era quasi piacevole.
Il passo successivo era prendere i nostri bagagli e infine giungere in hotel.
Durante il viaggio mi ero documentata sulle varie tappe, nessuna però accennava alla Necropoli ateniese.
Peccato.

"A cosa pensi?"
"Nulla di importante, piuttosto andiamo a recuperare i bagagli va bene?"
"Va bene... in ogni caso non me la canti giusta, si vede che qualcosa non va"
"Sono solo stanca tutto qui"
"Sarà"

Dopo minuti che sembravano infiniti siamo riuscite a recuperare le valigie; la professoressa richiamò l'attenzione di tutti suonando il fischietto.

"Allora ragazzi, in questo momento sta arrivando l'autobus che ci porterà dritti in hotel. Vi avviso già che non ho voglia di giocare al gatto e al topo, quindi ognuno nella propria stanza, sono stata chiara!"
"Non poteva essere più cristallina"

Come annunciato arrivò il pullman per portarci in hotel. Una bella dormita era quella che ci voleva dopo un lungo viaggio ed io, ne avevo bisogno più che mai.
Non ero abituata a fare tratte così lunghe in aereo.
In più domani sarebbero iniziate le escursioni il che significava camminare tutto il giorno.
La vettura impiegò all'incirca una ventina di minuti per arrivare a destinazione, nel frattempo però le luci della città iniziarono ad attirarmi, un po' come una falena.
Ma la cosa che attirò maggiormente la mia attenzione era la vista (seppur lontana) della Necropoli. La sua magnificenza mi faceva sentire così piccola e impotente, nonostante la distanza.

Arrivati a destinazione la professoressa assegnò le stanze (nonostante una grande fetta della classe fosse in disaccordo sulle coppie), per mia fortuna io e Mira eravamo in coppia insieme.
Dire che la fortuna era dalla mia parte era un'eufemismo.
Appena finito il crack in ci dirigemmo verso la nostra stanza.
La camera in questione era dotata di due letti matrimoniali, un armadio e infine un bagno spazioso che offriva la possibilità di fare la doccia oppure un bagno rilassante. Era perfetta.
Ma la cosa più bella era la vista, semplicemente da mozzare il fiato.

"Io proporrei di andare a dormire visto che domani iniziano le escursioni"
"Uffa Selen, rilassati e metti in pausa la tua mania di programmare tutto, ricordi per cosa sei venuta qui?"
"Per rilassarmi"
"Esatto! Questo è il momento perfetto per farlo intesi? Quindi adesso smontiamo le valigie e subito dopo una bella maschera al viso. Ci stai?"
"Hai ragione Mira, dai disfiamo queste valigie"
"Ecco lo spirito giusto! Così mi piaci Selen"

Ammetto che un po' Mira ha ragione, per tutta la mia vita sono stata abituata a pianificare tutto, fino al minimo dettaglio, per cosa poi? Un'esistenza passata a soddisfare le aspettative dei miei genitori, degli insegnanti. Adesso potevo rilassarmi e concedermi del tempo per me stessa. Non rammento neanche più l'ultima volta che ho pensato alla mia felicità.
A volte penso di non essermi fermata un solo istante a riflettere su quello che desiderassi per me stessa: un ragazzo per esempio oppure divertirmi come gli altri invece che soddisfare aspettative altrui.
Magari questa gita mi aiuterà a capire cosa veramente voglio da me stessa o dalla vita in generale.