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Gaia

Sono solo le cinque del mattino e al suono della sveglia mancano ancora due ore, ma i miei occhi non fanno a meno di vagare per tutta la stanza alla ricerca di qualcosa, accompagnati dalla mia incredibile testolina che come se fosse alimentata da una batteria esterna, non ha smesso un secondo questa notte di formulare pensieri su pensieri impedendomi così di dormire.

Sapevo che sarei finita in questo modo: cotta e stra cotta, ma piena di paure.
Perchè è questo ciò che sto provando da quando con Mida le cose si sono trasformate dall'essere una bella amicizia ad avere un rapporto che è palese a tutti sia caratterizzato da un sentimento non proprio amichevole.

In questi due mesi e mezzo ho tentato più volte di convincere me stessa che con Christian non ci fosse niente, niente dal punto di vista amoroso, ma è stato inevitabile prendermi una cotta per lui.
È sempre stato così dolce, premuroso e presente per me e fin dal primo giorno il sentirmi voluta bene e considerata speciale da lui mi ha portata ad avere il cuore perennemente in fibrillazione.
E nonostante io abbia provato e riprovato a mettere muri alti, per tenerlo a distanza e per proteggermi, lui è riuscito con la sua pazienza e costanza a distruggere alcuni di questi miei muri, portandomi così a vederlo sempre di più come una bellissima persona e a desiderare di non perderlo mai.

Da ieri sera però le mie stupide paure hanno ricominciato a farsi sentire prepotenti dentro me, mandandomi in totale cortocircuito.

Flashback

«sai dov'è Mida?» domando a Mew quando la incrocio nel corridoio che unisce alcune camere della casetta.
«mi sembra di averlo visto sul divano» risponde tranquilla lei per poi voltarsi e aprire la porta che conduce alla camera del suo ragazzo.
E così annuendo e decisamente stanca a motivo delle lezioni che ho avuto in giornata, mi dirigo verso il posto indicatomi da Mew e appena metto piede in cucina subito vedo Mida con i suoi riccioli scuri, che adoro perdutamente, sdraiato sul divano con il computer poggiato al petto.
«ehilà» esclamo con un sorriso sul viso, felice di vederlo dopo aver passato tante ore divisi.
Ormai mi sto talmente abituando alla sua presenza che quando non c'è, anche se solo per un poco tempo, sento la sua mancanza.
«ehi» ribatte lui altrettanto contento di vedermi, chiudendo velocemente il pc e facendomi segno con la mano di avvicinarmi.
«che fai?» domando restando in piedi ad osservalo trattenendo però una risata nel vedere come deve ranicchiarsi per stare tutto quanto sul divano a motivo della sua incredibile altezza.
«scrivevo alcune barre per la canzone che mi hanno assegnato»
«stanno uscendo bene?»
«si dai. Non ti ho vista quando sono rientrato da lezione»
«forse ero sotto la doccia. Ho finito poco fa di asciugarmi i capelli. Ci impiego sempre una vita...»
«ci credo sono lunghi tre metri»
«a me piacciono così spilungone»
«anche a me piacciono così. Dai vieni qui» sorride prendendomi la mano per farmi sdraiare al suo fianco.
«dove? Non ci stiamo in due» borbotto iniziando però già a sedermi, per poi allungare le gambe incastrandole con le sue e lasciandomi stringere dalle sue braccia.
«visto che ci stiamo?» domanda retoricamente ridacchiando e spostandosi ancora un po' per farmi stare il più comoda possibile.
«che caldo che sei! Sembri un calorifero» affermo divertita prima di lasciargli un bacio sulla guancia morbida.
«è perché vengo dal Venezuola. Abbiamo un altra temperatura corporea noi»
«certo... come no»
«non mi credi?»
«no no sono sicura che voi venezuelani avete tante cose diverse da noi comuni mortali. Si dice anche che addirittura gli alieni forse provengano da lì»
«mi stai prendendo un po' troppo in giro in questi giorni signorina, lo sai?»
«ahaha vi chiedo scusa signore. Cosa posso fare per farmi perdonare?»
«nasino» afferma lui immediatamente facendomi intuire con una sola parola quello che desidera e che da qualche giorno è diventato il nostro modo per dirci di voler un po' di coccole.
E così subito avvicino ancora di più il viso al suo e dolcemente strofiniamo i nostri nasini e un sorriso nasce spontaneo sia sulla mia bocca che sulla sua.
«perché ridi?» chiedo sussurrando assuefatta ormai dal suo profumo e dal calore che emana il suo corpo, ottenendo però come risposta solo dei dolci baci da parte sua sul mio viso.

In amore zero regole / One ShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora