Capitolo 14

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I giorni trascorsero inesorabili e Manuela, come faceva spesso di fronte a un grande dolore, smise di parlarne e continuò da quel giorno a vivere come se non fosse mai successo. Cristiano con molta fatica si arrese di fronte a questa sua inconscia presa di posizione.

Cristiano, nei mesi successivi si rifugiò spesso al pub di Mario dove sapeva di trovare come sempre un appoggio morale, l'unico che lo capiva.

Era davvero sconvolto, non riusciva a farsene una ragione, a metabolizzare quello che era successo. Mario riuscì a farlo sfogare. La rabbia che sentiva dentro a volte esplodeva contro Manuela e altre contro sé stesso, per non aver saputo ascoltare il grido di aiuto di quella persona di cui si fidava ciecamente, ma che ora sentiva lontana.

Mario lo lasciò parlare e cercò anche di motivarlo ad andare avanti, a girar pagina perché solo così avrebbe potuto continuare a vivere.

Cristiano seguì i suoi consigli e si buttò a capo fitto nel progetto per il concorso che ormai era davvero vicino. Il tempo che aveva a disposizione era forse troppo poco. Alcune volte arriva al pub dopo cena con i suoi bozzetti e disegnava lì seduto sul suo sgabello preferito, senza parlare con nessuno. Mario gli si sedeva accanto e gli ripeteva di continuare a crederci, che aveva stoffa e che presto o tardi la fortuna sarebbe girata anche per lui. Era il padre che avrebbe sempre voluto, e lì davanti a sé, lo guardava orgoglioso e lo spronava come nessuno prima d'allora aveva fatto.

Una di quelle sere successe che Mario vide Cristiano affannarsi nel cercare qualcosa. Uscì dal bancone e asciugandosi le mani nel grembiule verde col nome del suo pub scritto a caratteri cubitali, gli si avvicinò e gli chiese:

-Cosa succede Cristiano?-

-Non ci posso credere! Erano qui un attimo fa! Non trovo i miei bozzetti! Li ha presi qualcuno quando sono andato in bagno!-

-Cristiano cosa stai dicendo? Non è possibile, lo avrei notato se qualcuno fosse uscito con i tuoi bozzetti sotto il braccio, che diamine!-

Bruno cercò di farlo ragionare. Lo spinse a pensare che forse aveva lavorato troppo, che stava attraversando un periodo difficile e Cristiano lo ascoltò convincendosi che era ora di fermarsi, che cominciava ad avere le idee un po' confuse, anche se in realtà era ancora convinto che i suoi bozzetti fossero lì da qualche parte:

-Hai ragione Mario, sono un po' stanco! Chissà dove li ho lasciati. Pazienza ho tutto in cassaforte, nella mia testa quindi al massimo li rifaccio, non credi?-

Mario, sollevato nel vedere Cristiano più tranquillo, scoppiò a ridere e bevve l'ultima birra di quella lunga giornata.

Le settimane trascorsero senza particolari sussulti finché una sera rientrando dal lavoro, Cristiano sentì la risata di Rosa provenire dal soggiorno e di seguito commenti bisbigliati in gran segreto.

-Siamo allegre oggi- disse Cristiano in modo un po' sarcastico, visto che ultimamente Rosa se la passava piuttosto bene, avendo ottenuto tutta l'attenzione di Manuela.

-Sei tu Cristiano?- Rispose Manuela come se non l'avesse sentito entrare. Cristiano, un po' irritato, non rispose e andò subito al dunque:

-Cosa si festeggia? Come mai siete così eccitate? Mi sono perso qualcosa?-

Mentre Cristiano parlava, Manuela un po' imbarazzata, tornava a sedersi sul divano da parte a sua madre.

-Niente Cristiano, cosa te lo fa pensare? Io e Rosa scherzavamo un po', non nascondiamo niente!- Manuela amava chiamare sua madre col nome di battesimo quando era allegra e le cose andavano bene fra loro; era quasi un modo per farle sentire il suo affetto.

Cristiano si sentiva un estraneo in casa sua e la cosa non gli piaceva per niente. Avrebbe voluto esprimere tutto il rancore che provava verso quella situazione in cui suo malgrado si era ritrovato e spingere Rosa e Antonio a tornare a casa. Avrebbe voluto dire basta una volta per tutte, pestando magari il pugno sul tavolo, lasciando sfogare finalmente tutta la sua rabbia, ma sapeva che non era la cosa giusta da fare.

Al lavoro era stata una giornata dura e al rientro aveva dovuto disdire anche il solito aperitivo con il buon Mario perché aveva l'impressione di avere la febbre. Voleva solo chiudersi in camera a portare avanti il progetto a cui tanto teneva e al quale non riusciva mai a dedicare il tempo che avrebbe meritato. Alcuni bozzetti erano da rivedere, altri da rifare perché andati persi quella sera al pub o nel disordine generale della sua vita.

Cristiano si sentiva svuotato, quasi privo di un'anima e di conseguenza di un'ispirazione. Da sempre Manuela era stata la sua musa, da sempre era stato il suo amore e il suo calore a sorreggerlo, a dagli quella grinta e quella voglia di fare che lo contraddistinguevano.

Quella sera successe qualcosa che Cristiano non si aspettava e che cambiò ulteriormente la sua vita.

IN EQUILIBRIO SOPRA LA FOLLIAWhere stories live. Discover now