Capitolo 15

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Antonio era come sempre in ritardo, sicuramente tornando dal lavoro aveva deciso di fare la giocata dell'ultimo minuto perché come lui sosteneva, "sono quelle che ti fanno vincere, quelle dettate più dall'istinto che da qualche calcolo assurdo ".

Nel frattempo Cristiano aiutava in silenzio ad apparecchiare la tavola, togliendo dai cassetti tovaglia, tovaglioli, posate e bicchieri. Ascoltava a sprazzi i discorsi delle due donne perdendosi nei meandri dei suoi soliti pensieri per riaffiorare poi saltuariamente, come se dopo essersi tuffato riemergesse solo per prendere fiato. A un tratto però, fu il campanello a svegliarlo. Cristiano andò ad aprire la porta e davanti a sé si presentò Antonio che chiese scusa del ritardo e non aggiunse altro, andando subito a sedersi.

Cristiano lo conosceva bene, non aveva mai ammesso il vizio del gioco, neanche quando stava annegando nei debiti. Decise di non fare domande, anche per evitare di innescare una scintilla che avrebbe portato alle solite discussioni con Rosa, senza mai arrivare a nessuna conclusione.

Dalla cucina arrivava un profumo di arrosto che fece venire l'acquolina a Cristiano sebbene le sue condizioni di salute non fossero delle migliori.

Si sedettero a tavola, il camino era acceso, i vetri appannati dal piacevole calore che sprigionava e la luce fioca della lampada che sovrastava il grande tavolo rettangolare, rendeva tutto più famigliare, più intimo. Manuela e Rosa tenevano banco parlando e ridendo come due ragazzine e provocando zio Antonio, che però non stava al gioco, forse un po' infastidito da quell'insolito comportamento. Cristiano con un occhio alla televisione, ascoltava l'inutile ciarlare delle due donne e pensava a cosa sarebbe successo dopo cena, perché le conosceva bene e aveva capito fin da subito che c'era qualcosa di strano nei loro modi di fare, ma non aveva né la forza né la curiosità di chiedere cosa fosse. Aspettò il caffè, momento in cui la verità sarebbe sicuramente venuta a galla.

Manuela aveva preparato l'arrosto con le patate, sapendo che Cristiano ne andava matto e aveva messo in tavola il suo vino preferito, sperando così di spronarlo a una conversazione.

Mentre Rosa parlava e parlava, Manuela fissava Cristiano senza purtroppo vedere in lui nessun cenno di curiosità. Era spento e disinteressato a ciò che lo circondava. Consapevole di quanto fossero stati lontani negli ultimi mesi, provò un fremito e una sorta di ansia cominciò a farsi largo dentro di sé. Forse quello che Manuela doveva dire quella sera, avrebbe riportato le cose a posto fra loro, o forse le avrebbe distrutte per sempre.

Una decisione lei l'aveva già presa a riguardo e intendeva andare fino in fondo. Manuela bevve un sorso di vino e si accorse che Cristiano la stava guardando. Si fermò come se stesse per dire qualcosa, ma fu interrotta dal fragore di un piatto che cadde a terra e andò in mille pezzi. Antonio, sbadato come sempre, l'aveva urtato e aveva fatto un disastro impregnando le piastrelle in cotto rosso del pavimento della cucina, con l'intingolo dell'arrosto. La cosa fece infuriare Rosa che si mise a sbraitare contro il povero Antonio dal quale come sempre, non arrivò il benché minimo cenno di reazione. Questo breve e insignificante, ma rumoroso avvenimento, rovinò il cenno di intesa che Manuela e Cristiano avevano avuto pochi istanti prima. Manuela tornò a occuparsi della cucina e a tenere a bada Rosa che non accennava ad attenuare le grida verso Antonio, mentre Cristiano terminò voracemente la sua cena.

Subito venne portato il suo dolce preferito e questo tolse anche gli ultimi dubbi di Cristiano che a quel punto si sentì quasi obbligato a domandare:

-Ma allora si deve davvero festeggiare qualcosa. Cosa mi state nascondendo? Avanti non fatemi stare sulle spine!-

Manuela sorridente si avvicinò a Cristiano mettendogli un braccio intorno al collo e confermando la sua tesi:

-Va bene, ci hai scoperte, ma adesso goditi il tuo dolce. Dopo il caffè ci metteremo tutti seduti in soggiorno e bevendo un buon Brandy discuteremo di tutta la faccenda.-

Così fecero e come una grande famiglia si sedettero in soggiorno. Manuela porse a Cristiano il bicchiere dove il Brandy invecchiato che gli versò, poteva respirare e concedere a chi lo avesse annusato, tutto il suo aroma e la sua anima. Subito dopo estrasse la scatola di sigari cubani che Cristiano teneva come un cimelio e che si concedeva solo in momenti particolarmente importanti e gliene porse uno che Cristiano accettò volentieri e che non tardò ad accendere e ad assaporare. Rosa e Antonio avevano preso posto sul divano e Manuela ancora si attardava, come se stesse cercando il coraggio o le parole giuste per iniziare il suo discorso.

Le mani ora le sudavano e cominciò a sfregarle nervosamente fra loro e a cercare pretesti per ritardare la comunicazione.

-Mi spieghi cosa ti prende ora?- chiese Cristiano che non capiva perché era passata da un'euforia quasi irritante a tanto nervosismo.

-Niente- rispose Manuela mentre Rosa le lanciava occhiate di approvazione e di incoraggiamento

-Voglio solo trovare le parole giuste per raccontarti quello che è successo oggi e che...-

Cristiano impaziente, la interruppe:

-Va bene, ora fai un respiro profondo e inizia a raccontare.-

IN EQUILIBRIO SOPRA LA FOLLIAWhere stories live. Discover now